Farley Granger, indimenticabile Franz Mahler

01/05/2006

Dovevano essere Marlon Brando e Ingrid Bergman a interpretare “Senso” e abbiamo finito con l’interpretarlo io e Alida Valli. A quel tempo avevo riacquistato il mio contratto alla Goldwin per poter essere libero di lavorare a New York in teatro, ma avevo speso tutto e dovevo fare un film. Me ne avevano proposto uno in Italia: a Hollywood non conoscevano Visconti, ma alla sceneggiatura c’erano Tennesse Williams e Paul Bowles per cui mi sono ritrovato a Vicenza, in una bellissima villa palladiana che Visconti curava nell’arredo, attentissimo ai minimi particolari. Voleva essere assolutamente perfetto e voleva che in ogni stanza ci fossero fiori freschi tutte le mattine. Per la scena iniziale alla Fenice aveva fatto in modo che tutto corrispondesse esattamente al periodo storico. Un perfezionista che amava anche divertirsi. Ricordo che abbiamo festeggiato il suo compleanno in una trattoria, con Rosi e Zeffirelli, e abbiamo giocato a passarci gli oggetti sotto la tavola: non so se esiste questo gioco in Italia o se lo avesse inventato Visconti. E poi ricordo i vecchi bassotti di Rina Morelli che sedevano a tavola con noi e, non so perché, venivano sempre da me, e la vecchia, enorme Packard del ’35 che Visconti mi aveva procurato perché non voleva che guidassi macchine italiane, e io mi aggiravo per viottoli e cittadine di montagna con questa macchina da gangster… E così le riprese sono durate da agosto a febbraio: a primavera Visconti mi ha richiamato ma io ero impegnato in America e la scena finale ho dovuto girarla con una controfigura

Da un’intervista raccolta da Gabriella Aguzzi nel dicembre 1999 durante il Courmayeur Noir in Festival.

Gabriella Aguzzi