Il Cinema che ha fatto gol
02/07/2014

“Al Manchester United!” brindava Ian Holm in “The Day after Tomorrow” aspettando il sopraggiungere della catastrofe e della morte. Volendo fare un censimento sulla “liason” calcio-cinema, il Manchester United è forse la squadra più celebrata sul grande schermo. Bastino due esempi eclatanti: il delizioso “Il mio amico Eric” di Ken Loach, dove Eric Cantona appare in veste di spirito guida ad alimentare i sogni di un proletario inglese in lotta col vivere quotidiano, e il biografico “Best” di Mary McGuckian che celebra la più grande stella del calcio inglese, George Best, tutto genio e sregolatezza, tra vizi e virtù, ascesa e caduta.
Mentre il mondo è davanti ai teleschermi per seguire la Coppa del Mondo, non vi è momento più propizio per ricordare quanto il Calcio sia stato protagonista anche al Cinema.

Stefano Accorsi torna in campo e a interpretare il trentenne in crisi in “Santa Maradona” e “L’uomo in più” di Paolo Sorrentino osserva il declino parallelo di un cantante di musica leggera e di un calciatore anni 80 in uno strano incrocio di destini e omonimie e nello scenario napoletano. Tornando agli Inglesi, Colin Firth ritma le proprie emozioni di vita sui punteggi dell’Arsenal in “Febbre a 90°”. Tra i tedeschi, che forse ci azzeccano più col calcio che col cinema, ci ha pensato Wenders con “Prima del calcio di rigore”. Due i film dedicati interamente all’allenatore dell’Argentina: “Maradona, la mano de Dios” di Marco Risi con Marco Leonardi nel ruolo di Maradona, ricco di flashback su infanzia e prime gesta del campione argentino, e il documentario di Emir Kusturica “Maradona”.
Insomma se durante i Mondiali vogliamo divertirci ad alternare le partite con dei film “a tema” i titoli da cercare non mancano certo. Personalmente consiglierei di evitare vanzinerie e affini tipo “Ecceziunale veramente”, “Il tifoso l’arbitro, il calciatore”, “Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento”, “Il diavolo e l’acquasanta”, “L’allenatore nel pallone”, “Mezzo destro mezzo sinistro” ecc.ecc. che vanno bene giusto per una serata trash. Se invece volete essere cinefili fino all’esasperazione provatevi a rintracciare alcuni titoli come "Cinque a zero” di Mario Bonnard del ’32, “Gli eroi della domenica” di Mario Camerini, “Gambe d’oro’ di Turi Vasile, “Due tempi d’inferno” di Zoltan Fabbri, “I due maghi del pallone” di Mariano Laurenti, “Un uomo in vendita” di Richard Harris, “Il magnifico calciatore” di Wigbert Wicker, “Fimpen il goleador” di Bo Winderberg, “Il profeta del goal” di Sandro Ciotti, “Finale di coppa” di Eran Riklis, “Il centrattacco morì all’alba” di René Mugica.

Se gli apprendisti monaci tibetani di “La Coppa”, curioso e divertente film di Khyentse Norbu che batte bandiera del Buthan, non riescono a rinunciare al fascino dei Mondiali di Calcio nemmeno tra le austere mura del monastero, tra un match e l’altro, sorprese e pronostici, noi non sappiamo resistere alla tentazione di proseguire nella nostra carrellata di titoli cinematografici che, in diversi modi, ruotano attorno al mondo del calcio.
“Italia Germania 4/3” di Andrea Barzini ricorda la storica semifinale dei Mondiali di calcio disputata in Messico che vide gli Azzurri vincere contro la nazionale tedesca la partita del secolo. Per i tre amici Ghini, Bentivoglio e Cederna la mitica partita del Mundial 70 è occasione di rimpatriata e di bilanci, ritrovandosi a distanza di vent’anni in un clima agrodolce da “grande freddo” italiano.
I protagonisti di “Marrakech Express” contendono in una partita di pallone ad un gruppo di marocchini i 30 milioni nascosti nel “tubò” per liberare l’amico, mentre Aldo, Giovanni e Giacomo ripetono la stessa scena con in palio la scultura di Garpez in “Tre uomini e una gamba”. Anche i soldati di “Mediterraneo” dimenticati sull’isola greca ingannano il tempo col gioco del calcio. Nel’hongkonghese “Shaolin Soccer” di Stephen Chow un ex calciatore caduto in disgrazia incontra uno studente di kung fu e lo aiuta a riconciliarsi coi fratelli mettendo in piedi un squadra di calcio e nel thailandese “Goal Club” di Kittikorn Laiwsikirum quattro ragazzi vivono le loro speranze e i loro sogni sull’onda del calcio scommesse, ma tentano di fregare un boss e finirà in tragedia. Finisce in tragedia anche per gli “Ultrà” di Ricky Tognazzi sul treno speciale diretto verso Juventus-Roma, mentre Pupi Avati in “Ultimo Minuto” getta uno sguardo malinconico e cinico nell’ambiente dei dirigenti sportivi, con Ugo Tognazzi in versione amara. Anche Alberto Sordi si fa dirigente in “Il presidente del Borgorosso Football Club”, ma qui il clima è diverso.
Quattro calci al pallone li tirano anche Don Camillo, Fantozzi (la mitica scapoli-ammogliati) e Nanni Moretti (vestito da prete), mentre Troisi, nella fatica di trovare un dialogo con la fidanzata, ascolta alla radio che il Napoli sta perdendo in casa col Cesena. Si gioca Roma-Modena sullo sfondo del fallito furto di “Ladri di biciclette” e delle lacrime del piccolo Enzo Staiola, ma la radiocronaca più inverosimile è quella che Derek Jarman, col suo gusto provocatorio per gli anacronismi, ha lasciato di sfondo al suo “Caravaggio”.
Calcio amatoriale in “Radiofreccia” (anche il Liga, come Salvatores, è regista e calciatore) con Guccini esilarante allenatore (“Ti svelo un segreto, tu giochi dalla nostra parte”) e per Robert Carlyle in “Go now” (film delicato, struggente eppure ironico, come solo gli Inglesi sanno essere capaci), ma ragione di vita per i protagonisti di “Fuga per la vittoria” di John Huston che vede nel cast Sylvester Stallone, Michael Caine e Pelè.
Calcio femminile, con dedica a Beckham nel titolo, per un'altra deliziosa commedia ad ambientazione londinese: "Sognando Beckham" di Gurinder Chadha è un caso raro di film sul calcio femminile, pretesto per raccontare i sogni della nuova generazione in contrasto con le tradizione di una famiglia indiana immigrata in Inghilterra.
Gabriella Aguzzi