Miki Satoshi, l'eccentrico

16/04/2009

Miki Satoshi torna al Far East Film di Udine, dopo l’omaggio dedicatogli l’anno scorso, con un’altra delle sue bizzarre commedie, “Instant Swamp”, che sarà presentata in anteprima mondiale al Festival friulano, divenuto ormai la più grande vetrina del Cinema Orientale in Europa.
E’ stato grande e divertente protagonista della passata edizione Miki Satoshi, la nuova promessa del cinema nipponico, che usa un’ironia surreale per smascherare le nevrosi dell’odierna società giapponese, soffocata da ritmi estenuanti e caratterizzata da una competizione sempre presente con l’Occidente. E si dice nevrotico anche lui, e con una risata spiega il difficile rapporto che lo lega alla critica cinematografica e ai produttori, troppo spesso spaventati dall’imprevedibilità dei suoi progetti. “I produttori mi giudicano un regista rischioso e hanno detto che preferiscono vedere i miei film come spettatori che azzardarsi a produrli”

Vedendo film come “In the Pool” verrebbe da accostarlo al primo Almodovar, per tentare un paragone europeo, e lui stesso è un personaggio surreale come i suoi film. Bizzarri, grotteschi, assurdi, paradossali, spesso esilaranti.
“Pensavo che i miei film potessero essere apprezzati solo dal pubblico giapponese e mi ha sorpreso con piacere che anche il pubblico italiano ridesse. E’ il pubblico giapponese invece ad avere una reazione diversa e a volte si arrabbia perché dice che non c’è dramma. Forse è troppo serio.”
“La tua galleria di personaggi assurdi e curiosi è influenzata anche dagli attori?”
I miei personaggi stanno diventando sempre più folli e strani. Quando faccio audizioni per nuovi attori più che le ragazze carine mi colpiscono i personaggi buffi, così sto cercando di creare personaggi sempre più folli. Consegno sempre la sceneggiatura completa agli attori ed è importante che la trovino interessante e riescano a mantenere dentro di loro l’impressione iniziale. Lavoriamo ridendo e scherzando. Stiamo cercando di fare quello che ci piace e forse stiamo creando una nuova cultura.”
“Un attore europeo a cui senti di poter accostare i tuoi protagonisti?”
Mi ha fatto una buona impressione Benigni in Daunbailò. La comicità di Benigni aveva qualcosa in comune con i miei personaggi e da Daunbailò ho preso spunto. A quell’epoca Benigni non era per niente conosciuto e tutti hanno avuto l’impressione di un personaggio strano e percepito la sua comicità.
“Nei tuoi film vi sono spunti comici ovunque, perfino in storie che potrebbero essere malinconici...”
“Se è risaltato l’aspetto romantico e poetico è venuto fuori da sé. Non voglio imporre un tema solido, ma il pubblico può trovare qualcosa con la sua immaginazione e averne un’impressione diversa, come da un sasso lanciato sull’acqua nasce una fantasia. Ad esempio ho voluto creare una gag comica e c’è chi l’ha trovata triste, perché parlavo di vecchiaia. Cerco sempre di ricordarmi di qualcosa che ho trovato buffo e di cogliere uno spunto comico interessante. Guardandomi intorno annoto sempre qualcosa sui miei foglietti, perché la memoria diventa debole e non voglio dimenticarmene”.

E infatti Miki Satoshi, il cui lavoro abituale è quello di regista televisivo di programmi comici di grande successo, ha realizzato i suoi primi quattro film per il cinema, a cominciare da In The Pool del 2005, in un modo molto simile ai suoi show televisivi: brillanti idee comiche e personaggi stravaganti e piacevoli, ma che si trascinano senza grossi sviluppi. Nel suo quinto film, “A drift in Tokyo”, invece, Miki costruisce una straordinaria commedia dall’inizio alla fine. I due protagonisti - un eterno studente universitario (Odagiri Joe) e un esattore di debiti di mezza età (Miura Tomokazu) - si trascinano ancora per tutta la storia, ma stavolta con uno scopo ben preciso, e nel perseguirlo il loro rapporto diventa più stretto. Le gag sono sempre divertenti, ma rivelano anche un certo carattere e portano avanti la storia. L’idea di partenza - due estranei che trascorrono alcuni strani giorni camminando per Tokyo - ha l’improbabilità tipica di Miki, ma alla fine il loro viaggio assume una sorta di senso poetico. L’eccentrico road movie si è aggiudicato l’Audience Award alla passata edizione del Far East Film.
Le sue opere sono frutto d’idee improvvise, magari nate dalla visione o re-visione di altri film, eppure sempre capaci di affermare una personale cifra stilistica. È un uomo eccentrico, Satoshi, come eccentrico è tutto il suo Cinema.

Gabriella Aguzzi