Se
si legge oggi "On the road - Sulla strada"
si può essere tentati di dire "tutto
qua?", stupiti che il semplice racconto di
personaggi senza meta che vagano alla giornata
lungo le strade dell'America possa essere diventato
un libro di riferimento per intere generazioni.
Ma coi suoi libri, e questo in particolare, il
suo autore Jack Kerouac ha rotto con la tradizione
narrativa americana antecedente sia dal punto
di vista dei temi narrati (anche se gli si possono
trovare tanti "padri"), sia per la scrittura
in qualche modo "jazz", e soprattutto
perché il suo non è uno scrivere
accademico, ma il frutto di esperienze fatte sulla
propria pelle: egli non è l'"inventore"
della narrativa beat, ma la sua prima e autentica
incarnazione, tanto che la sua immagine
e la sua vita hanno un valore altrettanto letterario
e innovativo e, per molti, esemplare quanto i
suoi romanzi.
Jean-Louis
Lebris de Kerouac nasce nella ormai declinante
Lowell, cittadina industriale a nord di Boston,
il 12 marzo 1922, terzo figlio di Leo e di Gabrielle
Ange L'Evesque. La madre, di origine bretone,
parla solo "patois", tanto che Jean
imparerà a padroneggiare la lingua inglese
solo da adolescente, ed è una fervente
cattolica che lo complesserà non poco,
adorando il figlio maggiore, Gerard (che morirà
prematuramente a 9 anni dopo lunghe e dolorose
malattie), e spedendolo in una serie di scuole
di suore e gesuiti che lo ossessioneranno con
l'idea del Primo Peccato, ovviamente identificato
col sesso.
Durante il liceo Jack comincia a scrivere raccontini
pulp e fumetti, ad avvicinarsi alle ragazze (il
primo amore è Mary Carney, con la quale
però non riuscirà ad andare "fino
in fondo" se non molti anni dopo, quando
lei è già sposata con un altro)
e a nutrire la prima profonda amicizia di tipo
intellettuale e sentimentale, per tale Sebastian
Sampas. Il salto però avviene quando si
iscrive all'Università, non a Boston bensì
alla Columbia, cioè a New York.
Pur vivendo a casa degli zii, è tutt'altra
musica: è quella del modern jazz, alla
quale viene introdotto da un nuovo amico Henri
Cru, che gli presenta anche Edith Parker, con
la quale Jack inizia una relazione e che sarà
la sua prima moglie.
Nel '42, al secondo anno di università,
Jack non viene più inserito nella squadra
di football: egli allora fa fagotto e per
la prima volta si trova sulla strada,
e anche sul mare, dove si imbarca come sguattero.
Tra un girovagare e l'altro, tra un'esperienza
sessuale e un'altra (è particolarmente
vorace, soprattutto di rapporti etero, ma non
solo) torna però sempre da Edie, grazie
alla quale conosce il bellissimo Lucien Carr e
il suo gruppo di amici "pervertiti",
coi quali inizia quelle giornate a base
di alcol, letteratura, sesso e benzedrina che
saranno alla base della cosidetta "beat generation":
Allen Ginsberg, William Burroughs, Hal Chase.
Il loro punto di ritrovo è l'appartamento
di Joan Vollmer Adams al 419 della 115esima west
e tale resterà anche dopo la fatidica notte
del 13 agosto '44, quando Carr uccide un vecchio
omosessuale assillante e violento e coinvolge
Jack nell'omicidio chiedendogli di sbarazzarsi
dell'arma del delitto. Jack finisce in prigione,
e per ottenere i soldi della cauzione si sposerà,
appunto, con Edie: un matrimonio finito ancor
prima di cominciare, anche se i due continueranno
a frequentare la stessa cerchia di amici.
Gli
anni scorrono tra droghe, scambi di coppie, tentativi
letterari fino al '46, anno in cui muore
il padre, inizia a scrivere il primo romanzo che
verrà pubblicato, "La città
e la metropoli", e conosce Neal Cassady.
L'incontro con Cassady, il futuro Dean Moriarty,
avvenne a East Harlem. Hal Chase aveva parlato
all'uno dell'altro in maniera entusiastica (Neal
aveva alle sue giovani spalle una biografia avventurosa
che era già un romanzo, un innato gusto
per raccontar balle, la fama di atleta del sesso,
e una personalità travolgente): Neal divenne
subito l'eroe di Jack, e pare che fu una sua lettera
a suggerirgli il modo di scrivere.
Negli anni a seguire Cassady si trasferisce a
Denver e lascia la moglie LuAnne proprio a Jack
per sposarsi con Carolyn Robinson. Seguono vari
altri intrecci sentimentali e viaggi insieme,
viene coniato il termine "beat generation"
e Jack comincia la stesura di "Sulla strada".
Nel '50 "La città e la metropoli"
veniva pubblicato ricevendo buone recensioni.
Neal e Jack andarono in Messico per il secondo
divorzio di Neal, che non avvenne, mentre fu
Jack a sposarsi una seconda volta, con
Joan Haverty. Per non interrompere la frenetica
stesura del suo libro dovendo inserire un foglio
nuovo nella macchina da scrivere ogni 30 righe,
Jack incollò centinaia di fogli in un immenso
rotolo. Contemporaneamente, cominciò a
scrivere un altro libro ispirato all'amico del
cuore, "Visioni di Cody", nel quale
questi assunse lo pseudonimo di Cody Pomerary,
pseudonimo che gli resterà appiccicato
anche in tutti i romanzi successivi (I vagabondi
del Dharma, il Libro dei sogni, Big Sur, Angeli
di desolazione). Intanto, divorziava da Joan,
che gli diede una figlia che lui non desiderava
e che non riconobbe.
"Sulla strada" fu, più o meno,
completato già l'anno seguente, ma i continui
ritocchi e revisioni, così come
i continui rifiuti da parte di poco lungimiranti
editori, ne tardarono di un bel pezzo la pubblicazione.
Intanto, Jack aveva instaurato con Neal e Carolyn
un vero e proprio ménage à trois
e passava incessantemente da San Francisco a New
York a Città del Messico. L'amico Bill
Burroughs era in prigione per l'omicidio (involonatrio)
della moglie. Lo scrittore John Clellon Holmes
aveva pubblicato dei libri ispirati al loro gruppo.
E Jack ritornò a imbarcarsi, a ubriacrasi
e a frequentare prostitute.
Si dedicò poi alla stesura de "I sotterranei"
(in larga misura ispirato alla sua relazione con
la splendida Alene Lee) e cominciò ad avvicinarsi
a suo modo al buddismo.
Scrisse anche "San Francisco Blues",
"Libro dei sogni", "Tristessa",
ma fu superato in fama dall'amico Allen
Ginsberg, che in quegli anni a S. Francisco
conobbe Lawerence Ferlinghetti e pubblicò
"Urlo". Fu la pubblicità che
girava attorno al movimento "beat"a
spingere la Viking Press a editare, finalmente,
"On the road", nell'autunno del '57,
quando già Jack stava intraprendendo altre
strade con l'amico buddista Gary Snyder (esperienze
di solitudine nel deserto e sul Picco della Desolazione
che ispirarono "I vagabondi del Dharma"
e "Angeli di desolazione"). Ad aiutarne
il successo la foto di copertina, capolavoro di
Gregory Corso, con camicia da lavoro aperta
sul petto e capelli scompigliati, che
fece di Jack un'icona quanto Che Guevara (è
l'immagine che decora a S. Francisco Jack Kerouac
Street, all' angolo con il City Light Bookstore
di Ferlinghetti).
Dopo un ultimo periodo di orge gay e sbronze colossali
a Città del Messico, Jack tornò
al Greenwich Village, dove scoprì di aver
sfondato.
Fuggì allora a Tangeri con Burroughs (che
lì scrisse "Il pasto nudo" proprio
con l'aiuto di Jack) e poi a Montmartre, ma infine
tronò in patria. I suoi scritti precedenti
venivano dissepolti dai cassetti degli editori
e Jack veniva invitato ovunque, ivi compreso a
scrivere roba nuova, eppure il libro non aveva
ottenuto grandi recensioni (fu accusato di essere
scritto male e di non aver un impianto narrativo
solido, e anche Neal quasi si offese per come
era stato ritratto), e dei beatnik cominciò
a girare un'immagine da barzelletta, con giovani
in sandali e vestiti neri che vagavano di notte
coi bongo. Jack reagì con dosi
extra di donne e wisky.
E così, nel momento in cui finalmente erano
giunti celebrità e denaro, Jack precipitò
nella tristezza e nell'alcolismo.Ora i suoi vagabondaggi
si limtavano ai bar, o alle nuove abitazioni in
cui trasferirsi con l'arcigna genitrice. Si disse
che tutto ciò che aveva da provare e da
dire, sia come scrittore che come essere umano,
lo aveva provato e detto prima del successo, e
che ora era un essere finito. Vero o falso che
fosse, probabilmente era anche l'opinione di Jean-Louis
Lebris de Kerouac.
Più pubblicava, più si abbatteva.
A nulla valse il ritiro a Big Sur e l'ottima riuscita
artistica del libro, né il riavvicinarsi
di Neal e Carolyn. Ormai, era una figura imbarazzante,
sempre sconciamente ubriaco, e anche meschino
quando si rifiutò ancora una volta di riconoscere
la figlia nonstante l'esito positivo dell'esame
del DNA (la ragazza morirà prematuramente
dopo aver rivelato i propri geni pubblicando dei
libri e finendo drogata sui marciapiedi di New
York). Cercò di riconciliarsi col passato
sposando Stella, la sorella del suo primo amico
Sebastian Sampas, ma era diventato un vero relitto.
Sua sorella Nin e il suo gatto Tyke erano morti,
e nel '68 morì anche l'amico Neal: solo
l'ingombrante madre gli restava vicina (gli sarebbe
stato vicino anche Ginsberg, ma Gabrielle lo allontanò
malamente).
Morì di fegato spappolato il 21
ottobre 1969. E' sepolto all'Edison Cemetery
della natia Lowell, contro la sua volontà.
Per informazioni
sugli eventi commemorativi: www.ontheroadinlowell.org