
Bisogna ammettere che la 65° edizione del Festival del Cinema di Locarno non ha propriamente esaltato per il livello artistico e spettacolare delle pellicole presentate in concorso.
Per dirla fuori dai denti, il pur competente direttore artistico Frèderic Maire non ha lasciato un’impronta personale particolarmente indicativa e, specialmente in quest’ultima edizione, ha concesso troppo spazio alla retrospettiva sui Manga giapponesi…pur se interessante e suggestiva.
Però qua e là c’è stata qualche salutare boccata d’ossigeno per coloro che amano un certo cinema orientale che racconta l’evolversi della Società cinese e della gioventù eternamente sull’orlo di un precipizio ed ormai priva d’ideali, senza particolari prospettive di un futuro migliore…Tutto questo si trova nella nuova opera della giovane e talentuosa scrittrice e regista Xialo Guo in cui si narra di una giovane ragazza di nome Mei che decide di lasciare il suo piccolo villaggio di Chonqging, dopo aver subito uno stupro da parte di un amico, alla ricerca di una vita migliore.
Purtroppo la giovane e sperduta Mei incontrerà una realtà ed un’esistenza molto più dure di quella abbandonata. Troverà dapprima lavoro in una sartoria, ma verrà licenziata per scarso rendimento; successivamente lavorerà in un losco centro di bellezza nel quale incontra un certo Spickey, un sicario di mezza tacca con il quale vivrà un’intensa, ma breve relazione poiché l’uomo verrà barbaramente assassinato…Nella casa di Spickey la ragazza trova un’ingente somma di denaro che le permetterà di partire per Londra per rifarsi una nuova vita…Tutto questo è solo l’inizio dell’odissea della ragazza che dovrà affrontare diverse difficili vicissitudini immersa in una solitudine esistenziale dai toni molto marcati e incontri con uomini che in fondo l’useranno come oggetto sessuale.
Personalmente ritengo un po’ forzato il leggero happy end in cui si vede Mei, incinta ed abbandonata dall’ennesimo uomo, che si rimette in viaggio tutta felice d’aver nel suo grembo una nuova vita; ma che futuro avranno la bella e vitale Mei e la sua creatura senza un padre né tantomeno un soldo bucato?
Apprezzabile, comunque, l’opera di Xialo Guo, alla quale è andato l’ambito Pardo d’oro, poiché descrive con estrema delicatezza e sensibilità il degrado spirituale e ideale dei giovani cinesi in questo scorcio di millennio, anche se a tratti si sente un po’ troppo la provenienza letteraria… Buone e ben inserite le musiche di John Parrish…