Sulle Merlate del Castello Sforzesco

30/08/2014

Cosa ci può essere di più suggestivo a Milano, nella bellezza di una sera di fine estate, di una passeggiata all’imbrunire lungo le Merlate del Castello Sforzesco? E’ una camminata che stupisce tanto il turista quanto il milanese, invitato a soffermarsi sulle bellezze della sua città anziché oltrepassarle con occhio abituato e distratto, e a scoprirne quei segreti nascosti sentendone narrare la storia.
Dopo la chiusura dei cancelli è possibile ai visitatori accedere agli spalti più alti e anche alle Torri e dalle Merlate, oltre la Torre del Filarete, scoprire con meraviglia l’improvvisa vista del Duomo, mentre il sole tramonta sopra il Parco Sempione. In fondo lo skyline di una Milano nuova che sta sorgendo con altre torri tra i contrasti del quartiere di Porta Garibaldi.
Intanto la sera si tinge di magico, il cielo imbrunisce sopra le torri, i cortili sottostanti si ammantano di buio, il Cortile della Rocchetta, la Corte Ducale con il Portico dell’Elefante. Camminiamo sopra i Musei ora silenziosi, là dove stanno la Pietà Rondanini e la Sala delle Assi affrescata da Leonardo. Poi le luci si accendono improvvise lungo i camminamenti di ronda che ci conducono dalla Torre Falconiera al Torrione di Santo Spirito su cui svetta lo stemma del Biscione Visconteo e illuminano la Piazza d’Armi. Solo da qui si può cogliere la visione totale della struttura del Castello, con il quadrilatero, il Rivellino, il fossato morto che lo separa dal luogo dove un tempo sorgeva la medievale Porta Giovia, sulle cui fondamenta il Castello Sforzesco fu edificato. Una camminata con la Storia, dove ogni angolo della cerchia muraria evoca un episodio, ogni aspetto architettonico racconta di cambiamenti e restauri, dove si ripercorrono i Secoli.

Tutto ciò è possibile grazie agli itinerari di Ad Artem, che ha ideato e curato dei percorsi culturali proprio per mostrare una Milano classica e allo stesso tempo tutta da riscoprire, inoltrandosi nel suo passato. Per viverla anche in agosto, quando rivela un nuovo fascino. Il tour delle Merlate serali è un vero gioiello, perché combina la visita agli scorci panoramici, ma è veramente completo se combinato, il giorno seguente, al tour dei Sotterranei. Guide preparatissime e precise raccontano, lungo l’insolita passeggiata, la Storia del Castello, tra le sue continue distruzioni e ricostruzioni.
Fu infatti sul trecentesco fortilizio visconteo di Porta Giovia, demolito quando Filippo Maria Visconti morì senza lasciare eredi e fu proclamata la Repubblica Ambrosiana, che il condottiero Francesco Sforza ricostruì la Fortezza nel 1450 proteggendo nuovamente Milano in cambio di esserne accolto come Signore. Percorrendo la cinta muraria il racconto prosegue illustrando le tecniche di difesa, fino a giungere in vista della Torre del Filarete che domina l’ingresso del Castello. Francesco Sforza ne ordinò la costruzione ma il figlio Galeazzo Maria, che proseguì nell’opera di trasformazione del Castello a residenza signorile (sotto Ludovico il Moro furono chiamati a Corte Leonardo da Vinci e il Bramante), con minor gusto artistico e più interesse al risparmio del suo predecessore, chiamò a completarla un nuovo architetto. Nel secolo successivo, sotto il dominio francese, la Torre, adibita a deposito di munizioni, esplose a causa di un fulmine. La sua ricostruzione è ad opera dell’architetto Luca Beltrami, che si basò sui disegni dell’epoca. Beltrami salvò il Castello dalla demolizione, dopo che l’assedio napoleonico e la conseguente destinazione a dormitorio per truppe e il saccheggio durante le Cinque Giornate lo avevano danneggiato nel corso dei secoli, e ne curò il restauro tra il 1891 e il 1905. Quello che ora vediamo è il frutto di un enorme lavoro di ricostruzione, dai torrioni alle finestre (ne resta solo una originale): vengono scavati i fossati e viene riedificata totalmente la Torre del Filarete.
Accanto ai ricordi storici si affacciano le leggende. Attraversando la Torre di Bona alcuni dicono di avvertire profumo di violette e lo attribuiscono al passaggio del fantasma di Bona di Savoia. Le guardie del Museo giurano anche oggi di sentire la notte battere un orologio, ma non vi sono orologi. D’altra parte che Castello sarebbe senza i suoi fantasmi?

Il Calendario completo degli itinerari culturali di Ad Artem

Gabriella Aguzzi