La Vita Facile

03/03/2011

di Lucio Pellegrini
con: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittoria Puccini

Uno fa il medico umanitario in Kenya. L'altro è un dottore di grido in una clinica privata. L'altro raggiunge il primo per una “supplenza”. Vuoi scommettere che, dopo un primo impatto di disgusto e non comprensione dell'Africa, questo classico personaggio di furbetto alla Abatantuono (o alla Vittorio Gassman, per scegliere paragoni più nobili ed antichi) finirà con l'innamorarsi della gente del luogo? Bene, hai perso la scommessa. Perché dopo una mezzoretta la storia prende altri binari. Infatti arriva lei: la moglie del secondo, amata dal primo. Il quale ha involontariamente causato un incidente al rivale e, durante il suo coma, si è portato a letto la donzella, e poi, schiacciato dal senso di colpa, è partito per l'Africa. Ma la donna è lì non per amore, bensì perché il marito ha un mandato d'arresto che pende sul suo capo: troppe furberie. Ok, è abbastanza complessa, ma gira gira è la storia di un triangolo: chi sceglierà lei, tra i due? Sorpresa: la storia sterza nuovamente. La scelta sentimentale non interessa agli autori, qui è in agguato un finale con truffa che trasforma la commedia all'italiana in commedia all'americana....
In questo scarno riassunto, che cerca di non rivelare troppo i “colpi di scena” ma non può nemmeno prescindere da essi, si annidano tutti i pregi e tutti i difetti del nuovo film di Lucio Pellegrini. Una commedia semi picaresca che riecheggia i film dell'epoca d'oro del nostro cinema, ma che non riesce a trovare una precisa identità. Al contempo, una storia che sfugge all'ovvio e cerca vari registri e vari punti di vista, riuscendo a tenere sveglia l'attenzione e la curiosità  (e il divertimento) dello spettatore fino alla fine. Per dirla con le parole dell'autore: “un film che parla di amicizia, di odio, amore e tradimento, e che si sforza di trovare un equilibrio attraverso una contaminazione di stili che mescola commedia e avventura, sentimento e azione”. Per esempio, l'aspetto umanitario o quello sociale sono giustamente presenti, ma restano, altrettanto giustamente, di sfondo. Lo humor non è mai di bassa lega, anche se un po' scontato, e i personaggi di contorno sono delineati abbastanza garbatamente (con un uso dei vari accenti che ricorda le commedia d'antan), mentre quelli principali sono sufficientemente complessi,  e  non stereotipati come può sembrare a prima vista. Gli attori, molto ben affiatati e palesemente divertiti, ci regalano un'interpretazione leggera e credibile, come piacevoli sono le musiche. Insomma, un'opera che non diverrà mai un classico, ma godibile.
Affascinati dai paesaggi del Kenya? Occhio, il teatro di posa era in Puglia. Perché nulla, in questo film, è come sembra...

Voto: 6,5

Elena Aguzzi

Da venerdì 4 marzo è in tutti i cinema La Vita facile, il nuovo film di Lucio Pellegrini, con Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Vittoria Puccini.
La Vita facile ha vari livelli di lettura ed è un prodotto estremamente anomalo all’interno del panorama del nuovo cinema italiano.
È una commedia sentimentale dai toni agrodolci che evoca la grande tradizione della nostra commedia all’italiana aggiornata ai tempi in cui viviamo,  ma al contempo è un dramma generazionale di tre amici, persone non più giovani ma nemmeno anziane, alle soglie dei quarant’anni, età avvolta nel limbo esistenziale di quest’epoca un po’ balorda, e  nello stesso istante è una spy-story sull’amore, sull’amicizia e sul tradimento, sulla fuga, sulle occasione perdute o mancate, crisi che alle soglie dei quarant’anni capitano spesso..
Mario e Luca, ambedue laureati in medicina, con caratteri diversi e visioni della vita totalmente opposte, sono legati da una forte fraterna amicizia  che, come spesso accade anche nella vita reale, sarà messa in pericolo da una donna e  condizionerà  le future scelte di vita..
Tra loro  c’è Ginevra, moglie di Mario ma anche ex fiamma non ancora del tutto sopita di Luca
Per varie peripezie esistenziali i tre si ritroveranno in Africa, dove Luca in Kenia dirige un rudimentale ospedale tra mille difficoltà, e certamente non tutto sarà rose e fiori fra i tre amici, e alla fine nessuno sarà come prima ma forse non tutto sarà perduto…Forse l’amicizia tra Luca e Mario anche se un po’ ammaccata sopravviverà o forse no…
Mario e Luca son interpretati da Pierfrancesco Favino e Stefano Accorsi mentre Ginevra ha il viso dolce ed aggraziato di Vittoria Puccini che in questo film affronta per la prima volta un ruolo non propriamente positivo, molto ambiguo; ebbene sì, Elisa di Rivombrosa è morta ma in compenso è nata una brava attrice sensibile e versatile.
Che dire di Favino ed Accorsi? Semplicemente che come sempre sono bravi, sono due attori ormai affermati ed estremamente talentuosi; ma se proprio vogliamo dirla tutto Pierfrancesco Favino vince ai punti,  ma grazie a Dio questo non è un match di pugilato, si tratta invece di un gran bel film da vedere e sia Favino che Accorsi meritano gli stessi applausi assieme al loro regista Lucio  Pellegrini.
Il film è prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci,  uno dei nostri produttori più prolifici e coraggiosi. Un film da vedere.

Voto: 7

Ettore Calvello