Buon Compleanno, Sophia!

22/09/2014

Sophia Loren ha compiuto 80 anni. La sua vita sembra un film: sua madre, la napoletana Romilda Villani, nel 1934 doveva andare ad Hollywood, ma rinuncia perché incinta di lei, dopo aver vinto un concorso come sosia di Greta Garbo.
La Loren comincia la sua ascesa verso il successo nel 1950 con il premio di Miss Eleganza, creato apposta per lei. Prima come Sofia Lazzaro poi come Sophia Loren. La sua fortuna è dovuta soprattutto all'incontro con il produttore Carlo Ponti nel 1951 con cui firma un settennale contratto cinematografico: lo sposerà anni dopo nel 1957, nonostante lui sia già coniugato e con due figli e il divorzio in Italia non fosse ancora legale. Oltre al marito gli uomini che la consacrano artisticamente, sono due: Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica.
Recita con John Wayne in “Timbuctù, con William Holden in “La chiave”,  con Charlton Heston in “El Cid Campeador”,  con Clark Gable in “La baia di Napoli”, con Cary Grant in Un Marito per Cinzia, con Omar Sharif in C’era una volta, con Charlie Chaplin e Marlon Brando nella “Contessa di Honk Kong.

De Sica con il suo “La Ciociara” nel 1962 la porta con una parte drammatica a vincere un Oscar come miglior attrice protagonista, quello di Cesira: il ruolo viene offerto in un primo momento ad Anna Magnani; memorabili alcune scene come lo stupro nella chiesa abbandonata e il pianto liberatorio con lei a terra dopo la violenza subita. Con Mastroianni fa coppia in ben 15 film, due in particolare vincono l'Oscar come miglior film straniero: nel 1963 “Ieri, oggi, domani” (il celebre spogliarello dinanzi l'estasiato Marcello Mastroianni) e nel 1964 “Matrimonio all'italiana”(tratto dalla “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo).
Sergio Endrigo nel 1969 le dedica la sua canzone “Sophie”.

Capolavoro del 1977 resta il film “Una giornata particolare” in cui al fianco di un Mastroianni, sensibile e gigante, vive e sviscera con anima il personaggio di una casalinga madre di sei figli del periodo fascista e in particolare della giornata del 3 maggio 1938 in cui Hitler visita la Capitale: senza trucco, sciatta, trasandata, il viso sempre triste, le mani e gli occhi su quei libri letti piano a fatica: unico svago e respiro dalla realtà che la ingabbia; sorride però all'amicizia e ad un breve, intenso amore, con un intellettuale omosessuale (con quanta ingenua delicatezza in una sequenza Marcello Mastroianni mentre la stringe a sé, baciandola, le carezza il seno senza la solita  mascolina irruenza), Gabriele, suo inquilino, che sarà poi mandato al confine. Un film che da solo vale la storia del neorealismo italiano e del cinema stesso, diretto da Ettore Scola e che ha visto di recente alla Mostra del Cinema di Venezia il restauro digitale. Lei vince il sesto David di Donatello della sua carriera.

Nel 1999 è lei a consegnare l'Oscar a Roberto Benigni per il suo “La vita è bella” come miglior film straniero.
Vince nel 1991 l'oscar alla carriera; la Coppa Volpi nel 1958 per “Orchidea nera” di Martin Ritt; l'Orso d'Oro e il Leone d'Oro alla carriera nel 1998.
Un paragone lo si può azzardare, come lei Monica Bellucci avrebbe potuto diventare il simbolo della bellezza e della bravura made in italy. Ma il cinema moderno esige il prezzo dell'esteriorità, esige la nudità, priva talvolta di dignità i personaggi femminili. La Bellucci si è denudata, è apparsa senza abiti, ha allontanato dal cinema e da sé quella grazia che la Loren conservò a fatica. La Bellucci sarebbe potuta diventare il simbolo del cinema italiano dopo la Loren, perchè come lei bella e intelligente. Ogni attrice sceglie il suo destino e il proprio abito. Il cinema dopo la Loren ha riempito di erotismo il vuoto di “emozioni” dei personaggi femminili. Ogni tanto un miracolo, solo quando il cinema non decide di distogliere o rivolgere l'attenzione verso un corpo. Jasmine Trinca su tutte.
Il suo ultimo film “La voce umana” è diretto dal figlio, Edoardo Conti.

Damiano Landriccia