
Più che “Buona la Prima” dovremmo dire “Peggiore la seconda”. Se infatti il primo Conan che consacrò al Cinema Arnold Schwarzenegger si rivela indegno di un regista come John Milius, nessuno avvertiva l’urgenza di vederne un inutile remake. Il primo Conan è datato 1982, ma agli occhi di uno spettatore ignaro si presenta come uno di quei goffi film avventurosi degli anni 50, con volti fuori luogo e datati che risultano solo ridicoli in un improbabile Medio Evo e musiche invadenti e ridondanti per dare un tono epico al tutto. Eppure, rivisto con gli occhi della nostalgia, conserva un fascino grezzo che il suo remake, nel tentativo di aggiornare il tutto per gli spettatori meno ingenui di oggi, non ha, e di conseguenza non ha nulla.
Presentandosi con il titolo inglese anche nell’edizione italiana secondo la corrente moda, “Conan the Barbarian” in veste 3D e con scenari computerizzati, si avvale della possanza fisica di Jason Momoa, erede di Schwarzenegger e campione di bellezza, ed in effetti la sua presenza è l’unica flebile ragione per vedere il film, almeno per il pubblico femminile che intende lustrarsi gli occhi. Per il resto è tutto un picchiar duro dall’inizio alla fine del film. Poco conta la storia di vendetta che lo anima, di fatto vediamo Conan fracassare teste di continuo, si concede un attimo di tregua per la prevista scena di sesso, quindi ricomincia.
Il primo Conan si concede uno sprazzo romantico, con un amore che perdura oltre la morte, qui la storia d’amore c’è, ma per offrire un rocambolesco finale con equilibristico salvataggio sul pauroso orlo di un baratro. Questo Conan, dopo una breve parentesi sull’infanzia che già lo individuava come superuomo, parte già agguerrito col proposito di vendicare la morte del padre e s’ingolfa nella classica avventura fantasy che sembra presa di peso da un gioco di ruolo, dove il guerriero forzuto ha sempre la meglio. Il Khal Drogo di Game of Thrones, sciolti i capelli sulle spalle, dà sfoggio continuo delle sue abilità fisiche, il sangue scorre a fiumi e il pubblico che si accontenta di questo è contento. Ma il nostro voto è 3.