L'anima buona di Clint Eastwood

31/05/2015

Nel film “Debito di sangue”, al personaggio di Clint Eastwood, rude poliziotto in pensione, viene trapiantato il cuore di una donna messicana. E' ciò che sembra essergli successo quando, attorno alla sessantina, ha deciso di abbandonare il ruolo di interprete di film western e polizieschi per dedicarsi a tempo pieno alla regia (recita ancora molto, e bene, ma dagli anni '90 solo in film da lui stesso diretti). Basta scorrere i titoli dell'ultima ventina di film realizzati per rendersi conto che uno dei rappresentanti per eccellenza del machismo, duro, giusto e un po' sadico, si è intenerito. Non il suo cinema, per carità: sempre quadrato, solido, essenziale, vigoroso, “maschio”- storie vere, gusto noir, niente orpelli estetizzanti – e il tutto saldamente entro il cinema di genere, prevalentemente poliziesco. Però i personaggi, le storie, i sentimenti, sono vibranti, commoventi, teneri, quasi “materni”.
Non è un caso, dunque, che protagonista di un film come "Changeling" sia una donna, alla disperata ricerca del figlio scomparso e della verità: una donna volitiva e fragile, come lo era la tragica protagonista di “Million dollar baby”. Donne, e bambini dall'infanzia negata, sono i nuovi eroi del cinema dell'ex ispettore Callaghan: ecco, per esempio, oltre ai film appena citati, I ponti di Madison County, Un mondo perfetto, Mystic River. E quando tornano protagonisti gli uomini, sono sempre uomini colti in momenti di fragilità e incertezza, spesso in età avanzata (oltre a Debito di sangue, Space Cowboys, Gli spietati, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, Flags of our fathers, Lettere da Iwo Jima, e naturalmente anche Mystic River e Million dollar baby).

Di nuovo “Changeling” aveva il fatto di non presentare praticamente un solo personaggio maschile positivo, con l'eccezione di uno secondario, l'ispettore Ybarra ( il reverendo interpretato da John Malkovich agisce più per gloria personale o furore combattivo che per pietà): accanto alla tormentata Angelina Jolie spiccano solo altre donne vittime e bambini usati (spesso anche letteralmente!) come carne da macello, mentre gli uomini sono quasi tutti spietati - egoisti, indifferenti, crudeli o assassini: se a inizio carriera Eastwood era essenzialmente un cinico (si veda ad esempio Il texano dagli occhi di ghiaccio), con l'età è cresciuto in amarezza e disillusione. Nei suoi ultimi film esiste solo la sconfitta: Christine spera ostinatamente, ma il figlio è rimasto disperso (vale a dire, è stato ucciso); .Maggie Fitzgerald può solo chiedere di morire ( e che strazio l'immagine di Clint che esce dall'ospedale...); Jimmy perde la figlia e uccide un amico che non ha commesso il delitto che lui crede; i giapponesi a Iwo Jima escono sconfitti, e la vittoria  porta agli americani (nel “doppione” Flags of our fathers) solo rimorso e senso di colpa. E via e via potremmo  andare avanti con l'elenco.
Se aveva un po' sorpreso, una ventina d'anni fa, quando con Un mondo perfetto e I ponti di Madison County ci aveva costretto a tirar fuori il fazzoletto (all'epoca qualcuno era rimasto tanto scioccato nel vedere l'autore di Brivido nella notte, Gunny e Il cavaliere pallido tirar fuori un melodramma romantico assai più consono a Robert Redford, che aveva storto il naso; oggi è considerato all'unanimità un capolavoro del genere), ora quando si va a veder un suo film ci si premunisce sempre, certi che in qualche modo saprà toccare le nostre corde più tenere. Ma attenzione: Eastwood non è autore “strappalacrime”, se ci fa piangere lo fa, innanzitutto, sconvolgendoci con la sua violenza e il suo pessimismo.
Come dimostra in Gran Torino, con il suo scontroso e solitario Walt Kowalski, Medaglia d'Argento alla Guerra di Corea che gli ha macchiato le mani di sangue, commovente e indimenticabile eroe stanco di rara umanità che riassume tutti i Callaghan, i William Munny, gli Stranieri senza nome. Perché, come dice William Munny ne "Gli Spietati": "è una strana cosa uccidere un uomo, gli togli tutto quello che ha e quello che sperava di avere".
Perché, come detto prima, a 85 anni compiuti oggi, il vecchio leone ha ben capito che quello in cui viviamo è un mondo senza speranza.

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Elena Aguzzi