Ennio Fantastichini, un cattivo dall'anima buona

04/12/2018

Sembra retorica pura dire che ci sono articoli che uno come me non vorrebbe mai scrivere,  questo dedicato ad un attore come Ennio Fantastichini è uno di quelli, ma certe cose vanno fatte e basta...
Ebbi l'occasione di apprezzare l'attore Ennio Fantastichini vedendolo  nel primo film da regista di Sergio Rubini ''La Stazione'' e successivamente nel film di Emidio Greco ''Una storia semplice'',  tratto da un racconto di Sciascia, con un cast bellissimo e talentuoso, capitanato  da GianMaria Volontè, suo mentore- maestro.
In entrambi  i film Ennio era cattivo ma cattivo cattivo;  al contempo però non si poteva non volergli bene e restare ipnotizzati dalla sua bravura.
Nel 1991 incontrai  Ennio a Saint Vincent quando tutto il cast di "Una storia semplice" - tra gli altri c'erano Ricky e Gian Marco Tognazzi, Massimo Ghini e Massimo Dapporto -  fu premiato con le "Grolle d'oro"; simpatizzammo subito.
L'ho sempre apprezzato perché quando faceva il ''bastardo'', e lo faceva spesso e volentieri anche perché il fisico ed il volto lo aiutavano molto in questi ruoli, si capiva che si divertiva come un matto nel farlo.  Per esempio penso al personaggio di ''Porte aperte'', anch'esso  tratto da un testo di Sciascia,  diretto da Gianni Amelio, a fianco di Volontè, in questo film Ennio dava vita all'imputato mentre l'immenso GianMaria era il giudice.
Fantastichini amava molto questo film e ne era profondamente orgoglioso poiché teneva testa al suo mito Volontè, e lo amava giustamente perché è un autentico capolavoro attoriale e registico.
Mi piace ricordarlo anche in ''Ferie d'agosto'' di Paolo Virzì, indimenticabile in quest'opera political-balneare la sequenza del diverbio-litigio politico e filosofico fra lui e Silvio Orlando.
In questo film Ennio dava vita ad un personaggio meschino, ignorante e destrorso; invece Silvio Orlando era un intellettuale di sinistra in crisi esistenziale e politica.
Fantastichini amava interpretare personaggi ostici e politicamente scorretti, vedasi il padre omofobo di ''Mine vaganti'' diretto Ferzan Ozpetek, in cui interpreta il padre di ben due figli gay interpretati brillantemente da Alessandro Preziosi e Riccardo Scamarcio, ruolo che gli valse un David di Donatello come attore non protagonista.
Ferzan Ozpetek lo diresse anche in ''Saturno Contro'', in cui l'attore romano diede anima e corpo ad un personaggio completamente in antitesi con quello di ''Mine vaganti'', cioè un gay inquieto e tormentato.
Cosa lascia artisticamente Ennio Fantastichini? Lascia una lunga lista di titoli interpretati con ruoli magari secondari o piccoli ma tutti disegnati con passione ed intensità, quando entrava lui  in scena un film, anche se  claudicante, diventava un film da vedere assolutamente...Ennio Fantastichini mancherà molto al nostro cinema per il suo talento immenso e l'umanità.... Buon viaggio caro Ennio.

Ettore Calvello