Sulle orme del Padrino

24/08/2010

Quando la Paramount si reca nel comune di Corleone (Palermo) per girare le scene italiane de Il Padrino, la mafia chiede i soldi e Coppola, con tutta la sua troupe, decide di cambiare programma e di spostarsi nel piccolo comune di Savoca in provincia di Messina. Nel 2008 viene inserito tra i borghi più belli d’Italia, immerso nella natura, conserva ancora il suo stile barocco, medievale. Quando io e il mio compagno abbiamo deciso di trascorrere le vacanze estive in Sicilia, abbiamo subito pensato di visitare questo piccolo paesino, lontano dal turismo di massa, accogliente e davvero molto piacevole. Savoca fa parte del comprensorio di Valle d’Agrò  e si può raggiungere facilmente con la macchina, che bisogna poi lasciare prima di entrare nel paese. E’ così che dopo una breve camminata ci siamo ritrovati davanti al famosissimo bar  Vitelli, chiamato così dallo stesso Coppola come previsto dalla sceneggiatura. Da allora l’insegna non è più stata rimossa, e anche il nome è rimasto lo stesso in omaggio al film.  Il bar fa parte del Palazzo nobiliare Trimarchi, e si trova al piano terra di questo edificio.
La facciata è ricoperta da una fitta vite che copre i tavoli, all’interno ci sono moltissime fotografie di Coppola e Al Pacino ai tempi delle riprese, ci sono i poster di Marlon Brando e ci sono un’infinità di oggetti antichi, dalle ruote dei carretti siciliani, ai lumi, alla vecchia macchina per fare granite. Il bar è visitato da turisti provenienti da ogni parte del mondo, che fanno a gara per accaparrarsi il tavolo dove era seduto Al Pacino nella scena in cui deve parlare con il padre di Apollonia per chiederla in sposa.  Per fortuna però, nel momento in cui siamo arrivati noi il tavolo era libero e siamo riusciti a sederci proprio lì, per prenderci un’ottima granita di limone con zibibbo di cui pare andasse matto anche Coppola! Mentre siamo seduti arrivano ragazzi spagnoli e americani e -prima di lasciare il tavolo a loro- un signore del posto che si diverte ad osservare i turisti, mi consiglia di fare una foto ricordo con scoppola e lupara! Sarà fatto, ovviamente!

Dopo il bar, l’altra sosta obbligatoria è la chiesa di San Nicolò, dove furono girate le scene del matrimonio tra Michael Corleone e Apollonia. Una signora ci indica la strada per “la chiesa de Il Padrino”:  si attraversano dei vicoli molto belli e si passa per la porta di Savoca.
La chiesa è bella, ma probabilmente è più emozionante stare lì fuori, immaginare la scena del film, gli attori, la troupe e godersi la tranquillità di quel luogo, il paesaggio stupendo, la veduta spettacolare.
Solo passando per quelle strade, parlando con le persone del posto, sedendosi al bar e nella stessa posizione di Al Pacino, camminando per la salita che porta alla chiesa e affacciandosi da lì, si può immaginare il motivo per cui Francis Ford Coppola scelse di girare nell’agosto del 1970 le scene siciliane del film, in questo paesino. L’emozione nel vedere quei luoghi è tantissima, soprattutto per chi conosce a memoria ogni scena di quel film; era bello immaginare le riprese, era bello anche vedere i sorrisi degli altri turisti che arrivavano al bar.

Noi ci siamo fermati qui, ma se qualcuno trovandosi da quelle parti avesse voglia di continuare il “Padrino tour”, nella provincia di Catania si trova Fiumefreddo, il paesino dove si trova il “Castello degli schiavi”, la villa in cui vanno ad abitare Michael e Apollonia dopo il matrimonio. (Due anni prima -nella stessa villa- Pasolini aveva girato alcune scene del film L’orgia). Qui furono girate la scena della prima notte di nozze, quella delle lezioni di guida e infine quella dell’esplosione dell’automobile in cui muore Apollonia. E’ possibile visitare l’interno, le stanze, accompagnati dal proprietario della villa, anche lui pieno di fotografie fatte sul set.
Coppola girò a Fiumefreddo anche nel ’74 e nel ’90 per la seconda e la terza parte del film, quando vengono raccontati gli anni giovanili di Don Vito Corleone (interpretato da Robert De Niro) in Sicilia, prima di emigrare in America. Ed è proprio qui, nel “Castello degli schiavi” che si conclude la saga de Il Padrino, con Al Pacino seduto nel giardino, ormai invecchiato, che crolla a terra e muore.

Silvia Preziosi