Tra scienza e religione... vince Spencer Tracy

28/07/2011

“Il Cinerigattiere”, rubrica a cura di MARIO TIRINO

Il film segnò senza dubbio una tappa fondamentale per la carriera di Stanley Kramer (Guess Who's Coming to Dinner, Indovina chi viene a cena?, 1967; It's a Mad Mad Mad Mad World, Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo, 1963): con Inherit the Wind (E l’uomo creò Satana!, 1960) cominciò, infatti, la cospicua collaborazione con Spencer Tracy terminata solo con la morte dell’attore nel 1967.
La trama, apparentemente semplice, è la riduzione di un testo teatrale di qualche anno prima, a sua volta ispirato da una storia vera. 1925: in un piccolo villaggio USA il pastore, d'accordo con i “maggiorenti” locali, denuncia un insegnante, John Scopes (novello Socrate), perché illustra ai suoi allievi le teorie di Charles Darwin sull'evoluzione delle specie. In tribunale le sorti del giovane sono affidate al sedicente avvocato Henry Drummond  (Spencer Tracy), agnostico e fortemente motivato dal suo desiderio di giustizia e verità. Si scontrerà contro il pubblico accusatore, uomo timorato di Dio e santificato dalla comunità di Dayton, Tennessee, il politicizzato Matthew Harrison Brady (Fredric March). I due, vecchi amici ora rivali, combatteranno senza esclusioni di colpi in nome del proprio credo fino al drammatico epilogo che lascia tutto apparentemente sospeso, tranne forse le coscienze degli spettatori.
Meravigliosa e mai banale l’iconografia del film: le numerose inquadrature di statue della giustizia con le loro bilance in parziale equilibrio (come nella carrellata iniziale che segue uno degli accusatori del giovane insegnante); l’arrivo dello spavaldo e altezzoso giornalista ateo E. K. Hornbeck (un imparagonabile Gene Kelly) che si professa sostenitore delle parti del professore mentre addenta gustosamente una mela (e fa  chiaro riferimento all’albero della conoscenza); i primi piani di Tracy e March, monumentali e simbolo della loro importanza nella controversia tra creazionismo ed evoluzionismo. Infatti, se il film inizialmente ci pone dinanzi le disavventure del giovane insegnante, la sua storia d’amore con la figlia dello stesso pastore che l’ha denunciato, presto questi è quasi dimenticato, per lasciare posto alla mostruosità attoriale dei due avvocati che in questo “Monkey Trial” non si risparmiano, rimanendo però sempre nei limiti del reciproco rispetto.
Tra Religione e Scienza, tra Superstizione e Ragione, Kramer  sembra sempre tendere verso la seconda affondando spietatamente (grazie a una brillante sceneggiatura di Nedrick Young e Harold Jacob Smith) colpi contro il fanatismo religioso che pervade gli Stati del Sud degli U.S.A. (i più conservatori); e lo fa ridicolizzando l’ostentazione di Brady a difendere a tutti i costi il suo credo, come nella bellissima scena della deposizione come teste dello stesso avvocato conservatore, in cui Drummond fa riferimento ad alcuni passi della Bibbia chiaramente incongruenti, o nel suo ultimo, vano tentativo di farsi ascoltare dal suo “gregge” ormai perduto (qui rimane impressa nella mente il primo piano della moglie in lacrime dinanzi a tale spettacolo) prima della tragica fine. Ma quando ormai sembra chiara quella che è la posizione del regista nella disputa, ecco che ci regala un inaspettato colpo di scena : l’agnostico Drummond, dopo aver scacciato con sdegno quel  “Diavolo tentatore” di Hornbeck, nell’aula vuota del tribunale si trova a soppesare i due libri al centro dell’intera disputa, La Bibbia e La teoria dell’evoluzione, e come per la bilancia della giustizia il peso è equipollente. Forse perché … la verità sta nel mezzo?


Inherit the Wind (E l’uomo creò Satana!)

Regia: Stanley Kramer
Soggetto:  Jerome Lawrence, Robert E. Lee
Sceneggiatura: Nedrick Young, Harold Jacob Smith
Interpreti: Spencer Tracy; Fredric March; Gene Kelly; Dick York; Harry Morgan; Claude Akins; Donna Anderson.
Fotografia: Ernest Laszlo
Montaggio: Frederic Knudtson
Musica: Ernest Gold
Produzione: United Artists
Origine: U.S.A. 
Anno: 1960

Antonello Trezza