Oscar 2017- La La Land arranca, Moonlight miglior film con busta sbagliata

27/02/2017

L’oscar per il miglior film va a La La Land. Tutto il cast sale sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles per ritirare il premio. All’improvviso, panico a Hollywood. C’è stato un errore, la statuetta passa nelle mani della squadra di Moonlight e il produttore del film che ha setacciato la storia musicale del cinema chiosa: «abbiamo perso».

Il colpo di scena riassume la serata di La La Land. Partito come eguaglia-record con 14 candidature, l’opera malinconica dal massiccio piano-sequenza iniziale si ferma a 6 premi. Miglior regista il trentaduenne Damien Chazelle, miglior attrice protagonista a Emma Stone, miglior fotografia a Linus Sandgren, miglior scenografia al duo Wasco, City of lights miglior canzone e miglior colonna sonora per Justin Hurwitz.

Gioiscono i lavoratori di Moonlight per aver realizzato un terno. Miglior film, migliore attore non protagonista il musulmano Mahershala Ali e miglior sceneggiatura non originale. I critici hanno così annusato il malcontento verso Trump e premiato la bravura di artisti meno convenzionali. Casey Affleck di Manchester by the sea ha beffato Ryan Gosling di La La Land, mentre Viola Davis, attrice non protagonista in Barriere, è stata votata la migliore. Poi, Il cliente dell’iraniano Asghar Farhadi, assente per protesta contro il bando anti-musulmani firmato da The Donald, ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. E Zootropolis della Walt Disney, quello come miglior film d’animazione.

Capitolo Italia- Il documentario di Rosi Fuocoammare ha perso, i truccatori di Suicide Squad Bertolazzi e Gregorini no. E riecheggiano le parole del regista Paolo Sorrentino, contrario alla scelta iniziale degli accademici italiani di puntare su Fuocoammare: «questa scelta è un inutile e masochistico depotenziamento del cinema italiano, che poteva portare agli Oscar due film, uno di finzione come Indivisibili e Fuocoammare nella categoria dei documentari». Mesi fa, con un 5 voti a 4, qualcuno ha scelto Rosi che «filma la morte» a discapito, per esempio, della spiazzante commedia Perfetti Sconosciuti e dell’originalità fantascientifica di Lo chiamavano Jeeg Robot. Sconfitta annunciata o rischio calcolato? In ogni caso, niente drammi. Cristo non si è mica fermato a Los Angeles.  

Francesco Cerminara