Jack Kerouac: 50 anni on the road

01/01/2008

Se si legge oggi "On the road - Sulla strada" si può essere tentati di dire "tutto qua?", stupiti che il semplice racconto di personaggi senza meta che vagano alla giornata lungo le strade dell'America possa essere diventato un libro di riferimento per intere generazioni. Ma coi suoi libri, e questo in particolare, il suo autore Jack Kerouac ha rotto con la tradizione narrativa americana antecedente sia dal punto di vista dei temi narrati (anche se gli si possono trovare tanti "padri"), sia per la scrittura in qualche modo "jazz", e soprattutto perché il suo non è uno scrivere accademico, ma il frutto di esperienze fatte sulla propria pelle: egli non è l'"inventore" della narrativa beat, ma la sua prima e autentica incarnazione, tanto che la sua immagine e la sua vita hanno un valore altrettanto letterario e innovativo e, per molti, esemplare quanto i suoi romanzi. Jean-Louis Lebris de Kerouac nasce nella ormai declinante Lowell, cittadina industriale a nord di Boston, il 12 marzo 1922, terzo figlio di Leo e di Gabrielle Ange L'Evesque. La madre, di origine bretone, parla solo "patois", tanto che Jean imparerà a padroneggiare la lingua inglese solo da adolescente, ed è una fervente cattolica che lo complesserà non poco, adorando il figlio maggiore, Gerard (che morirà prematuramente a 9 anni dopo lunghe e dolorose malattie), e spedendolo in una serie di scuole di suore e gesuiti che lo ossessioneranno con l'idea del Primo Peccato, ovviamente identificato col sesso.
Durante il liceo Jack comincia a scrivere raccontini pulp e fumetti, ad avvicinarsi alle ragazze (il primo amore è Mary Carney, con la quale però non riuscirà ad andare "fino in fondo" se non molti anni dopo, quando lei è già sposata con un altro) e a nutrire la prima profonda amicizia di tipo intellettuale e sentimentale, per tale Sebastian Sampas. Il salto però avviene quando si iscrive all'Università, non a Boston bensì alla Columbia, cioè a New York. Pur vivendo a casa degli zii, è tutt'altra musica: è quella del modern jazz, alla quale viene introdotto da un nuovo amico Henri Cru, che gli presenta anche Edith Parker, con la quale Jack inizia una relazione e che sarà la sua prima moglie.
Nel '42, al secondo anno di università, Jack non viene più inserito nella squadra di football: egli allora fa fagotto e per la prima volta si trova sulla strada, e anche sul mare, dove si imbarca come sguattero. Tra un girovagare e l'altro, tra un'esperienza sessuale e un'altra (è particolarmente vorace, soprattutto di rapporti etero, ma non solo) torna però sempre da Edie, grazie alla quale conosce il bellissimo Lucien Carr e il suo gruppo di amici "pervertiti", coi quali inizia quelle giornate a base di alcol, letteratura, sesso e benzedrina che saranno alla base della cosidetta "beat generation": Allen Ginsberg, William Burroughs, Hal Chase. Il loro punto di ritrovo è l'appartamento di Joan Vollmer Adams al 419 della 115esima west e tale resterà anche dopo la fatidica notte del 13 agosto '44, quando Carr uccide un vecchio omosessuale assillante e violento e coinvolge Jack nell'omicidio chiedendogli di sbarazzarsi dell'arma del delitto. Jack finisce in prigione, e per ottenere i soldi della cauzione si sposerà, appunto, con Edie: un matrimonio finito ancor prima di cominciare, anche se i due continueranno a frequentare la stessa cerchia di amici.

Gli anni scorrono tra droghe, scambi di coppie, tentativi letterari fino al '46, anno in cui muore il padre, inizia a scrivere il primo romanzo che verrà pubblicato, "La città e la metropoli", e conosce Neal Cassady.
L'incontro con Cassady, il futuro Dean Moriarty, avvenne a East Harlem. Hal Chase aveva parlato all'uno dell'altro in maniera entusiastica (Neal aveva alle sue giovani spalle una biografia avventurosa che era già un romanzo, un innato gusto per raccontar balle, la fama di atleta del sesso, e una personalità travolgente): Neal divenne subito l'eroe di Jack, e pare che fu una sua lettera a suggerirgli il modo di scrivere.
Negli anni a seguire Cassady si trasferisce a Denver e lascia la moglie LuAnne proprio a Jack per sposarsi con Carolyn Robinson. Seguono vari altri intrecci sentimentali e viaggi insieme, viene coniato il termine "beat generation" e Jack comincia la stesura di "Sulla strada".
Nel '50 "La città e la metropoli" veniva pubblicato ricevendo buone recensioni. Neal e Jack andarono in Messico per il secondo divorzio di Neal, che non avvenne, mentre fu Jack a sposarsi una seconda volta, con Joan Haverty. Per non interrompere la frenetica stesura del suo libro dovendo inserire un foglio nuovo nella macchina da scrivere ogni 30 righe, Jack incollò centinaia di fogli in un immenso rotolo. Contemporaneamente, cominciò a scrivere un altro libro ispirato all'amico del cuore, "Visioni di Cody", nel quale questi assunse lo pseudonimo di Cody Pomerary, pseudonimo che gli resterà appiccicato anche in tutti i romanzi successivi (I vagabondi del Dharma, il Libro dei sogni, Big Sur, Angeli di desolazione). Intanto, divorziava da Joan, che gli diede una figlia che lui non desiderava e che non riconobbe.
"Sulla strada" fu, più o meno, completato già l'anno seguente, ma i continui ritocchi e revisioni, così come i continui rifiuti da parte di poco lungimiranti editori, ne tardarono di un bel pezzo la pubblicazione. Intanto, Jack aveva instaurato con Neal e Carolyn un vero e proprio ménage à trois e passava incessantemente da San Francisco a New York a Città del Messico. L'amico Bill Burroughs era in prigione per l'omicidio (involonatrio) della moglie. Lo scrittore John Clellon Holmes aveva pubblicato dei libri ispirati al loro gruppo. E Jack ritornò a imbarcarsi, a ubriacrasi e a frequentare prostitute.
Si dedicò poi alla stesura de "I sotterranei" (in larga misura ispirato alla sua relazione con la splendida Alene Lee) e cominciò ad avvicinarsi a suo modo al buddismo.
Scrisse anche "San Francisco Blues", "Libro dei sogni", "Tristessa", ma fu superato in fama dall'amico Allen Ginsberg, che in quegli anni a S. Francisco conobbe Lawerence Ferlinghetti e pubblicò "Urlo". Fu la pubblicità che girava attorno al movimento "beat"a spingere la Viking Press a editare, finalmente, "On the road", nell'autunno del '57, quando già Jack stava intraprendendo altre strade con l'amico buddista Gary Snyder (esperienze di solitudine nel deserto e sul Picco della Desolazione che ispirarono "I vagabondi del Dharma" e "Angeli di desolazione"). Ad aiutarne il successo la foto di copertina, capolavoro di Gregory Corso, con camicia da lavoro aperta sul petto e capelli scompigliati, che fece di Jack un'icona quanto Che Guevara (è l'immagine che decora a S. Francisco Jack Kerouac Street, all' angolo con il City Light Bookstore di Ferlinghetti).
Dopo un ultimo periodo di orge gay e sbronze colossali a Città del Messico, Jack tornò al Greenwich Village, dove scoprì di aver sfondato.
Fuggì allora a Tangeri con Burroughs (che lì scrisse "Il pasto nudo" proprio con l'aiuto di Jack) e poi a Montmartre, ma infine tronò in patria. I suoi scritti precedenti venivano dissepolti dai cassetti degli editori e Jack veniva invitato ovunque, ivi compreso a scrivere roba nuova, eppure il libro non aveva ottenuto grandi recensioni (fu accusato di essere scritto male e di non aver un impianto narrativo solido, e anche Neal quasi si offese per come era stato ritratto), e dei beatnik cominciò a girare un'immagine da barzelletta, con giovani in sandali e vestiti neri che vagavano di notte coi bongo. Jack reagì con dosi extra di donne e wisky.
E così, nel momento in cui finalmente erano giunti celebrità e denaro, Jack precipitò nella tristezza e nell'alcolismo.Ora i suoi vagabondaggi si limtavano ai bar, o alle nuove abitazioni in cui trasferirsi con l'arcigna genitrice. Si disse che tutto ciò che aveva da provare e da dire, sia come scrittore che come essere umano, lo aveva provato e detto prima del successo, e che ora era un essere finito. Vero o falso che fosse, probabilmente era anche l'opinione di Jean-Louis Lebris de Kerouac.
Più pubblicava, più si abbatteva. A nulla valse il ritiro a Big Sur e l'ottima riuscita artistica del libro, né il riavvicinarsi di Neal e Carolyn. Ormai, era una figura imbarazzante, sempre sconciamente ubriaco, e anche meschino quando si rifiutò ancora una volta di riconoscere la figlia nonstante l'esito positivo dell'esame del DNA (la ragazza morirà prematuramente dopo aver rivelato i propri geni pubblicando dei libri e finendo drogata sui marciapiedi di New York). Cercò di riconciliarsi col passato sposando Stella, la sorella del suo primo amico Sebastian Sampas, ma era diventato un vero relitto. Sua sorella Nin e il suo gatto Tyke erano morti, e nel '68 morì anche l'amico Neal: solo l'ingombrante madre gli restava vicina (gli sarebbe stato vicino anche Ginsberg, ma Gabrielle lo allontanò malamente).
Morì di fegato spappolato il 21 ottobre 1969. E' sepolto all'Edison Cemetery della natia Lowell, contro la sua volontà.

Per informazioni sugli eventi commemorativi: www.ontheroadinlowell.org

Elena Aguzzi