Pathos, amore e terrore: Paul Leni goes to Hollywood

17/11/2010

"Il Cinerigattiere", Rubrica a cura di MARIO TIRINO

Il vecchio Cyrus West muore creduto pazzo e nell'indifferenza dei suo parenti, specificando che il suo testamento dovrà essere aperto dopo 20 anni, nel sinistro castello dove egli stesso ha trovato la morte. Allo scoccare del termine, i parenti si ritrovano davanti all'avvocato, che nomina la nipote Annabelle (Laura La Plante) erede universale. Con una clausola, però: dovrà passare una notte nel castello e poi essere visitata per appurare le sue capacità mentali. Se ciò non verrà rispettato, un secondo erede verrà nominato. Dopo sparizioni, omicidi e liti, viene a galla un losco complotto operato da uno degli eredi, il cui intento era far passare Annabelle per pazza. Questa la trama di The Cat and the Canary (Il castello degli spettri), primo film americano del tedesco Paul Leni, per la Universal. In realtà in questo castello, di spettri non c'è nemmeno l'ombra (e scusate il gioco di parole). Il titolo originale, The Cat and the Canary, va invece al cuore dell'intreccio: lo zio e Annabelle sono canarini chiusi in gabbia, indifesi; gli eredi, gatti pronti ad azzuffarsi per divorare tutto. Leni aveva girato già il ben più noto Das Wachsfigurenkabinett (Il gabinetto delle figure di cera), nel 1924, restando fedele a un certo clima di oscurità/luce (esteriore ed interiore) tanto caro al cinema espressionista tedesco. Così prova a trasferire questo suo modo di “fare” cinema su suolo americano e uno dei pregi dell'opera è proprio il lavoro fantastico operato sugli interni/esterni/luci, in pieno stile espressionista: Leni crea il “castello” del terrore per eccellenza, ripreso poi da tutti i registi che vorranno mostrarci una losca magione, con tende che si muovono al vento, finestre che si illuminano tra i bastioni, minacciose stanze da letto che non “mostrano” nessuno spettro, ma ne fanno presagire l'apparizione ad ogni sequenza. Da rimarcare, inoltre, appare il lavoro sulla mimica degli attori, che, in assenza di traccia audio, dovevano lavorare molto sulla loro “malleabilità” facciale, creando delle vere e proprie maschere. Nella sua parabola immaginaria e narrativa, The Cat and the Canary attraversa un territorio inter-genere: il film è un horror/thriller (per gli ambienti, i primi piani dell'arcigna cameriera, l'uso delle luci, la mano animalesca che spunta dal muro, omaggio forse a Nosferatu, le enormi bottiglie che circondano il morituro West, in pieno stile avanguardistico); è un giallo (la sparizione e uccisione di persone e il tentativo di trovare l'assassino); è una commedia (Leni utilizza i canoni della slapstick comedy, ottenendo risultati formidabili grazie alla bravura del “duo” attoriale composto da Creighton Hale, l'impacciato cugino Paul, e Flora Finch, la goffa zia Susan); è, infine, una love-story in piena regola  (con Annabelle e il timidissimo cugino Paul che si proteggono e scambiano dolci promesse - già qui spunta il tema dell'emarginato che riesce ad aver la meglio sugli spietati).
Da sottolineare l'uso avanguardistico di alcune riprese, con lunghi carrelli e sequenze in soggettiva. Forse la durata (un'ora e mezza) e la lentezza di alcuni momenti potrebbero far “scoraggiare” lo spettatore non abituato alle didascalie e alle forzature di movimento tipiche dei film muti, ma l'esperienza visiva merita sicuramente uno sguardo partecipe.

The cat and the canary (Il castello degli spettri)

Regia: Paul Leni
Soggetto: dal romanzo di John Willard "The cat and the canary"
Sceneggiatura: Alfred A. Cohn (adattamento e sceneggiatura), Walter Anthony (titoli), Robert F. Hill (adattamento)
Interpreti: Laura La Plante (Annabelle West), Creighton Hale (Paul Jones), Forrest Stanley (Charles 'Charlie' Wilder), Tully Marshall (avvocato Roger Crosby), Gertrude Astor (Cecily Young), Flora Finch (zia Susan Sillsby), Martha Mattox (cameriera), Arthur Edmund Carew (Harry Blythe), George Siegmann (la guardia), Lucien Littlefield (il dottore Ira Lazar)
Montaggio: Martin G. Cohn
Fotografia: Gilbert Warrenton
Musiche originali: Hugo Riesenfeld
Scenografia: Charles D. Hall
Produzione: Universal Pictures (con il nome Universal Jewel)
Origine: USA
Anno: 1927

Pietro Ammaturo