Muore giovane chi è caro agli dei, che desiderano la sua compagnia, o chi è inviso agli dei, gelosi della sua bellezza?
Il dubbio ci è venuto nell'apprendere la triste notizia della scomparsa di Heath Ledger. Al momento in cui scriviamo queste righe ancora non sappiamo il motivo, e francamente non ci interessa: in ogni caso la sua morte ci lascia costernati e immensamente dispiaciuti.
Indimenticabile protagonista di “Brokeback Mountain”, aveva cominciato a farsi notare nel 2000 per il fisico avvenente in film di scarso rilievo artistico, che non lasciavano vedere il suo talento, come “Il destino di un cavaliere”, anche se a fianco di Mel Gibson in “Il patriota” già si era ritagliato l'attenzione della critica, e non solo del pubblico femminile, e si era guadagnato le ambite stellette di erede proprio di Gibson. Con “Le 4 piume” aveva finalmente messo in mostra il proprio spessore interpretativo, e i più attenti potevano notare come sapesse trasformare in espressione un lieve difetto fisico (la bocca che tende a storcersi a destra). Abile anche nel registro leggero (Casanova), era capace però, quando i ruoli glielo consentivano, di una particolare intensità, in bilico tra Marlon Brando e Steve McQueen, di cui possedeva il fascino un po' ruvido. Questo si nota nelle sue pellicole migliori, appunto: “Paradiso + inferno”, in cui interpretava, temiamo con troppa credibilità, un giovane tossicodipendente, e il citato “Brokeback Mountain”, capolavoro di sofferta malinconia a cui anche il povero Heath contribuisce con un'interpretazione toccante e perfetta: la scena in cui abbraccia la giacca dell'amico morto e il finale resteranno sempre nel nostro cuore, e lui con loro per averle recitate.
Quando alcuni giorni fa è morto “misteriosamente” un altro giovane attore, Brad Renfro, ex promessa finita nel dimenticatoio e nella vita spericolata, il pensiero aveva sfiorato un momento River Phoenix. Ora il collegamento tra Heath Ledger e il mitico Phoenix si fa più stretto, anche per una circostanza che ha della crudele ironia: poco prima di morire, River aveva ritirato la Coppa Volpi al festival di Venezia quale migliore attore per “Belli e dannati”. A settembre anche Heath aveva ritirato una Coppa Volpi, sebbene destinata all'amica e compatriota Cate Blanchett, per “Io non sono qui”, l'ultima sua convincente interpretazione ( sia lui che la Blanchett rivestivano il ruolo di Bob Dylan, e speriamo che la triste circostanza inviti i distributori a far circolare ancora la pellicola), in attesa di vederlo nel ruolo lisergico del Joker nel nuovo Batman di Chris Nolan. E l'ultima immagine di lui che vogliamo ricordare è proprio quella in cui si presentò alla cerimonia di premiazione vestito in modo quanto meno improbabile, con bermuda, calze a righe, camicetta sgargiante e “porky hat”. Adorabile