
Dalla Danimarca ci
spostiamo in Finlandia e dalla Corte di Re Amleto ad una florida ditta che vuol
barattare le fabbriche di legname per il commercio di papere di plastica: un
motivo sufficiente per fare fuori il vecchio signore. Spiritaccio tipico di
Kaurismaki, quando era più divertitamente caustico che malinconico (il film è
dell’87 e circola solo in versione originale sottotitolata) e che comunque ha
sempre amato i paradossi e le situazioni limite. Questa volta ha voluto
misurarsi col classico dei classici e stravolgerlo a modo suo. Ci hanno provato
in tanti a trasportare Shakespeare in chiave contemporanea, anzi la moda
dilaga, ma spesso (vedi Romeo + Juliet e Hamlet 2000) si cambia ambientazione e
si lasciano intatti i dialoghi, con risultati stridenti. Kaurismaki non si
accontenta: se rilettura dev’essere che lo sia totalmente. Così in “Amleto si
mette in affari” Ophelia si annega nella vasca da bagno con la paperetta di
plastica che vi galleggia sopra, Hamlet monologa in palestra e Lauri Polonius
muore con la testa in una radio. “Sei uno sciocco ma mi fido di te” dice ad
Hamlet lo Spettro del Padre. E si sbaglia di grosso perché è stato proprio
Hamlet ad avvelenarlo, ma poi Orazio lo uccide. Il resto è silenzio.