Le eroine del Wuxia
03/05/2008

Sono splendide, affascinanti, hanno in sé la rabbia, la freddezza, l’odio, la
passione, l’ideale per imbracciare una spada, librarsi in volo, morire se
necessario. Sono le grandi donne combattenti del Cinema Orientale che incarnano
un nuovo ideale femminile aggressivo e guerriero, ma perfetto e puro. Il genere
orientale epico denominato wuxia (che può essere riduttivamente tradotto in
“genere cappa e spada” o “di arti marziali” ma è qualcosa di più complesso ed
intrinseco nella cultura dell’Estremo Oriente) solo negli anni più recenti è
approdato da noi grazie a grandi capolavori di Maestri come Zhang Yimou, Tsui
Hark, Ang Lee e spesso i combattimenti al centro delle loro storie vedono come
antagoniste delle magnifiche donne. Sono donne che maneggiano la spada con
destrezza e autocontrollo (e anche le spade, nel genere orientale del wuxia,
prendono l’identità di chi le imbraccia o donano al possessore le loro magiche
caratteristiche) ma combattono anche all’interno delle loro passioni
contrastanti e non si sfidano solo per la rivalità di un uomo ma per un insieme
di sentimenti nobili che le rendono amiche e nemiche e per un concetto supremo
di libertà.

“La tigre e il dragone” di Ang Lee è il più passionale e forse
il più vicino a noi per la sensibilità del suo regista. E Michelle
Yeoh è la più splendida donna combattente, chiusa nel riserbo del suo
amore taciuto. La contrasta la giovanissima, capricciosa, ribelle Zhang Ziyi, ma tutte le nostre preferenze vanno all’atletica e composta eroina a dispetto della bambina falsa e
viziata che si culla in un sogno di libertà di guerriera. Zhang
Ziyi torna ad essere la costante protagonista del filone epico: il
coreano “Musa”, mai distribuito da noi, i due capolavori di Zhang Yimou
“Hero” e “La foresta dei pugnali volanti”, il recente “Ye Yan-
The Banquet” di Feng Xiaogang. In “Hero” dove sentimenti e duelli si
sublimano nel raggiungimento della perfezione e la verità varia secondo i
racconti, sfida la bellissima Maggie Cheung nel rosso splendore
delle foglie d’autunno. E Maggie Cheung incrocia la spada con i nemici e con
l’amato in duelli che si immergono ognuno nella tinta cromatica corrispondente
al sentimento che li anima. Un film meraviglioso, come lo è “La foresta
dei pugnali volanti”, ancora sul gioco degli inganni e di tradimenti ma
narrati con più terrena passionalità e dove anche Zhang Ziyi ha volti diversi
secondo la finzione che interpreta. E in “The Banquet”, che trae la
sua ispirazione dalla tragedia shakespeariana di Amleto, è una giovanissima
imperatrice capace di condurre in battaglia migliaia di eserciti ma tormentata
dall’amore per il malinconico figliastro. Per proteggerlo sposa il brutale
assassino del marito e il fiabesco mélo si tinge, anche qui, di colori che
rispecchiano le turbinanti passioni, tra duelli volanti, intrighi sentimentali e
tormentosi confllitti che esploderanno in un sontuoso e tragico banchetto. E’ donna anche la settima spada di Tsui Hark.
Charlie Yeung è una contadina che scala i Monti del Cielo e si
aggrega alle Seven Swords per combattere contro ingiustizia e
soprusi. E insieme si intrecciano innamoramenti confusi, tradimenti e segreti. E
ancora una volta la Passione colora lo splendore dei combattimenti.
Gabriella Aguzzi