Da Coco a Dickens: i grandi film di Natale

27/12/2017

COCO - di Lee Unkrich e Adrian Molina.

Esce in sala il 28 dicembre, in piene vacanze natalizie, ma è ambientato nel Dia de los Muertos. Ed esplora la cultura messicana così come con Oceania aveva esplorato quella polinesiana, esplorando anche un altro mondo, quello dell’Aldilà, raramente raccontato nel Cinema d’Animazione (benché vi siano alcuni echi di Tim Burton, soprattutto nella grafica, e di Kubo e la Spada Magica, nei temi narrati). Il risultato è uno dei film Disney Pixar più riusciti dell’ultimo decennio, commovente dietro la colorata patina di scoppiettante divertimento.
Cresciuto in una famiglia che ha bandito da tre generazioni la musica a causa di un antenato che ha lasciato la casa, il pronipote della vecchia Coco ne sente il prepotente richiamo e adora il grande divo che ha dato lustro al suo paese. Ma il giorno in cui ruba la sua chitarra dal cimitero si ritrova catapultato nel mondo dei morti, con addosso una maledizione da cui deve liberarsi....
C’è molto, in Coco: una trama fitta con continue sorprese e molti colpi di scena, il ricorrente messaggio del “segui il tuo sogno” che va a cozzare prima e poi a conciliarsi con quello dei valori famigliari, la simpatica parodia di un ambiente musicale che, per una volta, introduce le canzoni  in modo gradevole e “a tono” con la trama. C'è la storia di una vita rubata e il potere di parlare attraverso la musica. Ma, soprattutto, e qui l’accento si fa d’improvviso struggente, c’è il forte richiamo alla rimembranza per tenere in vita i nostri cari, vivi anche oltrepassato il confine finché ne resta il ricordo, svanito il quale anch’essi svaniscono in una morte ultima.
Quella che allora inizialmente sembra una trovata divertente, il divieto a passare il ponte ai defunti a cui lo scanner non riconosce l’immagine in una sorta di dogana di un mondo ultraterreno molto simile a quello umano, finisce col rivelare il suo messaggio più profondo, poiché sono le foto esposte con amore a tener vivo il ricordo e chi vi è legato.
Voto: 8

DICKENS, L’UOMO CHE INVENTO’ IL NATALE - di Bharat Nalluri, con Dan Stevens, Christopher Plummer, Jonathan Pryce

Che Natale sarebbe senza Il Canto di Natale di Dickens? Il film di Nalluri, però, non è l’ennesima versione cinematografica della favola dickensiana – e ve ne sono di deliziose, come quella disneyana e quella coi Muppet – e nemmeno un biopic su Dickens. Si tratta, invece, della storia di come Dickens ebbe l’ispirazione del racconto celebre in tutto il mondo e di come lo portò a compimento. Di come ricevette la visita dei suoi fantasmi, lo Spirito di Scrooge, che usciva dalla sua penna e dalla sua fantasia e lo portava a guardarsi indietro, e il suo Spirito del Natale Passato che lo costringeva a confrontarsi con la propria vita, errori, tristi ricordi, affetti da recuperare. Mentre scrive, contro il tempo, il suo Canto di Natale, Dickens vive in parallelo la storia di Scrooge, le sue paure, la sua redenzione natalizia.
Originale, per rivisitare la storia da un’angolazione diversa.
Voto: 7

Per completare la nostra carrellata natalizia consigliamo ai più piccini un altro film d’animazione, Gli Eroi del Natale: la storia della Natività raccontata dalla parte degli animali. E, per proseguire invece con i retroscena della nascita dei libri per l’infanzia, sarà nelle sale il 3 gennaio “Vi presento Christopher Robin” di Simon Curtis. Il film racconta come Winnie Pooh sia nato da un vero orsacchiotto di pezza e Christopher Robin fosse un bambino vero, il figlio del suo autore. E di come, sopraffatto dal clamore di quanti volevano incontrare il vero Christopher Robin, rimpiangesse i giorni passati solo con il padre e il suo Pooh, prima di essere dato al mondo e diventare leggenda. La scia dei “segreti dietro le pagine di un libro” si allunga dunque, ma senza il taglio originale che riscontriamo in “Dickens”.
Per concludere, se ancora lo trovate nelle sale, non perdete l’occasione, con Paddington 2 di Paul King, di farvi alcune autentiche risate. Esilarante come solo un film inglese sa essere.

Gabriella Aguzzi