Eric Rohmer, maestro della Nouvelle Vague

12/01/2010

All’età di 89 anni si è spento ieri, 11 Gennaio 2010, Eric Rohmer, regista della Nouvelle Vague e critico cinematografico.  I principali esponenti di questa corrente cinematografica nascevano infatti come critici dei “Chaiers du cinema”(di cui Rohmer fu direttore dal 1957 al 1963), fedeli all’idea che il regista doveva esprimere una propria visione del mondo, che non doveva manifestarsi solo nella sceneggiatura, ma anche e soprattutto nello stile.
Truffaut e Godard furono sicuramente i maggiori esponenti della Nouvelle Vague, con film come “I quattrocento colpi” e “Fino all’ultimo respiro”, ma anche Rohmer, benché esordì più tardi alla regia rispetto ai suoi colleghi, aderì attivamente alla corrente e agli insegnamenti di Bazin (critico e fondatore dei “Chaiers”).
Il suo primo lungometraggio fu “Il segno del leone” in cui racconta i vagabondaggi di un uomo senza casa nella calda estate parigina. Dopo quest’opera iniziò la serie “Sei racconti morali”, basati appunto su protagonisti che si trovano a dover compiere una scelta morale. Ne fanno parte: “La fornaia di Monceau” (1962), “La carriera di Suzanne” (1963),”La collezionista” (1967) premiato al Festival di Berlino, “La mia notte con Maud” (1969), “Il ginocchio di Claire” (1970) e “L’amore nel pomeriggio” (1972).
Di questi il più riuscito fu probabilmente “La mia notte con Maud”, dove il protagonista Michel decide di sposarsi con una studentessa senza averla conosciuta a fondo, ma finisce poi per innamorarsi di Maud. Nel corso della lunga conversazione che costituisce la parte centrale del film, infatti, i due scoprono un’intensa affinità. I film di questa sua prima serie sono una variazione di uno stesso tema: un uomo, appunto, che si innamora di una donna, cerca di attirare la sua attenzione, ma per strani casi del destino, si unisce con un’altra.

Concluso questo periodo, Rohmer realizza due pellicole di natura storica: “La marchesa Von…” (1976), adattamento della novella di Heinrich von Kleiste e “Perceval le gallois” (1978), opere con ambientazioni ben diverse da quelle quotidiane dei suoi lavori più noti.
“Commedie e proverbi” è la seconda serie del regista. Sette titoli, tra i quali “Le notti di luna piena” (1984) e “Il raggio verde” (1986) premiato a Venezia con il Leone d’Oro. La narrazione è leggera, costruita secondo i canoni della commedia, ma con una raffinatezza tipica dei film di Rohmer. Protagonista dei film non è più l’uomo –come nella precedente serie- ma la donna, osservata nella sua naturalezza e semplicità.
Subito dopo inizia la sua terza raccolta, “Racconti delle quattro stagioni”: dal “Racconto di primavera” al “Racconto d’autunno”.
Nel 2001 Rohmer utilizza per la prima volta la tecnologia digitale, realizzando “La nobildonna e il duca” presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove riceve il premio alla carriera e infine, nel 2007, realizza “Gli amori di Astrea e Celadon” anch’esso presentato a Venezia.
Un regista profondo che si è concentrato molto sulla natura dei suoi personaggi per esplorare i sentimenti, i desideri, senza mai giudicare in maniera netta ed esplicita. Sempre presente nei suoi film la componente erotica, mai perversa e quasi mai mostrata; le donne sempre determinate, sono il fulcro delle azioni, gli uomini -la voce narrante- sono spesso ragazzi timidi. Il suo cinema si sofferma molto sui dialoghi, sembra essere privo di azioni proprio perché vuole dare il giusto risalto alle parole. Le ambientazioni sono le strade, le piazze, i parchi parigini (o della Francia in generale) che gli permettono di mantenere un certo realismo tipico delle sue pellicole e della Nouvelle Vague; le riprese -lunghe e senza tagli- danno un senso realistico anche ai tempi delle azioni.
Con lui se ne va quel cinema raffinato e leggero che pochi altri sono riusciti a realizzare, quella “politica degli autori” che veniva affermata dalla Nouvelle Vague, quella critica cinematografica che ci ha guidato nel cinema classico, con interessanti analisi e interpretazioni di registi come Hitchcock e Murnau.

Silvia Preziosi