In memoria di Odissea 2001

13/12/2018

Che cos'è lo Spazio-Tempo? Semplice: quello in cui navigano l'astronave di "Odissea 2001 nello spazio" e il suo equipaggio che, muovendosi a velocità newtoniane, non possono distinguerlo né avvantaggiarsene. Ma Odissea-2001 compie un miracolo scientifico proiettandolo, sezionandolo e studiandolo attraverso l'invenzione di un Dolmen perfetto e quasi soprannaturale. Anche cinquanta anni fa, grazie a Einstein, eravamo certi che fosse lo Spazio-Tempo a contenerci e che, per di più, avesse delle.. "finestre" (spazio-temporali) deducibili dalle equazioni fino a oggi valide della Relatività Generale. Attraversando così una di quelle "aperture" (o smagliature dello Spazio-Tempo), si poteva essere proiettati in un solo istante da un punto determinato dell'universo quadridimensionale a un altro, distante anche anni luce. Parecchi anni dopo quel 1968 il genio di Stephen Hawking ha descritto questa fenomenologia nel suo meraviglioso libro divulgativo "Black Holes". Cito un passaggio in lingua originale, estratto da una delle sue tante conferenze: " a black hole as a wormhole, a passage from one universe to another, or back to another location in the same universe". Tradotto: "un buco nero è identificabile come un cunicolo spazio-temporale che consente il passaggio da un universo a un altro, o il trasferimento [istantaneo] a un altro diverso punto dell'universo".

Bene, Odissea-2001 percorre l'uno e l'altro passaggio, immaginando proprio che il tutto avvenga durante un viaggio segreto di una navicella spaziale verso Giove, organizzato dal governo americano per capire l'origine di un fortissimo segnale radio che un Dolmen, dissepolto dopo quattro milioni di anni dal suo sarcofago lunare, invia sul più grande pianeta del nostro sistema solare. Lui, quella pietra misteriosa che sembra scolpita nella sua perfezione assoluta da qualche civiltà extraterrestre estremamente progredita e a noi completamente sconosciuta, rappresenterà nella mente visionaria e geniale di Kubrick il mediatore dello Spazio-Tempo einsteiniano. Infatti, il misterioso Dolmen scuro si rivela come un catalizzatore che instilla nell'uomo-scimmia il primo germe dell'intelligenza, facendone un guerriero armato, un cacciatore e un faber, dopo averlo aiutato a scoprire attraverso l'intuizione come dalle ossa di animali si possano ricavare utensili (e da qui, lo sviluppo tecnologico lungo un percorso di circa un milione di anni), anche per uccidere i propri simili ai fini della mera sopravvivenza. Dal grande osso grezzo lanciato in aria dal maschio-alfa viene fuori l'astronave di David e di Frank in missione verso Giove. Kubrick, però, opera anche scientificamente un'altra mirabile operazione-verità.

Sa, per esempio, che la saggezza di Dio ci ha confinati per sempre all'interno di questo sistema solare visto che "c" (la velocità della Luce) è una costante universale e che, per legge relativistica, non è mai raggiungibile da nessun oggetto (quindi,  nemmeno dal nostro corpo materiale!) che abbia "massa a riposo diversa da zero". Solo i fotoni che hanno esclusivamente massa dinamica (avete mai trovato, forse, un fotone.. fermo?) diversa da zero possono farlo. Quindi, qualunque astronave con qualsiasi tipo di propellente non potrà che muoversi a velocità irrisorie rispetto a "c". E qui sta la prima grandiosa intuizione di Kubrick di mezzo secolo fa, esatto. Per un viaggio tra la Terra e Giove a velocità enormemente inferiori a "c" ci vogliono anni (e alcuni secoli per entrare nel sistema solare a noi più vicino!) e, quindi, nel frattempo l'intero equipaggio invecchia. Al contrario di una macchina, o di un super-computer che non si stanca mai e necessita solo di energia che può tranquillamente accumulare dalla radiazione solare circostante. Così, Kubrick affida coerentemente il suo equipaggio a un sofisticatissimo pilota automatico computerizzato, Hal, che mantiene le funzioni vitali degli scienziati ibernati e controlla fino ai più minuti dettagli gli automatismi e i microcircuiti elettronici che fanno andare l'astronave, comunicazioni con la Terra comprese.

Terzo stadio della percezione futurista di Stanley è immaginare che il computing-machine (che obbedisce alla teoria della calcolabilità di Touring) possa spingersi fino a provare sentimenti umani. Meglio non scherzarci su questa cosa. Quanti di voi hanno sentito parlare di "fake-news" prodotti da automi (algoritmi) che simulano il comportamento umano, definiti "bots" in gergo informatico? Per esempio (come attestano i documenti ufficiali dell'indagine giudiziaria sul Russian-Gate), i russi si sono avvalsi di questa tecnologia per simulare sulla Rete comportamenti di massa orientati a delegittimare il candidato democratico, nel corso delle elezioni presidenziali del 2016. E come faceva Stanley a saperlo cinquanta anni fa? Semplice: intuendolo con quello stesso Terzo Occhio che permise ai grandi pittori astrattisti dei primi del Novecento di disegnare quadri che riproducevano le spettacolari immagini della struttura della materia, scoperte solo un secolo dopo con i più sofisticati microscopi elettronici! Merito del Dolmen che sopravvive in ognuno di noi? Chissà, forse. Hal, quindi, è.. suscettibile. Non ammette i suoi stessi errori. E quando segnala un guasto apparente ma non veritiero, a seguito degli accertamenti manuali condotti da David e Frank, che confabulando tra di loro convengono sulla necessità di disattivare Hal per ridurre i rischi di manovre errate che potrebbero perdere l'astronave, il computer li previene decimando l'intero equipaggio, al di fuori di David.

Il pilota sopravvissuto, benché chiuso fuori dall'astronave dal mefitico Hal, riesce nel massimo sepolcrale silenzio a disattivarlo manualmente, in una sequenza che rimane nella storia del cinema mondiale: morendo, Hal si lamenta e chiede di non essere "ucciso" e, infine, regredisce all'età infantile chiudendo la sua esistenza con una canzonetta scema per bambini piccolissimi. Morale: l'Uomo sarà sempre superiore e diverso dalle macchine che lui stesso crea. Poi, rimasto solo ai comandi, David incontra il mistero del Dolmen mediatore dello Spazio-Tempo, infilandosi in una di quelle famose "finestre" e scoprendo in sequenze straordinarie come la "Fine coincida sempre con l'Inizio", la "Morte con la Nascita" secondo un ciclo o una "Boucle" (in cui i due estremi coincidono) che non avrà mai fine. Memento: la stragrande maggioranza della materia non è quella "visibile" (noi; le stelle; la luce; i pianeti) ma quella invisibile. La "Dark-Matter" e l'Energia Oscura a lei associata. A oggi, non sappiamo di che cosa si tratti. Abbiamo le prove scientifiche però della sua esistenza e della sua straordinaria, incredibile potenza: al contrario di quanto accade per l'energia visibile, l'energia oscura "cresce" con la distanza, allontanando sempre di più tra di loro gli ammassi di galassie, che scompariranno per sempre dalla nostra vista quando supereranno la velocità della luce. Vedete un po' voi dov'era arrivato Kubrick!

Maurizio Bonanni