Tacabaanda! : Calimero, il Pirata Pacioccone, Trinchetto (“cala cala cala....”), Susanna Tutta Panna, la Mucca Carolina, Jo Condor, Fido Bau, Ulisse e l’Ombra, la Vispa Teresa, Pierino Ribelle, Olivella e Mariarosa, Toto e Tata, Caio Gregorio er guardiano der Pretorio, Pallina, Caballero e Carmencita, Serafino lo Spazzacamino, Lancillotto (“ succede un quarantotto...”), Angelino, Unca Dunca, Cimabue, Sorbolik, Pippo l’Ippopotamo, Titti e Silvestro, Mammut Babbut e Figliut......
Chi, sopra i 35 anni, non ne ricorda almeno qualcuno, o tutti?
Se Calindri e Franco Volpi dicevano, in un vecchio Carosello, “dura minga”, nella nostra memoria tutto questo ancora dura. Grandi attori sono stati fissati nel ricordo per le loro apparizioni in mezzo al caos del traffico, all’inseguimento di una bionda birra, svegliandosi al mattino e accorgendosi che “la pancia non c’è più”, raddoppiandosi come il brodo, rinfrescandosi le idee, ricordandoci che “basta la parola” o che anche loro han commesso un errore, mostrandosi cuoco sopraffino, avendo una tale bocca da poter dire ciò che vuole, continuando ad avere un’ottima cera.
Attori, pupazzi, disegni, canzoncine e rimette riempivano la serata dei bambini. Poi, tutti a nanna. E a volte, il meglio era passato, con Carosello, anche per gli adulti. C’erano delle scenette veramente sceme, che spesso non c’entravano niente col “codino” finale e il prodotto da reclamizzare; altre erano diseducative, come quella in cui i bambini saltavano sulla rete del letto. Ma alcune erano tanto geniali che ancora adesso i creativi della pubblicità le riprendono: come quella di Ringo (“sarà mezzogiorno, mezzogiorno di cuoco”).
Nato il 3 febbraio del ’57 (la gran parte delle persone che scrivono su questo giornale, noi comprese, non era ancora nata) e terminato il 1° gennaio del ’77 (c’è ancora qualche collaboratore che deve nascere), “Carosello” è costituito da 4-5 scenette di poco più di 2 minuti l’una. Il regista Jean Luc Godard, non so quanto per provocazione quanto perché ci crede davvero, un giorno afferma che la cosa migliore del cinema italiano sono i Caroselli. Sicuramente sono un’ottima scuola: hanno firmato Caroselli nomi come i fratelli Taviani, Luigi Magni, Richard Lester, Lucio Fulci, Steno, Luciano Emmer, Valerio Zurlini, Tinto Brass, Francesco Maselli, Giuseppe Patroni Griffi, Ettore Scola e naturalmente il grande Bruno Bozzetto.
Ma alla fine, quel che più conta è quanto queste storielle, coi loro personaggi buffi e le loro battute lancia-prodotto colpivano la fantasia dei piccoli, che, diventati grandi, ancora le possono recitare a memoria.
Volete provare? “- E’ un’ingiustizia, però! Tutti se la prendono con me perché son piccolo e nero - - Tu non sei nero.....- ”, “Bella, dolce cara mammina...”, “Sì, sì, sì, sì, tutto bene ti andrà....”, “Mamma, vogliamo anche noi il buco nella pancia...”, “-Gianni, nonostante tutti gli schiaffi che ti sei preso hai ancora una buona cera- - Una buona cera? Ottima direi....-”, “Contessina avrei un desiderio, vorrei mangiar con lei...”, “Non è vero che tutto fa brodo...”, “Uei, cavernicoli, non siam più all’età della pietra”, “Io cerco la...la ...la...”, “Bambina sei già mia, chiudi il gas e vieni via”, “Le stelle sono tante, milioni di milioni...” “umpaumpaumpappà...devo andare, mia moglie aspetta....”, “-Come mai non siamo in otto?- -Perché manca ....- ”, “Vitaccia cavallina, m’è scappata la parolina...”, “Miguel son mi....” e tante, tante altre ancora, tante che le pubblicità di oggi non potranno mai competere.