Italiani? Talento, trippa e modellini

27/10/2010

"Il Cinerigattiere", Rubrica a cura di MARIO TIRINO
Caltiki è unica e immortale, quando verrà lo sposo dal cielo, la potenza di Caltiki distruggerà il mondo”. Facendo il verso alle nuove teorie cinematografiche di apocalisse marcate Maya, Caltiki, film del 1959 commissionato dalla Lux Cinema al talentuoso e allora giovane regista di origini partenopee Riccardo Freda* (Aquila nera, I vampiri), prende vita da una idea del sempre poco ricordato Filippo Sanjust, scenografo,sceneggiatore teatrale e cinematografico. La storia si svolge in Messico: una creatura gigantesca e informe, fuoriuscita dal laghetto radioattivo di un antico tempio situato nelle viscere di un vulcano, semina morte tra le fila di una spedizione scientifica  che si trova nell’entroterra messicano alla ricerca dei misteri dell’estinzione dell’antica civiltà Maya. Il capo spedizione, il biologo J. Fielding (John Merivale) riesce a scappare salvando parte della sua troupe e portando via un brandello del mostro che quasi dilania il braccio del suo amico e collega Max Ghunter (Gerard Herter). Di ritorno dalla disastrosa avventura il biologo scopre, con l’aiuto del professor Rodriguez (Vittorio Andrè), delle verità sconcertanti: il reperto organico ha una età di circa 20 milioni di anni e una struttura unicellulare che, se sollecitata da radiazioni, sembra prendere vita. Ma la notizia più allarmante per i due ricercatori è che l’epigrafe rinvenuta nell’antro della bestia annuncia la distruzione del mondo e trova fondamento nelle verità scientifiche appena portate a galla. Nel frattempo l’amico Max Ghunter, ricoverato in ospedale, comincia a dare segni di squilibrio, manifestando deliri di onnipotenza e un morboso e spiccato desiderio nei riguardi di Helen (Didi Perego), moglie dell’amico Fielding. L’intreccio narrativo carico di crescente suspence è opera di  Freda, che non sbaglia niente: i personaggi (tra i quali compare un giovane Giacomo Rossi Stuart nei panni dell'assistente di laboratorio) sono credibilissimi, schematici come nella tradizione dei film di genere, e non c’è dialogo o scena che possa risultare superflua alla narrazione della pellicola che, nonostante i suoi 50 anni, gode di un ritmo elevatissimo. L’impeccabile fotografia si rivela degna della migliore tradizione b/n della grande epoca noir hollywoodiana. Le minacciose ambientazioni iniziali create per l'ottanta per cento circa con l’uso di forbici, carta e colla, la fagocitante creatura, ottenuta con l’ausilio di stracci e trippa fresca e la scena finale in cui è ambientato l’epico intervento militare, ricreata con modellini in scala, sono opera di Mario Bava. Il quale, sopperendo alle mancanze della produzione, partecipò al film come direttore della fotografia e degli effetti speciali mostrando per la prima volta le sue quasi alchimistiche capacità tecniche, poi universalmente riconosciute (ed imitate), di trasformare mezzi di fortuna in effetti dalla sorprendente veridicità o - citando un colorito John Landis - di cucinare insalata di pollo con merda di pollo.
La pellicola, al di là delle sterili vivisezioni aneddotiche, unica e unicellulare come il mostro che ne calca le scene, in termini di prodotto finale gode di un eccellente equilibrio tra i comparti e di una solidità stilistica da “big production”. Caltiki rappresenta un vertice immaginario, che probabilmente neppure i produttori della Lux Film attendevano da  un coraggioso ma ancora grossolano tentativo di esplorare lande sconosciute – come quelle del fantastico - al cinema italiano ancora  impantanato nei meccanismi di un neorealismo ormai scarico e morente. Inoltre Caltiki esula dal calderone delle acritiche voyeuristiche  rivalutazioni post-tarantiniane per entrare a pieno merito tra i classici del fanta-horror. Note di demerito? Magari ai nostri occhi allenati  ad una effettistica d’avanguardia alcuni passaggi potrebbero sembrare ingenui ed obsoleti, ma se l’alchimia principale della settima arte è la cosi tanto citata “sospensione dell’incredulità”, Caltiki è un capolavoro da non perdere.

* Riccardo Freda, dopo diversi litigi con la produzione, abbandonò la pellicola in fase di supervisione al montaggio e fu sostituito dallo stesso Bava (che guadagnò così la produzione de La maschera del demonio, suo primo film da regista), al quale tante volte viene erroneamente accreditato il film.

Caltiki
Regia: Riccardo Freda 
Soggetto e Sceneggiatura: Filippo Sanjust
Interpreti : John Merivale (dott. John Fielding), Didi Perego (Ellen Fielding), Gerard Haerter (Max Gunther), Daniela Rocca (Linda), Vittorio Andrè (prof. Rodriguez), Giacomo Rossi Stuart (assistente Rodriguez), Daniele Vargas (Bob)
Fotografia ed  effetti speciali: Mario Bava 
Montaggio: Mario Serandrei
Musica: Roberto Nicolosi, Roman Vlad
Produzione: Sam Schneider, Bruno Vailati
Origine: Italia/USA
Anno: 1959

Andrea De Ruggiero