Il nero si addice a Woody Allen

03/05/2008

“Ci piacevano i tuoi film, soprattutto i primi, quelli comici” dicevano gli alieni a Woody Allen in “Stardust Memories”. Ci piacevano i suoi primi film, irresistibili, surreali, nevrotici. Ci piacevano capolavori come “Zelig”. Ci piacevano i suoi film sulla crisi di coppia e sulle psicosi dei rapporti sentimentali. E ci piace la nuova strada nera intrapresa da Woody Allen all’interno dell’universo cupo del delitto. Qui scava nella più grande paura del cuore umano, che non è solo quella di incontrare la Morte, ma di esserne portatore, di quanto sia breve, e perfino comprensibile, il passo che porta a trasformarsi da uomo normale in assassino, e a convivere poi con questo peso una volta varcato il confine. E ciò che rende terribili i suoi film è il seguire passo passo le emozioni e le motivazioni dei protagonisti che difendono un loro territorio di sicurezza, non killer da romanzo, ma gente comune.
Woody Allen ha sempre amato affrontare il genere noir. L’ha fatto in maniera umoristica e parodistica con “Misterioso omicidio a Manhattan”, che riecheggia Hitchcock e gli elementi classici del giallo, nonché “La Signora di Shangai” di Orson Welles, o con “Ombre e Nebbia”, che rivisita, sempre in tono paradossale, l’espressionismo tedesco. Nell’ 89 con “Crimini e misfatti” si annuncia il nuovo tema: un uomo fa uccidere la propria amante che minaccia i rovinargli la vita e il castigo che segue il delitto secondo Dostojevski viene rimpiazzato dall’assopirsi del rimorso e dalla possibilità di tranquilla vittoria. Tema che torna nel bellissimo “Match Point” tutto giocato sul filo della fortuna. E con “Sogni e Delitti” (“Cassandra’s Dream” nell’originale, dal nome della barca dei due fratelli protagonisti, ma il titolo italiano rimanda ancora a “Crimini e misfatti”) Woody Allen abbraccia ancora una volta il noir.
Ancora una volta è Londra la cornice, coi suoi ponti, le sue acque, i suoi vicoli, i suoi scorci tranquilli e tragici. Due fratelli, uno vittima del gioco, l’altro ambizioso e arrivista come il protagonista di “Match Point”, con sogni più grandi di quello che possono permettersi. E un gorgo che li trascina sempre più in basso. Siamo dalle parti di Shakespeare e della tragedia greca, non a caso citata nel dialogo (al Teatro greco Woody Allen aveva guardato sorridendo in “La dea dell’amore” e vi aveva giocato divertito, ora fa una tragedia di oggi in cui il rapporto tra fratelli sfocia nel sangue), dove rimorsi macbethiani perseguitano come fantasmi. E in tutto questo Woody Allen non rinuncia ai suoi tocchi d’ironia così come, nella sua inesauribile produzione cinematografica, sa infilare, tra due capolavori tragici, una perla di comicità come “Scoop” (atmosfere londinese e delitti anche qui, ma questa volta sceglie di raccontare l’intrigo giallo con assoluta leggerezza, come in “Misterioso Omicidio a Manhattan”).

Illuminano “Sogni e Delitti” due attori splendidi come Ewan McGregor e Colin Farrell, uno algido e l’altro nevrotico e scosso da tremiti. E come sempre il finale chiama l’applauso.

Gabriella Aguzzi