Si sono chiusi gli occhi di ghiaccio di Richard Widmark

03/05/2008

Forse ai giovanissimi il suo nome non dirà molto, poiché da circa 20 anni non recitava più, ma i suoi occhi di ghiaccio sono comunque indimenticabili, così come il suo sorriso in bilico tra il freddo e il nevrotico.
Già dal suo esordio, nel '47, col film Il bacio della morte, Richard Widmark si fece notare come sadico assassino: nel dare la notizia della sua scomparsa, molti articoli hanno segnalato già nel titolo la sequenza agghiacciante in cui uccide una vecchia in sedia a rotelle lanciandola dalle scale.
Gli anni '50 sono gli anni d'oro della sua carriera “in noir”, dove è protagonista (o coprotagonista: il suo tipo fisico è più da cattivo che da eroe) di pellicole notevoli come Strada senza nome (dove abilmente adombra anche un lato sessualmente ambiguo del suo personaggio), Bandiera gialla di Kazan, I trafficanti della notte (noto anche col titolo originale Night and the City, probabilmente la sua interpretazione più toccante – v. foto), Mano pericolosa di Sam Fuller, dove non esistono personaggi positivi. Ma già dall'inizio della carriera si ritaglia un ruolo importante di protagonista western: in Cielo giallo, ad esempio, batte in bravura il più affermato Gregory Peck; con gli anni '60 lo vediamo dunque in pellicole leggendarie quali Ultima notte a Warlock, La battaglia di Alamo (è un Jim Bowie di rara intensità), Cavalcarono insieme, La conquista del West, Il grande sentiero. Accanto a questi, numerosi film d'azione e di guerra, anche se di minor livello. Invecchiando, il ghigno maligno e lo sguardo gelido divennero sempre più evidenti, e sebbene si sia concesso in carriera anche personaggi positivi, eroi romantici (interpretò tra gli altri La tua bocca brucia, film d'esordio di Anne Bancroft e primo da protagonista di Marilyn Monroe) e persino commedie, dagli anni '70 lo si vede quasi esclusivamente in ruoli di comprimario malvagio, tra cui giganteggia il suo ruolo di spietato assassino giustiziato in treno in Assassinio sull'Orient Express.
Anticipatore di molta recitazione “nevrotica” degli anni '50 e '60 (Marlon Brando, Paul Newman...), col tempo ebbe l'intelligenza di non caricare certi effetti, sorprendenti e moderni all'inizio, ma che dopo vent'anni avrebbero potuto farlo scadere a livello di caratterista, ma di recitare “levando”, giocando di sguardi e piccoli tic personalizzanti (un suo erede sembra oggi essere, ad esempio, Ed Harris).

Elena Aguzzi