L'Isola del Cinema

22/09/2010

L'estate  2010 per i  cinefili o per  coloro  che  saltuariamente, da  soli o in compagnia, si concedono  l'esperienza di  entrare  nell'immagine  filmica  è stata  alimentata da una nutrita proposta  di pellicole proiettate presso l'Isola  Tiberina ( Roma) nell'ambito  della manifestazione  intitolata  “L'Isola  del  cinema” inaugurata il 19 giugno  e  conclusasi il giorno dopo la Mostra  Internazionale  D'Arte Cinematografica di Venezia, il 12 settembre  .
Tra le  significative novità in questa  sedicesima  edizione, è  da segnalare il festival di  assolute anteprime “Isola mondo”(curata da  Alessandra  Lo  Russo ) che, come si può intuire, ha  proposto, dal 17  al  23 luglio,opere provenienti dall'estero: Germania, Giappone, Israele, Messico, Romania, Turchia, Russia  e  Argentina.
Questi ultimi  due  Paesi rappresentati  rispettivamente dai film “Stilyagi” e  “Los paranoicos” hanno  riscosso al box office dell'arena allestita   un maggiore successo .
In attesa  di apprendere di una conferma o  smentita  del responso  di un'unica serata di visione  prima dell'uscita ufficiale nelle sale italiane, risulta ugualmente   interessante “annunciarli”.


Stilyagi
Regia di Valeri Todorovskij, Russland, 2008. Con  Anton Shagin, Oksana Akinsha, Jevgenija Brik
-Diretto  nel 2008 da Valery Todorovsky, la visione del film “Stilyagi”, in Italia, si deve alla  scelta  operata da Olga Strada nel  recupero  intelligente  del cinema  russo conosciuto e ricordato chez  nous quasi soltanto per le pellicole dei capiscuola fondanti una gloriosa tradizione di inizio  Novecento. Quest'ultimo, noto in genere come “cinema  sovietico”, operò  sotto la  dittatura  del Socialismo reale , per  poi   decentralizzarsi  negli  anni  '60  fino a “rinascere “sotto la pur  banalizzante aura  di nuova Russia.
Tuttavia  “Stilyagi” rivitalizza per  questioni di  genere  e  di  messa in quadro,  la tradizione  di  ripresa e   configurazione  schermica di un  importante regista  di medesima  nazionalità: Grigori Aleksandrov, nato come attore  e tecnico, tenuto a  battesimo da  Sua  Maestà Ejzenštejn, successivamente passato  dietro  la  macchina  da  presa realizzando negli  anni '30 tre validi lungometraggi ossia  “Volga Volga“(1938),“Il  circo”( 1936)  e “Tutto il mondo  ride”(1934).
(Da questi ultimi due  film, entrambi commedie musicali, il primo sopracitato  ereditò il medesimo  tono  comico  e satirico).
Anche “Stilyagi” infatti è classificabile come musical e  in virtù di tale appartenenza può essere analizzato in maniera estremamente  elastica  estendendosi, qualora se  ne abbia volontà, a  confronti con altri esempi famosi afferenti al medesimo genere, come “Sun Valley Serenade”di Bruce Humberestone, girato nel 1941

Il titolo “Stilyagi”(alla lettera “cacciatore  di stile”, da “style”) evidenzia  origini occidentali trattandosi propriamente della denominazione, in forma  di appellativo dispregiativo,  di un fenomeno paraculturale (o subculturale) apolitico attivo nell'Unione Sovietica tra il 1940 e  il 1960 a  cui aderirono numerosissimi giovani, figli di ricche, benestanti famiglie e  , nella maggior parte  dei  casi, studenti  universitari. Estremamente appariscenti e  visibili, dunque  condannati  e  repressi dalla moda  istituzionalizzata  dal regime comunista staliniano,e rano affascinati dalla musica occidentale  coeva e da ogni forma d'arte (soprattutto la letteratura straniera messa  all'indice in patria ) in apparenza nate dall'autonomia di pensiero, dal desiderio e  possesso di libertà intellettuale  e  materiale.
In tale esatta o fittizia verità  credevano gli Hipsters-Selvaggi raffinati (così recita il sottotitolo della  pellicola) nella  Mosca  del 1955, ancora  più disinibiti, scorretti  e  potenzialmente  criminali (risulta icastico il trinomio “sesso,droga and rock&roll”) a  due anni di distanza dalla morte  di Stalin, tanto da incarnarla  combattendo quotidianamente  contro il Komsomol ossia il Partito  dei Giovani Comunisti guidati, in autentiche  spedizioni punitive,   da Katya. Un paio di  lunghe forbici  è denominato con freddezza da esame  autoptico “lo strumento” con cui lei recide i capelli di tutte le ragazze sorprese  a  divertirsi con altri coetanei in night o case  antenate delle moderne  discoteche.
Un lungo primo piano mostra nella  fierezza e nel dolore,l'assurda ambiguità di un  eroismo involontario perché coincidente, semplicemente, con l'atto del vivere negli occhi di una ragazza bionda, dai lineamenti perfetti ed intensi , seviziata mentre il volume  della  musica cresce.
Delle  ragazze presenti allo scandaloso party, Polly , nome inglesizzato di Pauline, viene inseguita da  un diligente compagno della sezione comunista , ma  fingendo di essersi slogata una caviglia riesce  a buttarlo in un laghetto e fuggire via  non  senza, beffandolo, averlo invitato ad una delle successive travolgenti feste future a cui nuovamente  prenderà parte.
Mels, ”battezzato” con l'acronimo delle icone del comunismo (Marx, Engels, Lenin, Stalin ) cade non solo in acqua , ma “he  falls in love” letteralmente: folgorato dalla  sua  “antagonista “, scopre l'Amore, intraprendendo da  quel momento in poi un percorso iniziatico al contrario, giacché per conquistare il cuore  della fanciulla,i nverte il  tetro ritmo della sua vita, sfoggiando colori sgargianti, quasi psichedelici, emergendo dal grigiore della  sua  esistenza, per diventare “come lei lo vuole ( lo vorrebbe)”
Il set  della nuova vita di Mel sono i locali  notturni di una via  di Mosca  soprannominata significativamente “Broadway”. Il montaggio alternato e  parallelo dei due principali punti di vista ideologici  delle generazioni a  confronto, mostra la paura dei genitori di Polly e degli altri giovani, di chi, proprio in quanto ha  dato la  vita, cerca  di difenderla  e proteggerla  suggerendo la conformità al sistema come  garanzia di tranquillità....
 A  riequilibrare le  sorti del film sono i divertenti, spumeggianti ,ma  mai banali momenti musicali, giacché la loro interruzione funge da raccordo nella trama e sul piano ideologico. La musica  sembra convincere, spiegare, affratellare, e  dominando nel film emerge soprattutto in momenti canori efficaci sul piano simbolico come “L'uccello del paradiso” incentrata su una questione di costume e  sul possedere  ciascuno un proprio abito per vivere in società o strumentali affidati al calore del sax (“Se vuoi seguire te stesso devi suonare il sax”sentenzia l'uomo che lo  ha venduto   a  Mel).
Tuttavia,  trattandosi  di  un musical, la  musica   necessariamente   si fa  mezzo espressivo  e  fortemente  incisivo della  fazione  antagonista che, nel  pieno  rispetto  della “Morfologia  della  fiaba “ di Propp è  incarnata  da  Kate (nella  sua  versione moderna di “strega  cattiva”, non poteva mancare  la  componente amorosa  a lei  riferita infatti  nutre segretamente una  passione  per  Mel, tentando di corteggiarlo  emulando i vestiti Polly): in una canzone ,durante una riunione di  studenti universitari iscritti  al Komsomol , esautora  Mel da  ogni incarico  revocandogli in sostanza  la tessera del partito  ed  umiliandolo nel definirlo  peggiore  di un nemico in quanto  autentico  traditore.
Affermare che il film sia  un'ulteriore  versione in salsa  russa  di “Grease”  o  di altri  musical di successo deprecherebbe  il  suo pregevole  valore: gli Hipsters  non sono stati concepiti e men che meno appaiono  semplicemente  come giovani sovietici arrabbiati o scatenati in balli acrobatici. Il rumoroso divertimento della compagnia  in cui entra Mel, iconograficamente,  espresso da vestiti sgargianti, abbinamenti  cromatici assurdi è dignificato da   un climax di  tenero romanticismo: delicata l'inquadratura  dall'alto  riservata  alla  coppia Mel-Polly, nudi,la  cui pelle  eburnea  splende  sull'increspato  delle  lenzuola durante la  prima notte  d'amore. Giovani, belli  e innamorati le  loro avverse  vicende  tanto  somigliano  alla tragedia  degli amanti di Verona Romeo  e Giulietta.
Un'ennesima  irruzione della squadra guidata da  Kate fa  vittima nuovamente Polly incinta,  a cui sono barbaramente  recisi  i  capelli sotto  gli occhi di un impotente  Mel bloccato da alcuni uomini. La  loro contrapposizione  e  la  violenza che  entrambi  subiscono  ricorda  vividamente  la      nota  scena  di “Rocco  e  i  suoi fratelli “ in cui Rocco è costretto  a  vedere  lo stupro  operato dal fratello sulla sua  ragazza.
Degna  di riflessione   a latere, la vicenda  di   Fred, di  cui soltanto  al termine  del  film viene  rivelato il  nome  russo Fiodor: è l'unico ragazzo  del  gruppo “Stilyagi” a ritornare  all'ordine per  imposizione paterna e le  sue  riflessioni  esternate in totale  sincerità  a  Mel rendono ambigua ogni interpretazione del  fenomeno  e potrebbero  anche  porsi  come  segreto  messaggio  autoriale della  regista  Todorovsky. Dietro  la  promessa di un viaggio in America-patria  spirituale  di ogni Hipster  da  cui vengono mode ed idoli (costantemente  citati  si  ascoltano  in “Stilyagi” i  capolavori di  Charlie  Parker,Elvis  Presley ecc...) -Fred è costretto   a  ritornare all'ordine ossia “ripulirsi”  esteticamente, cambiare  abbigliamento, abbandonare i  suoi  amici  e sposare  la  donna  che  non  ama. La  sua  maturazione “dall'alto” si prospetta una sorta  di resa  dei conti giacché dopo aver  vissuto a  spese  dei genitori, disponendo di denaro, bei vestiti, libri proibiti in  biblioteca ( possiede infatti una  copia del Kamasutra),deve obbedire:  il suo sogno, frutto  di un ricatto, si trasformerà in un incubo, ma  anche nella  scoperta  di una verità tradita dalla  stessa  velocità del progresso tanto osannato.
Probabilmente Mel resta l'unico disincantato, sognatore, fiducioso  che la  musica  e il suo sax possano  salvare  il mondo, i suoi  occhi che  hanno luce  soltanto per Polly, sono  ciechi  di fronte  all'evidenza : la  sicurezza  del giovane acquisita all'interno  del gruppo, del branco sia  dalla  parte  dei carnefici  che  delle vittime è  effimera dipinta  sul  suo volto quasi infantile e  cristallino.
Per  quanto  si  tratti  di un musical l'estetica  filmica  curata  adeguatamente si impreziosisce  di una   scelta  dei  volti  degli interpreti compiuta , sembrerebbe a ben  guardarli , secondo un paradigma  “inventato” in Russia all'epoca  del  regista Ejzenštejn ossia il “tipaz”.
 «[...]caratteristica specifica, come il montaggio, di questo periodo del cinema. E sia ben chiaro ch'io non intendo limitare alle mie opere il concetto di «tipaz» o di montaggio.
Ci tengo ad affermare che il « tipaz » dev'essere inteso come qualcosa di più che un semplice volto senza trucco o la sostituzione agli attori di tipi « naturalmente espressivi». Include, secondo me, un atteggiamento specifico verso i fatti compresi nel film. È, ancora una volta, il metodo fondato sul minimo d'interferenza, col corso e le combinazioni naturali dei fatti.”
(da S.M.Ejzenštejn, La  forma  cinematografica ).
La regista Todorovskij inquadra con affetto questi giovani russi  che a ritmo di musica si fanno  da sé, tra le difficoltà quotidiane divisi tra negazione dell'ideologia di stato, professione del solo verbo musicale e pragmatismo , ma il finale del film rende ambiguo lo sguardo posto sul fenomeno Hipsters, tra descrizione , approvazione e promozione.
Una  canzone finale è intonata  e  suonata  da Mel e Polly  nei loro tipici abiti  Hipster mentre camminano , ripresi  in piano sequenza lungo  un viale probabilmente  di Mosca; proseguendo l'inquadratura si allarga sull'intero viale in cui affluiscono giovani vestiti con abiti di ogni generazione e moda futura costituendo man  mano  una folla  immensa . Tutti si uniscono in una sorta di abbraccio collettivo ripetendo  il ritornello “Va  avanti  e continua a  suonare”.

Mariangela Imbrenda