Erano semplicemente “morti viventi”. Gli “zombies” (come li chiamò Romero stesso successivamente) erano creature maggiormente legate al folklore haitiano-caraibico. Questi non si sapeva da dove venissero, perché, se erano lenti o veloci, se potessero sopravvivere alla luce del giorno oppure no (come i vampiri, a cui in un racconto di Richard Matheson venivano accumunati), se dovevano essere fatti a pezzi, bruciati o colpiti al cervello, se erano contagiosi e come il contagio si trasmettesse. Non erano ancora stati “codficati” da innumerevoli film, romanzi, serie tv. Erano terrorizzanti, e se oggi si riguarda “La notte dei morti viventi”, pellicola di serie B realizzata dal giovane George Romero 50 anni fa, con occhi vergini, ancora fa saltare sulla sedia. E ancora angoscia, e tantissima, col suo finale assurdamente beffardo
Siamo nella provincia americana, in una zona di campagna. Una ragazza e suo fratello si stanno recando al cimitero a far visita ai genitori. Dapprima seguiamo i loro piccoli battibecchi di tutti i giorni quando, nel camposanto, vedono una strana figura. Appena il tempo di rendersi conto che si tratta di un cadavere uscito dalla fossa che questo comincia a seguirli: il ragazzo verrà raggiunto, assalito ed ucciso. Inseguita e terrorizzata la ragazza incappa in una casa isolata, in cui istintivamente si rifugia. Lì vi è un giovane uomo di colore, un coppia di ragazzi, e un’altra con una bambina rimasta ferita in un incontro con le creature: quel che ha vissuto la giovane sta capitando ovunque, infatti. I morti stanno inspiegabilmente tornando in vita, ma senza uno scopo. Escono dalle tombe affamati e cercano esseri viventi da sbranare voracemente. Il proprietario è morto, ma i sopravvissuti occupano l’abitazione, a cui ancora funziona la radio se non il telefono, per cercare di sfuggire all’orda di morti viventi carnivori, sempre più disgustosa e numerosa, che lentamente avanza, disseminando le strade di cadaveri che, a loro volta, si trasformano in mostri. Dapprima gli occupanti cercano di trovare una ragione a quanto di assurdo hanno visto, cercano di studiare una strategia di difesa, di avere notizie, di trovare una via di fuga. Ma ogni tentativo fallisce, l’isteria e le lotte personali prendono il sopravvento. Il male si nasconde anche in casa. La mente della ragazza diventa sempre più debole. Gli uomini si prevaricano. Le strategie falliscono. Le mostruose creature, putrescenti e implacabili, circondano la casa sempre di più, sfondano le finestre che erano state vanamente inchiodate. Uno a uno tutti soccombono… resiste solo uno, il ragazzo di colore che abbiamo subito individuato come nostro eroe e nel quale tendiamo a identificarci. Asserragliato nella casa aspetta l’alba, ode degli spari in lontananza…un gruppo di volontari, guidati dallo sceriffo locale, sta avanzando uccidendo a fucilate nel cervello tutti i morti viventi. Ma… ATTENZIONE! SPOILER! Un ranger scorge un’ombra alla finestra. Spara…”Quel maledetto mostro credeva di farla franca”
Girato in un bianconero che si fa sempre più nero, ambientato per lo più in uno spazio claustrofobico, il film ci trasmette un senso di apprensione, dovuto anche all’ignoranza del perché avviene tutto questo- e fin dove? Come ci si può difendere, se lo si può fare? Si può sperare in un aiuto? E se ne esco vivo, cosa sarà dopo?. Ne sono state fatti dei remake, e Tom Savini ha scriteriatamente messo mano alla pellicola originale cucendole un preambolo e una chiusura tanto stonati quanto mal fatti (se cercate il film, assicuratevi che sia l’originale e non quello “taroccato”), ma questa prima pellicola, pur coi limiti del film girato con 4 soldi e 4 amici, resta il migliore mai realizzato sulla tematica morti viventi/ vaganti/ zombi/ revenants. Gli sono stati dati anche dei significati politici, e in effetti la metafora è abbastanza chiara (sono gli anni della guerra in Vietnam). Ma ciò che conta non è il significato, e neppure la forma: ciò che più conta, e che ancora oggi resiste è l’emozione. E l’autentico orrore che spesso assale, come nella magistrale sequenza della bambina che si trasforma in un mostro carnivoro.