
L'estate 2010 per i cinefili o per coloro che saltuariamente, da soli o in compagnia, si concedono l'esperienza di entrare nell'immagine filmica è stata alimentata da una nutrita proposta di pellicole proiettate presso l'Isola Tiberina ( Roma) nell'ambito della manifestazione intitolata “L'Isola del cinema” inaugurata il 19 giugno e conclusasi il giorno dopo la Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica di Venezia, il 12 settembre .
Tra le significative novità in questa sedicesima edizione, è da segnalare il festival di assolute anteprime “Isola mondo”(curata da Alessandra Lo Russo ) che, come si può intuire, ha proposto, dal 17 al 23 luglio,opere provenienti dall'estero: Germania, Giappone, Israele, Messico, Romania, Turchia, Russia e Argentina.
Questi ultimi due Paesi rappresentati rispettivamente dai film “Stilyagi” e “Los paranoicos” hanno riscosso al box office dell'arena allestita un maggiore successo .
In attesa di apprendere di una conferma o smentita del responso di un'unica serata di visione prima dell'uscita ufficiale nelle sale italiane, risulta ugualmente interessante “annunciarli”.

Stilyagi
Regia di Valeri Todorovskij, Russland, 2008. Con Anton Shagin, Oksana Akinsha, Jevgenija Brik
-Diretto nel 2008 da Valery Todorovsky, la visione del film “Stilyagi”, in Italia, si deve alla scelta operata da Olga Strada nel recupero intelligente del cinema russo conosciuto e ricordato chez nous quasi soltanto per le pellicole dei capiscuola fondanti una gloriosa tradizione di inizio Novecento. Quest'ultimo, noto in genere come “cinema sovietico”, operò sotto la dittatura del Socialismo reale , per poi decentralizzarsi negli anni '60 fino a “rinascere “sotto la pur banalizzante aura di nuova Russia.
Tuttavia “Stilyagi” rivitalizza per questioni di genere e di messa in quadro, la tradizione di ripresa e configurazione schermica di un importante regista di medesima nazionalità: Grigori Aleksandrov, nato come attore e tecnico, tenuto a battesimo da Sua Maestà Ejzenštejn, successivamente passato dietro la macchina da presa realizzando negli anni '30 tre validi lungometraggi ossia “Volga Volga“(1938),“Il circo”( 1936) e “Tutto il mondo ride”(1934).
(Da questi ultimi due film, entrambi commedie musicali, il primo sopracitato ereditò il medesimo tono comico e satirico).
Anche “Stilyagi” infatti è classificabile come musical e in virtù di tale appartenenza può essere analizzato in maniera estremamente elastica estendendosi, qualora se ne abbia volontà, a confronti con altri esempi famosi afferenti al medesimo genere, come “Sun Valley Serenade”di Bruce Humberestone, girato nel 1941

Il titolo “Stilyagi”(alla lettera “cacciatore di stile”, da “style”) evidenzia origini occidentali trattandosi propriamente della denominazione, in forma di appellativo dispregiativo, di un fenomeno paraculturale (o subculturale) apolitico attivo nell'Unione Sovietica tra il 1940 e il 1960 a cui aderirono numerosissimi giovani, figli di ricche, benestanti famiglie e , nella maggior parte dei casi, studenti universitari. Estremamente appariscenti e visibili, dunque condannati e repressi dalla moda istituzionalizzata dal regime comunista staliniano,e rano affascinati dalla musica occidentale coeva e da ogni forma d'arte (soprattutto la letteratura straniera messa all'indice in patria ) in apparenza nate dall'autonomia di pensiero, dal desiderio e possesso di libertà intellettuale e materiale.
In tale esatta o fittizia verità credevano gli Hipsters-Selvaggi raffinati (così recita il sottotitolo della pellicola) nella Mosca del 1955, ancora più disinibiti, scorretti e potenzialmente criminali (risulta icastico il trinomio “sesso,droga and rock&roll”) a due anni di distanza dalla morte di Stalin, tanto da incarnarla combattendo quotidianamente contro il Komsomol ossia il Partito dei Giovani Comunisti guidati, in autentiche spedizioni punitive, da Katya. Un paio di lunghe forbici è denominato con freddezza da esame autoptico “lo strumento” con cui lei recide i capelli di tutte le ragazze sorprese a divertirsi con altri coetanei in night o case antenate delle moderne discoteche.
Un lungo primo piano mostra nella fierezza e nel dolore,l'assurda ambiguità di un eroismo involontario perché coincidente, semplicemente, con l'atto del vivere negli occhi di una ragazza bionda, dai lineamenti perfetti ed intensi , seviziata mentre il volume della musica cresce.
Delle ragazze presenti allo scandaloso party, Polly , nome inglesizzato di Pauline, viene inseguita da un diligente compagno della sezione comunista , ma fingendo di essersi slogata una caviglia riesce a buttarlo in un laghetto e fuggire via non senza, beffandolo, averlo invitato ad una delle successive travolgenti feste future a cui nuovamente prenderà parte.
Mels, ”battezzato” con l'acronimo delle icone del comunismo (Marx, Engels, Lenin, Stalin ) cade non solo in acqua , ma “he falls in love” letteralmente: folgorato dalla sua “antagonista “, scopre l'Amore, intraprendendo da quel momento in poi un percorso iniziatico al contrario, giacché per conquistare il cuore della fanciulla,i nverte il tetro ritmo della sua vita, sfoggiando colori sgargianti, quasi psichedelici, emergendo dal grigiore della sua esistenza, per diventare “come lei lo vuole ( lo vorrebbe)”
Il set della nuova vita di Mel sono i locali notturni di una via di Mosca soprannominata significativamente “Broadway”. Il montaggio alternato e parallelo dei due principali punti di vista ideologici delle generazioni a confronto, mostra la paura dei genitori di Polly e degli altri giovani, di chi, proprio in quanto ha dato la vita, cerca di difenderla e proteggerla suggerendo la conformità al sistema come garanzia di tranquillità....
A riequilibrare le sorti del film sono i divertenti, spumeggianti ,ma mai banali momenti musicali, giacché la loro interruzione funge da raccordo nella trama e sul piano ideologico. La musica sembra convincere, spiegare, affratellare, e dominando nel film emerge soprattutto in momenti canori efficaci sul piano simbolico come “L'uccello del paradiso” incentrata su una questione di costume e sul possedere ciascuno un proprio abito per vivere in società o strumentali affidati al calore del sax (“Se vuoi seguire te stesso devi suonare il sax”sentenzia l'uomo che lo ha venduto a Mel).
Tuttavia, trattandosi di un musical, la musica necessariamente si fa mezzo espressivo e fortemente incisivo della fazione antagonista che, nel pieno rispetto della “Morfologia della fiaba “ di Propp è incarnata da Kate (nella sua versione moderna di “strega cattiva”, non poteva mancare la componente amorosa a lei riferita infatti nutre segretamente una passione per Mel, tentando di corteggiarlo emulando i vestiti Polly): in una canzone ,durante una riunione di studenti universitari iscritti al Komsomol , esautora Mel da ogni incarico revocandogli in sostanza la tessera del partito ed umiliandolo nel definirlo peggiore di un nemico in quanto autentico traditore.
Affermare che il film sia un'ulteriore versione in salsa russa di “Grease” o di altri musical di successo deprecherebbe il suo pregevole valore: gli Hipsters non sono stati concepiti e men che meno appaiono semplicemente come giovani sovietici arrabbiati o scatenati in balli acrobatici. Il rumoroso divertimento della compagnia in cui entra Mel, iconograficamente, espresso da vestiti sgargianti, abbinamenti cromatici assurdi è dignificato da un climax di tenero romanticismo: delicata l'inquadratura dall'alto riservata alla coppia Mel-Polly, nudi,la cui pelle eburnea splende sull'increspato delle lenzuola durante la prima notte d'amore. Giovani, belli e innamorati le loro avverse vicende tanto somigliano alla tragedia degli amanti di Verona Romeo e Giulietta.
Un'ennesima irruzione della squadra guidata da Kate fa vittima nuovamente Polly incinta, a cui sono barbaramente recisi i capelli sotto gli occhi di un impotente Mel bloccato da alcuni uomini. La loro contrapposizione e la violenza che entrambi subiscono ricorda vividamente la nota scena di “Rocco e i suoi fratelli “ in cui Rocco è costretto a vedere lo stupro operato dal fratello sulla sua ragazza.
Degna di riflessione a latere, la vicenda di Fred, di cui soltanto al termine del film viene rivelato il nome russo Fiodor: è l'unico ragazzo del gruppo “Stilyagi” a ritornare all'ordine per imposizione paterna e le sue riflessioni esternate in totale sincerità a Mel rendono ambigua ogni interpretazione del fenomeno e potrebbero anche porsi come segreto messaggio autoriale della regista Todorovsky. Dietro la promessa di un viaggio in America-patria spirituale di ogni Hipster da cui vengono mode ed idoli (costantemente citati si ascoltano in “Stilyagi” i capolavori di Charlie Parker,Elvis Presley ecc...) -Fred è costretto a ritornare all'ordine ossia “ripulirsi” esteticamente, cambiare abbigliamento, abbandonare i suoi amici e sposare la donna che non ama. La sua maturazione “dall'alto” si prospetta una sorta di resa dei conti giacché dopo aver vissuto a spese dei genitori, disponendo di denaro, bei vestiti, libri proibiti in biblioteca ( possiede infatti una copia del Kamasutra),deve obbedire: il suo sogno, frutto di un ricatto, si trasformerà in un incubo, ma anche nella scoperta di una verità tradita dalla stessa velocità del progresso tanto osannato.
Probabilmente Mel resta l'unico disincantato, sognatore, fiducioso che la musica e il suo sax possano salvare il mondo, i suoi occhi che hanno luce soltanto per Polly, sono ciechi di fronte all'evidenza : la sicurezza del giovane acquisita all'interno del gruppo, del branco sia dalla parte dei carnefici che delle vittime è effimera dipinta sul suo volto quasi infantile e cristallino.
Per quanto si tratti di un musical l'estetica filmica curata adeguatamente si impreziosisce di una scelta dei volti degli interpreti compiuta , sembrerebbe a ben guardarli , secondo un paradigma “inventato” in Russia all'epoca del regista Ejzenštejn ossia il “tipaz”.
«[...]caratteristica specifica, come il montaggio, di questo periodo del cinema. E sia ben chiaro ch'io non intendo limitare alle mie opere il concetto di «tipaz» o di montaggio.
Ci tengo ad affermare che il « tipaz » dev'essere inteso come qualcosa di più che un semplice volto senza trucco o la sostituzione agli attori di tipi « naturalmente espressivi». Include, secondo me, un atteggiamento specifico verso i fatti compresi nel film. È, ancora una volta, il metodo fondato sul minimo d'interferenza, col corso e le combinazioni naturali dei fatti.” (da S.M.Ejzenštejn, La forma cinematografica ).
La regista Todorovskij inquadra con affetto questi giovani russi che a ritmo di musica si fanno da sé, tra le difficoltà quotidiane divisi tra negazione dell'ideologia di stato, professione del solo verbo musicale e pragmatismo , ma il finale del film rende ambiguo lo sguardo posto sul fenomeno Hipsters, tra descrizione , approvazione e promozione.
Una canzone finale è intonata e suonata da Mel e Polly nei loro tipici abiti Hipster mentre camminano , ripresi in piano sequenza lungo un viale probabilmente di Mosca; proseguendo l'inquadratura si allarga sull'intero viale in cui affluiscono giovani vestiti con abiti di ogni generazione e moda futura costituendo man mano una folla immensa . Tutti si uniscono in una sorta di abbraccio collettivo ripetendo il ritornello “Va avanti e continua a suonare”.