Crema Film Festival sui luoghi di Chiamami col tuo Nome
01/07/2018

Crema e i suoi dintorni di campagna, il fascino della provincia lombarda, a cavallo tra le province di Cremona ( di cui fa parte), Lodi e Bergamo, con quel leone di S. Marco che le fa da guardia. Finora era sempre stata fuori, inspiegabilmente, dalle mappe del turismo non solo internazionale, ma persino italiano. Il film di Luca Guadagnino “Call me by your name – Chiamami col tuo nome” ha però cambiato l’appeal della cittadina, che ora richiama visitatori dall’estero, sulle orme di Elio e Olivier e del loro amore.

Il Crema film festival ha così dedicato una giornata alla pellicola del regista cremasco. Venerdì e sabato sera la proiezione in piazza del film ha regalato insolite suggestioni, con lo sguardo che correva dai portici e i palazzi della piazza del Duomo ed entrava nello schermo e da questo gli stessi portici uscivano per diventare realtà. Sabato, poi, doppia biciclettata: a Moscazzano, vicino a Montodine, dove sono stati girati diversi scorci e dove si trova la bella villa residenza del professor Perlman, cuore del film (purtroppo ora in restauro per essere venduta); e a Capralba, nei pressi di Vilate, dove si trovano i fontanili, teatro del primo bacio tra i due giovani. Sabato sera, dopo la proiezione, gran finale con festa anni ‘80 presso il circolo dove si svolge la scena danzante, circolo che mantiene arredi e atmosfere di quegli anni e che per l’occasione ha anche fornito musica e cocktail “ d’epoca”. Dalle 23 alle 3 la folla ha riempito con entusiasmo la pista da ballo, tutti rigorosamente vestiti come nell’estate dell’83.

La splendida sceneggiatura di James Ivory, meritatamente premiata con l’Oscar, ha adattato il romanzo di André Aciman con precisione narrativa e psicologica, rispettando i dettagli più riusciti e anche il raffinato milieu socio-culturale dei protagonisti, ma liberandolo dagli eccessi intellettualistici, da un finale “20 anni dopo” pleonastico e da una lunga, stucchevole, parentesi romana che faceva molto “dolce vita”, sostituendola con una più sobria due giorni a Bergamo e Clusone. Il resto dell’operazione di rendere il film più realistico, sfrondandolo di quella cartolinesca atmosfera da “Viaggio in Italia”, lo ha fatto il regista che ha trasferito l’ambientazione da una imprecisata Riviera cara ai turisti stranieri a un più circostanziato cremonese: e se la geografia rimane comunque vaga (“da qualche parte in Italia”, recita la didascalia iniziale, e le distanze sono variate così come i percorsi), Crema è esplicitamente nominata e chiaramente fotografata, col suo suggestivo acciottolato, insieme ai campi di granoturco, le cascine, le atmosfere peculiari della zona. Oltre ai luoghi già citati, possiamo riconoscere le strade e i cascinali di Ripalta cremasca e di Corte Palasio, Pandino (il monumento al Piave), e – sotto mentite spoglie- la stazione di Pizzighettone. Ora non resta che sperare che l’attenzione verso questa zona aumenti ancor di più, da parte del cinema e del turismo.
Elena Aguzzi