Rabbit Hole

11/02/2011

di John Cameron Mitchell
con: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Diane Wiest, Miles Teller, Sandra Oh

La cruda e precisa anatomia di un dolore. Così può essere sinteticamente definito “Rabbit Hole” anche se non si ferma qui, perché vive e vibra di altre mille sfumature e mezzi toni, senza mai sfociare nell’urlo e nel melodramma. Ci vuole uno straordinario equilibrio per analizzare i moti dell’animo, soffocati e repressi, di una coppia che, davanti alla morte di un figlio, cerca di rientrare nella normalità della vita, reggendone le scosse, e ritrovare un senso per andare avanti. Il film di John Cameron Mitchell, costruito sul dramma teatrale di David Lindsay-Abaire, riesce ad entrare in questo mondo di cristallo senza mai stonare. Il dolore di Becca e Howie è addirittura palpabile. Lo è nei piccoli gesti quotidiani, nelle ossessioni velate, nella ricerca di una calma impossibile. E l’intensa interpretazione di Nicole Kidman e Aaron Eckhart lo rende vivo e feroce.
Entriamo nella vita di queste due persone ferite senza che ci sia detto del terremoto che le ha scosse, ma dalle prime inquadrature, sotto la tranquillità apparente, si ha la sensazione di un peso che grava su di loro. E a poco a poco la verità emerge, mentre la loro desolazione si confronta con altre anime smarrite in cerca di consolazione. Becca vorrebbe cancellare ogni traccia che le parli costantemente del figlio morto, Howie ne cerca ovunque il ricordo. Finché Becca trova conforto proprio nell’incontro col ragazzo che ha causato l’incidente. Chissà, forse in uno dei tanti universi paralleli disegnati nel suo fumetto, oltre la tana del coniglio, da qualche parte lei è ancora felice....
Se il film si basa su un’opera teatrale potente e affida la sua forza alle corde dell’interpretazione, la regia, sommessa e mai invadente, si sofferma con grazia sui dettagli di questo viaggio nell’ombra, sottolineando come la sofferenza renda estranei alle cose, stemperandone l’allucinante desolazione nel contrasto con la normalità di ogni giorno.

Voto: 7,5

Gabriella Aguzzi