Gabriele Lorenzi: “Io, uno dei ‘Cinque Amici da Milano’ che accompagnarono Mina e Lucio”

26/12/2014

Il tastierista della Formula 3 rievoca la genesi del celebre duetto Mina Battisti a Teatro 10 entrato nella storia del nostro costume

Quale fu la genesi del duetto di Mina e Battisti?
Venne creato da Lucio a Milano quando mi chiese: “Gabriele, vuoi venire a Roma con me che faccio un duetto a Teatro 10 con Mina? Tanto non voglio portare la Formula 3, sennò diventa la solita solfa”. Risposi: “Io vengo volentieri”. Così fece venire anche altri ragazzi, come Gianni Dall’Aglio e Massimo Luca, e abbiamo accettato di esibirci in questa situazione: noi non pensavamo che sarebbe diventata un icona dello spettacolo italiano. Quando Lucio parla con Mina, durante la trasmissione, dice: “Io ho portato cinque amici da Milano”, ed eravamo noi.
Quindi all’epoca non pensavate che questa esibizione sarebbe entrata nella storia del nostro costume.
Nemmeno per sogno: era già una cosa rara di per sé. I giornali di quei tempi distruggevano Teatro 10: appena prima erano stati ospiti i Bee Gees in anteprima mondiale, e hanno distrutto anche loro. Non c’era una dignità di critica normale: i critici sono un po’ come gli eunuchi, che vedono come si fa ma non sanno farlo.
Quali analogie e differenze trova vi fossero tra Mina e Lucio come persone e come cantanti?
Per quello che riguarda me, ma credo che valga anche per gli altri ragazzi, siamo rimasti sorpresi dalla disponibilità di Mina e dalla sua bellezza: abbiamo fatto le prove che era senza trucco, ma era proprio bellissima. La differenza tra loro non l’abbiamo notata, anche perché avevano una diversa vocalità: comunque sia è stato bellissimo, perché Lucio cantava i pezzi di Mina e viceversa.
Quali insegnamenti crede lascino Mina e Lucio ai cantanti che sono venuti e che ancora verranno dopo di loro e, più in generale, alle nuove generazioni?
È difficile dare una valutazione, in quanto mi sono ritrovato - anche ultimamente, e questo mi dispiace – con ragazzi di quattordici o quindici anni che spesso non sapevano chi era Lucio. È una cosa vergognosa secondo me: è dura farlo capire ai ragazzi, perché nessuno ha preso alcun insegnamento da loro. Se tu senti le nuove generazioni di cantanti femmine, non c’è una che possa imitare Mina: non la prendono nemmeno in considerazione. Io li vedo molto distaccati da queste cose: fanno questo mestiere ma non sanno chi sono questi grandi della musica, quando invece la retrospettiva deve esistere assolutamente.

Alessandro Ticozzi