Tuesday- il giorno di Marte

16/05/2008

La biografia di Tuesday Weld si intreccia con quelle di altre figure protagoniste della storia di Hollywood, interpreti e registi famosi per le loro fortune o viceversa per i drammatici destini ai quali sono andati incontro. Tuttavia, Susan Ker Weld (vero nome di Tuesday) nata a New York nel 1943 sembra essere un autentico esempio di contraddizione nell'epoca in cui, come si è già accennato, il cinema americano adottava parametri molto categorizzati e inflessibili che non davano spazio all'ambivalenza e alla pluralità di aspetti, un po' come accadeva nei vecchi western: cappelli bianchi/ buoni, cappelli neri/cattivi.

La bionda e vivace Weld, inizia la sua carriera negli anni dell'esplosione del Rock and Roll partecipando a show televisivi in cui giovani “indiavolati” ballavano e cantavano assieme alle stelle nascenti della nuova musica. Dalla Tv al cinema il passo fu abbastanza breve, anche perché in quegli anni venivano realizzate molte pellicole "musicali" a scopo promozionale, esattamente come accadde più tardi in Italia con i "musicarelli". L’effervescente teenager era molto adatta ai ruoli di bella scatenata, frizzante e vitale, con una luce di intelligenza negli occhi non comune alle "pupe" del tempo. Purtroppo fu proprio il suo appeal angelico ma seduttivo e volitivo a relegarla spesso a ruoli di giovane traviata dal rock o di piccola malvivente e, quindi, ad una serie di parti da comprimaria accanto ad attrici e attori già famosi o che sarebbero di lì a poco entrati nella storia del cinema. Il suo aspetto fresco e adolescenziale non le permetteva di interpretare ruoli femminili da "fatalona" – era ben lontana dall'assomigliare a Lana Turner o Ava Gardner - si avvertiva però in lei una carica di morbosa sensualità che la distingueva da attrici neutre e innocue come Sandra Dee per cui, anche la parte di fidanzatina candida e innocente non le si addiceva (ricordiamo che in Europa invece nasceva il fenomeno Brigitte Bardot).

Fin dagli esordi, la Weld diede prova di saper interpretare personaggi positivi come in Rock, Rock, Rock (Il re del Rock and Roll) del '56 o negativi come in Wild in the Country (Paese selvaggio) del '61, eppure nel suo percorso sembra quasi che abbia evitato proposte (o scartata per un soffio) per quelle pellicole che erano destinate a diventare dei cult come Lolita, Il Macbeth di Polanski e Bonnie and Clyde.

Sfiorata dai più grandi talenti dagli anni '50 ai '90, è stata collega stimata da attori come Steve McQueen, con cui ha lavorato in Soldier in the rain (Soldato sotto la pioggia) nel '63, Cincinnati Kid nel '65 e con il quale si stava per stabilire un sodalizio artistico poi sfumato nel nulla. La sua più autentica prova di culto è riconosciuta in Pretty poison (Dolce veleno) del '68, film abbastanza mediocre ma annunciatore di un cambiamento profondo nella condizione sessuale delle donne americane ed, effettivamente, se c'è stata una vera Lolita ad Hollywood, quella è la Weld. Una vita sentimentale molto turbolenta; le sono state attribuite love story con amanti del calibro di Elvis, Al Pacino, con cui ha girato Papà sei una frana nell'82, Ryan O’Neal, Dennis Hopper, Gary Lockwood, Sal Mineo, e Dudley Moore, con quest'ultimo è stata sposata e ha divorziato nel '78 a causa dei continui tradimenti di lui, dopo aver avuto un figlio - Patrick, nel '76. Successivamente sposò il violinista Pinchas Zukerman dal quale ha chiesto il divorzio nel '98. Alcune biografie riportano drammatiche notizie sull'infanzia travagliata della Weld: orfana di padre all’età di tre anni, rimase in balia delle ambizioni della madre – la ex modella Aileen Weld – che la precipitò nel mondo dello spettacolo a soli cinque anni tra pubblicità e servizi fotografici. A nove anni Tuesday era già preda di continue crisi di nervi e a dieci sulla via dell'alcolismo. Pare, inoltre, che abbia tentato per la prima volta il suicidio a dodici anni. Quando girò il suo primo film, a tredici anni, ne aveva già viste parecchie! Secondo alcune sue dichiarazioni infatti, sostiene di non ricordare quasi nulla della sua vita prima dell'anno in cui girò Rock, Rock,Rock. La soave ma pericolosa sensualità di Tuesday Weld sconvolse i grandi vecchi anche quando ne interpretava figlie, figliastre e ragazze da salvare: Danny Kaye - The five pennies (I Cinque penny, 1959); Terry-Thomas - Bachelor flat (L'appartamento dello scapolo, 1961); Gregory Peck - I Walk the Line (Un uomo senza scampo, 1970). Nel 1972 con Play It as It Lays un altro sodalizio, quello con Antony Perkins, diede l'illusione di una nuova coppia epocale come Garbo-Gilbert ma la discontinuità di ruoli-lancio nella carriera della Weld, le sue periodiche crisi di salute e il nuovo corso degli anni '70 bloccarono ancora una volta l'ascesa di un’attrice ormai matura per lavori più significativi. Le venivano proposti o ruoli importanti in film mediocri/discreti o piccole parti in film importanti. Negli anni successivi la Weld lavorò in Looking for Mr. Goodbar, (In cerca di Mr. Goodbar,1977) insieme a Diane Keaton, il film le fruttò una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista nel 1978 ma il premio, in quell’anno, fu vinto da Vanessa Redgrave. Thief (Strade violente,1981) un noir "quasi sperimentale" di Michael Mann, C'era una volta in America, 1984 di Sergio Leone in cui interpreta Carol, Falling down (Un giorno di ordinaria follia,1993) una sorta di "one man show" del bravo Michael Douglas. Seppur in maniera limitata e costretta dalle gabbie hollywoodiane, Tuesday Weld ha saputo regalare delle belle interpretazioni e, grazie al suo talento, ha reso luminosi e vibranti anche personaggi, tutto sommato, insignificanti. Di certo non è questa la sede per determinare quali scelte nella sua carriera siano state più o meno appropriate, meno ancora nella sua vita; forse il nome Tuesday (Martedì- il giorno di Marte) non le ha trasmesso solo la tenacia ma anche la dispersione di energia che deriva dal furore della lotta. Non ci resta che augurarle una tardiva ma meritata vittoria.

Katia Ceccarelli