La Colombaia, ultimo scenario di Visconti

18/08/2010


“Il mare è sempre bello, nei suoi colori, le sue voci, i suoi umori. Non sono mai riuscito a capire come gli artisti greci abbiano potuto concentrarsi e dare voce a tante meraviglie avendo sempre davanti agli occhi uno spettacolo tanto fascinoso e ammaliante. A me basta il ricordo del mare ad occupare tutta la mia fantasia” diceva il Professore di “Gruppo di famiglia in un interno”. E Luchino Visconti amava affacciarsi sullo splendido panorama dei due golfi di Ischia, dove il sole tramonta nell’azzurro del mare, dagli spalti bianchi della Colombaia. Di tutti i luoghi del mondo il regista che, come il protagonista di Morte a Venezia, ricercava la Bellezza, aveva eletto per la sua residenza estiva questa villa che aveva ospitato scrittori come Giosuè Carducci e i personaggi più noti della Belle Epoque: negli Anni Sessanta, quando la storica costruzione dallo stile moresco era la più spettacolare dell’isola, l’aveva acquistata dal Barone Fassini e l’ aveva arricchita con il suo gusto d’esteta. E qui, nel giardino che digrada verso il mare, sotto un masso riposano le sue Ceneri, insieme a quelle della sorella Uberta.

Si respira un’atmosfera dannunziana al suo ingresso, mentre si sale verso la facciata bianca e azzurra che un tempo era adornata da statue di levrieri. “Abbiamo rintracciato lo scultore che le ha realizzate 40 anni fa e ne otterremo delle copie per ricreare lo stesso colpo d’occhio di allora” ci racconta Massimo Bottiglieri, Presidente del Consiglio Direttivo della Fondazione La Colombaia, grazie alla quale, finalmente, la Villa potrà riaprire al pubblico, perché tutti possano godere del luogo che Visconti aveva così amato e ricordarlo tra i suoi cimeli, in un museo a lui interamente dedicato. Era in stato di abbandono La Colombaia, ora denominata Villa Visconti, quando il Comune di Forio d’Ischia l’ha acquistata ed ora, dopo tre anni di chiusura, grazie ai pazienti lavori di restauro e nonostante continui ostacoli volessero impedire la realizzazione di questo splendido evento, riapre le porte il 29 agosto, con un concerto inaugurale in onore di Maria Callas, per ospitare poi in un immediato futuro mostre permanenti e manifestazioni culturali.

Noi di Quarto Potere abbiamo avuto la fortuna di poterla visitare a pochi giorni dalla riapertura, nel suo silenzio quasi sacro, avanzando lungo le pareti ricoperte di foto di scena dei suoi capolavori cinematografici e teatrali. Bottiglieri ci guida attraverso il salotto riarredato come Visconti lo abitava, con riviste d’epoca e un mobile bar (disegnato dall’architetto De Angelis) realizzato con i vetri smerigliati provenienti dalla vetrata dell’ascensore distrutta e le maioliche acquistate da Visconti durante le riprese dei suoi film. “Qui sarà il caffè letterario che vogliamo intitolare a Suso Cecchi D’Amico” spiega, ricordando la grande sceneggiatrice recentemente scomparsa. Sua figlia Caterina D’Amico ha fornito gran parte del materiale fotografico d’archivio che adorna ogni stanza, fino a quella che era la camera da letto di Visconti, in cui predominano le belle immagini di “Rocco e i suoi fratelli”. Tra i progetti vi è anche quello di una saletta in cui proiettare i film e soprattutto la ristrutturazione dello splendido ascensore liberty in vetro di Murano. Visconti stesso l’aveva disegnato e se l’era fatto costruire negli ultimi anni, quando la malattia lo aveva colpito, per accedere alla villa e salire fino alla terrazza. E da lì contempliamo anche noi lo splendore del panorama che incantava Visconti, l’ultimo Gattopardo.

Gabriella Aguzzi