Gli Ultimi Gattopardi
15/02/2021
Che cos’è l’ispirazione? Spesso è una specie di catena , un’idea che nasce o si sviluppa partendo da un’opera che conosciamo, che spesso ci appartiene da vicino. Come per Luchino Visconti che prese riferimento al libro di Tomasi di Lampedusa “Il Gattopardo” (il quale riprende a sua volta dal suo avo) e che pur essendo originario dall’aristocrazia milanese (il suo cognome illustre ne è la prova) non poteva non avvertire nel romanzo il richiamo alle sue tradizioni famigliari anche svolgendosi in Sicilia. Come vedete ci sono già evidenti alcuni “anelli” di questa catena, e ne aggiungiamo un altro ancora : il Larp di Terre Spezzate “Gli ultimi Gattopardi” svoltosi l’ 8 febbraio del 2020 (per chiarezza Larp sta a indicare l’acronimo di “Live Action Role Playing”, probabilmente la cosa che più avvicina il gioco di ruolo e il teatro): nato dalla penna di Gabriella Aguzzi si ispira ai seducenti e decadenti personaggi dei film di Visconti (non solo quindi “Il Gattopardo” per quanto vengono tutti adattati nella cornice storica della Sicilia annessa al neonato Regno di Italia, “ giocando” sui conflitti fra ex Borboni, filo Savoia e alcuni delusi dalle aspettative garibaldine), e come diceva il Principe , anzi, il nipote Tancredi Falconeri “ si deve cambiare le cose per tenerle sempre le stesse”: per esempio La famiglia Serpieri è “ispirata” ( ancora torna questa parola) ai Von Essenbeck da “ La caduta degli dèi” e non mancano riferimenti ad altri personaggi della “Trilogia tedesca” (come “Ludwig” e “ Morte a Venezia”, o anche poi da “Senso” con il soldato Franz Mahler che viene qui italianizzato in “Franzoni”). Ci sono anche riferimenti alla lirica di Verdi tanto cara a Visconti (dalla “Traviata” con Viola Badalamenti e Angelo Serpieri che ricalcavano Violetta e Alfredo Germont) o i riferimenti al “Trovatore” usato nella cruciale fase del Larp nominata “ Ora si può morir” ma ci arriveremo fra poco.
Certamente i larpers non sono (necessariamente) attori, e forse non tutti i partecipanti conoscevano o apprezzavano la filmografia di Visconti, ma anche inconsapevolmente ognuno di loro ha egregiamente “indossato” le maschere dei personaggi, fantasmi immaginari del regista e delle aspettative della autrice di questo larp , la brava Gabriella Aguzzi coadiuvata alla sceneggiatura da Giulia Spinato ed Emilio Lo Giudice Romanengo. La storia e le vicende che ruotavano fondamentalmente sul matrimonio voluto dal Gattopardo (in questo caso modificato nel nome di Pietro Antonio d’Altavilla) fra una delle sue figlie favorite con un rampollo della famiglia piemontese dei Montefosco (molto vicini ai Savoia), un’ abile mossa politica per saldare i rapporti fra le aristocrazie dei passati regimi del Regno di Sardegna e quello delle Due Sicilie. Intorno a questo “macro tema” giravano altre trame singole e condivise con alcuni dei partecipanti che servivano per creare una certa varietà e mandare avanti le vicende di ognuno: presenti alcuni modelli di gioco investigativi (a un certo punto infatti il conte di Montefosco, padre dello sposo viene assassinato, causando perciò la ricerca di un colpevole e anche una complicazione diplomatica da risolvere) e altri tipi di “intrattenimenti” come la caccia al tesoro coi nastrini iniziali ( dal tono molto ottocentesco), poi la dinamica del “duello” con le pistole per consentire ai partecipanti di sanare un’ onta subita e in cui qualcuno dei giocatori poteva anche rimanere “ferito o ucciso”, e da qui mi riallaccio al brano “ora si può morir “ del Trovatore citato poc’anzi: ad una determinata ora la diffusione di questo brano comunicava esattamente il significato del titolo: diventava infatti possibile eliminare determinati partecipanti tramite appunto il duello, l’avvelenamento (con l’aggiunta segreta del sale nel vino, che comunicava al giocatore l’avvelenamento ) o anche tramite la libera scelta del “suicidio” (inteso sempre nella finzione scenica e in accordo con i responsabili del larp, ovviamente ). È evidente che queste aggiunte non erano presenti nella filmografia Viscontiana ma è normale che in una esperienza interattiva come quella di un larp sia necessario inserire modalità di interazione varie e tutto sommato coerenti coi toni della vicenda.
Ho avuto l’immenso onore di partecipare a Gli Ultimi Gattopardi (e probabilmente non degno di questo personaggio che amo ancora profondamente, il principe Fabrizio Corbera di Salina interpretato nell’iconica pellicola da Burt Lancaster, nel Larp ho “ruolato” la sua variante in Pietro Antonio d’Altavilla) . Questo larp è forse stato uno dei rari, se non addirittura l’unica, avventura nel settore ispirata alla spettacolare filmografia di Luchino Visconti. E anche dal solo punto di vista estetico le aspirazioni non sono state deluse. Ho ripetuto per l’ultima volta la parola “ispirazione” e questa catena, per ora, si ferma qui. E non posso che concludere con un'altra iconica frase del principe “Noi fummo i Gattopardi, i leoni . Dopo di noi verranno solo le iene e gli sciacalli, e tutti quanti leoni, gattopardi e iene si sentiranno il sale della terra”.
Foto di Luca Tenaglia
https://youtu.be/YJmUPQ_A_R8
Niccolò Sancrotti