Immaturi
20/01/2011
di Paolo Genovese
con: Ambra Angiolini, Luca Bizzarri, Barbora Bobulova, Raoul Bova, Ricky Memphis, Luisa Ranieri, Anita Caprioli, Paolo Kessisoglu

Sette amici si rincontrano dopo vent’anni sui banchi di scuola perché obbligati a rifare l’esame di maturità. Questa è l’idea di base su cui verte il nuovo film di Paolo Genovese, che scava nei meandri della psiche umana e riporta in superficie un incubo che devasta le notti della stragrande maggioranza degli italiani.
Come un Freud contemporaneo, il regista e sceneggiatore ha saputo identificare la minaccia latente ed utilizzarla per preparare un pacchetto ben studiato sulla sindrome di Peter Pan che oggi come dieci anni fa attanaglia i quarantenni di turno.
Le tematiche ricordano quelle del primo Muccino con L’ultimo Bacio, ma raccontate questa volta con meno teatralità e più ironia, non distanziandosi però mai troppo dai prototipi più inflazionati: Piero (Luca Bizzarri) il classico dj mai cresciuto che tenta di mantenere la sua giovinezza adattando il suo vestiario alla moda ventenne del momento, Giorgio (Raoul Bova) che va in apnea quando la moglie si rivela gravida, Luisa (Barbora Bobulova), una ex ragazza madre, ora donna in carriera con figlia più sveglia di lei, che si perde nella ricerca esistenziale della felicità e assunto Epicuro a guru, si impegna a seguire la sua dottrina e a conquistare una volta per tutte il compagno di classe amato sui banchi di scuola, baciandolo sotto la Tour Eiffel.
Chiudono il quadretto il romanaccio Lorenzo (Ricky Memphis) ancora ben saldato sul letto a castello della casa parentale, Virgilio (Paolo Kessisoglu) che trascorre le sue giornate a tradire la moglie con l’amante-farfallina e Francesca, (Ambra Angiolini) l’immancabile amica ninfomane, in astinenza terapeutica dall’accoppiamento animalesco.
Un film già visto, che affronta sempre le solite tematiche trite e ritrite ormai da anni pretendendo di differenziarsi per la genialata della maturità da rifare; in realtà, il diploma è marginale, rivelandosi una mera cornice, il collante per fare da sipario alle vite incasinate di questi ormai quarantenni non ancora cresciuti che con il 60 (oggi voto minimo) risolvono le loro vite e ci danno il contentino.
Buono e ironico è l’affresco di Lorenzo, il mammone ancora in casa dei genitori Luigi (Maurizio Mattioli) e Iole (Giovanna Ralli) che danno ritmo e simpatia al film e che fa sentire l’atmosfera caciarona e irriverente dell’Italia che conosciamo e che non se la vuole tirare a tutti i costi.
Gli altri personaggi rischiano a mio avviso di cadere nel dimenticatoio e sopravvivere solo alla luce degli stereotipi d’accatastare nell’armadio dei personaggi macchietta del cinema italiano degli ultimi dieci anni.
Voto: 6
Roberta Costantini