Dinner at the Dons tra i sapori delle Filippine

02/04/2019

Abbiniamo un ristorante a un Paese, per conoscere il mondo attraverso i suoi sapori, con curiosità e consigli cinematografici per terminare la serata. Oggi visitiamo la cucina filippina a Milano, gustando cocktail creati col Rum Don Papa

Il Ristorante:
Yum, Viale Coni Zugna, Milano

A pochi passi dal Cinema Orfeo e a piazza Sant’Agostino ecco sorgere Yum, un piccolo ristorante che si presenta come un accogliente salottino e che ha portato la cucina filippina a Milano, con le sue creazioni e i suoi accostamenti di sapori ancora da noi poco conosciuti rispetto al dilagare di altre cucine asiatiche e delle mode che le hanno spesso “imbastardite”. La cucina filippina di Yum – che non a caso reca come secondo nome Taste of The Philippines – è un viaggio tra le sue spezie e profumi armonicamente accostati per un assaggio di piatti inediti.
Tra gli antipasti consigliamo le polpettine di pesciolini e il cocktail di gamberi avvolti in pansit di riso con salsa allo yogurt. Il piatto tradizionale è il pansit (spaghetti di riso), in particolare il Pansit Palabok che mescola macinato di maiale, gamberi, calamari, uova sode e pesce affumicato: davvero ottimo. Lo Yum che dà il nome al ristorante è la scodella di riso guarnita in diversi modi: la nostra preferita è il Salmon Tropical Mindano sormontato da salmone crudo in pezzi, con mix di frutta, avocado, sesamo e noci e guarnito con salsa ai funghi porcini. Tra i piatti forti i più estrosi sono il Chicken Insal (filetti di pollo cucinati con zenzero e uno zafferano delle Filippine e conditi con melograno, uvetta e canditi) e il Ginatoang Salmon (filetto di salmone avvolto in cuore di banana cotto con latte di cocco e papaya). Diversissimi tra loro i due piatti di verdure: il Fresh Lumpia è un mix di carote, crauti, patate dolci e germogli di soia avvolto in foglia con aggiunta di salsa di arachidi, mentre il Kulawang Talong è un piatto di melanzane alla griglia con latte di cocco, pomodori freschi e un mix di frutta e noci.
Abbiamo conosciuto le creazioni culinarie degli chef Marvin Braceros e Raymund Mendoza in occasione della Dinner of the Dons, che ha presentato il Rum Don Papa e ha accompagnato i piatti con i nuovi cocktail Papa Manhattan e Darker Don.

Cosa bere:
Il Rum Don Papa

Il bouquet che caratterizza Rum Don Papa sprigiona note di vaniglia, miele e frutta candita con una lunga e avvolgente trama gustativa nel finale, rimandando alle atmosfere dell’isola di Negros Occidentale, dove viene distillato e invecchiato per oltre sette anni in botti di rovere americano. Nelle venature di Rum Don Papa si percepiscono la straordinaria flora e fauna, le montagne, i vulcani, gli animali esotici di questo luogo, noto anche come Sugarlandia e considerato una delle più ricche ed interessanti località al mondo.
La famiglia del Rum Don Papa, diventato il secondo rum premium più venduto in Europa in pochi anni, si arricchisce di un’intrigante novità,  il Don Papa 7 anni Masskara Canister che racconta la storia del Masskara festival, un simbolo di positività per l’isola di Negros, uscita da una lunga crisi dovuta al calo del prezzo dello zucchero negli anni Ottanta. Il nome Masskara (moltitudine di facce) coniuga le due lingue di dominazione che si sono succedute sull’isola: l’inglese con mass (una moltitudine di persone) e lo spagnolo con cara (viso). Si riferisce alla moltitudine degli abitanti dell’isola che, attraverso danze, maschere e vestiti appariscenti hanno voluto così manifestare ogni anno la loro felicità per la fine della crisi.
Il Rum Don Papa è servito in una serie di prestigiosi bar e ristoranti in tutto il mondo tra cui Les Justes, John Viande e Le Petit Bain a Parigi; al Galvin at Windows (Hilton Park Lane), Oriole e alla famosa Tate Modern di Londra ed è distribuito in esclusiva in Italia da Rinaldi 1957. I due cocktail della serata sono stati realizzati da Santino Calderone del cocktail bar “Ceresio 7”, sotto la guida di Fabrizio Tacchi, Premium Brands Ambassador di Rinaldi 1957.

Il Cinema:
Tutta da scoprire la cinematografia filippina, così come la sua cucina. Elenchiamo alcuni titoli invitandovi alla loro ricerca: A Lullaby of the Sorrowful Mystery, di Lav Diaz (2016), The Woman who left, sempre di Lav Diaz (2016), Captive, di Brillante Mendoza con la francese Isabelle Huppert (2011), Jay, di Francis Xavier Pasion (2008), Independencia, di Raya Martin (2008).

Gabriella Aguzzi