Romeo & Juliet

02/03/2015

Fino a quasi vent’anni fa la versione cinematografica più celebre del dramma d’amore shakespeariano, emblema immortale dell’amore contrastato, era stata quella lussuosa di Franco Zeffirelli, annata 1968, Oscar per la Fotografia e i Costumi,  preceduta in ordine cronologico dal pittoresco Giulietta e Romeo del 1954 di Renato Castellani. Andando ancora a ritroso troviamo il Giulietta e Romeo del 1936 di George Cukor e, ancora agli albori del Cinema, un Romeo and Juliet diretto nel 1916 da J. Gordon Edwards.
All’inesauribile immaginario shakespeariano non poteva mancare la tragedia dell’amore giovanile vittima dei contrasti tra famiglie che lo rendono impossibile, e quindi ancora più desiderabile e folle, e anche degli errori dei protagonisti e degli impulsi passionali della loro giovanissima età. Il Cinema vi ha attinto a piene mani, così come Romeo e Giulietta è stato materia di Balletti e di Musical (ultimo la commedia musicale di Riccardo Cocciante), è stato, come sempre accade per Shakespeare che si presta alle reinterpretazioni più disparate, oggetto di adattamenti per ogni tempo. L’esempio più eclatante, e la fusione di questi generi, è il musical cinematografico West Side Story, regia di Robert Wise e Jerome Robbins su musiche di Leonard Bernstein, che ambienta la vicenda  in una New York divisa tra bande di etnie diverse. Anche Abel Ferrara ne fa una sua versione con China Girl, ambientandolo tra Little Italy e Chinatown
Peccato non ne abbia tratto un bel melodramma Douglas Sirk perché questo amore che conduce alla morte nell’arco di 24 ore sarebbe stato perfetto per le sue corde!
Poi, nel 1996, è arrivato lui, Baz Luhrmann e nelle sue mani Romeo e Giulietta si trasforma in una bellissima storia pulp e nevrotica. La rinascimentale Verona diventa una Verona Beach del Sud California, i Montecchi e i Capuleti dei pazzoidi dal grilletto facile dominati dai genitori boss, l’erba che fa innamorare è una pillolina allucinogena, Frate Lorenzo una sorta di sciamano tatuato, il messaggero un cablogramma che si sperde nel vento, e al posto degli stiletti compaiono splendide pistole dal calcio di madreperla. Ma la magia sta nel mantenere (quasi) intatti i versi shakespeariani e lo spirito, proiettando il tutto in una storia moderna anche nello stile, e non in una mera trasposizione d’epoca. E così ecco il ritmo frenetico, il montaggio sincopato, il look sgargiante, i colori pop, i vestiti eccessivi, i toni grotteschi, la scenografia squallida e quasi surreale, i simboli di un’estetica da America Latina trash. Ecco il volto inquieto di Leonardo Di Caprio, allora all’apice della sua bellezza, che si getta in ginocchio ad urlare sotto la pioggia come un novello Marlon Brando. E un autore grandguignolesco come Shakespeare, se avesse visto il Romeo + Juliet di Luhrmann avrebbe certamente apprezzato e applaudito.

Baz Luhrmann diede così il via alla moda, durata alcuni anni, di portare Shakespeare al Cinema in epoche moderne, col tentativo di conquistare le giovani generazioni. Tentativo non sempre riuscito, perché i film che seguirono non ebbero la sua originale genialità.
Se dunque ora Carlo Carlei decide di girare un nuovo Romeo & Juliet lo scopo è quello di riportare la tragedia originale nel suo contesto classico. Il film, uscito sugli schermi italiani per San Valentino, non solo è girato a Verona (dove il balcone di Giulietta continua a richiamare turisti da ogni parte del mondo), ma ritrova, con un’operazione inversa, quello stile pittorico, scenograficamente sontuoso, operistico, “zeffirelliano”. Interpretato da un cast giovane e pulito - Douglas Booth e Hailee Steinfeld sono i due innamorati – trova però i momenti più incisivi quando prende la scena Paul Giamatti nei panni di frate Lorenzo. Un film elegante e non privo di suggestioni, ma fin troppo calligrafico.
Un lavoro che contrasta con la trasposizione cinematografica dello spettacolo in scena a Broadway nella scorsa stagione, che ancora una volta riporta i due innamorati infelici in ambientazione contemporanea, con Orlando Bloom Romeo fuori età e Condola Rashad Giulietta afroamericana.

Gabriella Aguzzi