Lacrime nella pioggia
25/07/2019

Muore nel 2019, come il Replicante Roy Batty, Rutger Hauer. Ci sono articoli che non vorresti scrivere mai, e il ricordo di questo grandissimo attore dagli occhi di ghiaccio, è uno di questi. La commozione, ancora violenta dopo l’improvvisa notizia di ieri, lo rende imparziale, mentre ancora nella memoria rimbombano le parole di uno dei monologhi più celebri e belli della storia del Cinema. Riascoltato decine e decine e decine di volte di cui una proprio con lui in sala.
Fa sempre una strana impressione incontrare i propri miti. Lasciano un vuoto ancora più grande quando muoiono, perché insieme a quei ricordi sullo schermo, alle battute imparate a memoria, alle scene cult viste e riviste, si aggiungono quelle piccole schegge personali. Per cui non me lo ricordo solo lì sul tetto nella pioggia con la colomba tra le mani, ma anche con la maglietta del Joker sotto la giacca da sera. Uno di quei momenti che si perderanno come lacrime nella pioggia.

Era venuto più volte a Milano Rutger Hauer, quando dirigeva la rassegna “I’ve seen films...” . Lo ricordo mentre tagliava per tutti i presenti fette di torta, quando allo Spazio Oberdan (ora chiuso perché tutto cambia) aveva festeggiato il compleanno di Francesco Baccini, quando mi aveva autografato la maglietta e il DVD di Blade Runner. Ed è quando i ricordi personali si mescolano a quelli del Cinema che la malinconia si fa più intensa.
Rutger Hauer era Roy Batty, il Replicante che reclamava più vita nel film di fantascienza più bello di sempre (e dubito che sarà mai battuto, ogni volta l’emozione di assistere ad un capolavoro assoluto si ripete resistendo al tempo). Leggenda vuole che fosse stato proprio lui ad improvvisare il celeberrimo monologo. Era il meraviglioso Etienne Navarre, Lupo la notte e tormentato cavaliere di giorno nell’impossibile amore per la sua donna Falco che l’alba e il tramonto separano (“Always together, eternally apart”). Era il Santo Bevitore fedele al voto fatto alla piccola Teresa di Lisieux. La sua ultima apparizione in The Sisters Brothers, affascinante malvagio in un western sui generis. Ed era quell’uomo cordiale, ancora affascinante nonostante l’età, che ti guardava con gli stessi meravigliosi occhi azzurri di Roy Batty e di Etienne.
“La luce che arde col doppio splendore brucia per metà del tempo”. E la tua luce è stata intensa e fulgida, Rutger.
Gabriella Aguzzi