Non lasciarmi

25/03/2011

di Mark Romanek
con: Carey Mulligan, Keira Knightley, Andrew Garfield, Charlotte Rampling


Tre vite intrecciate da una tenera storia d’amore e da un destino già deciso, e il dolore della perdita che pervade tutta la loro storia.
Una “fantascienza del passato” la porta indietro di qualche decennio, in un college malinconico e grigio dove i ragazzi apprendono un terribile segreto: sono stati creati per servire a donare organi, in attesa di compiere il loro breve ciclo. Tra quelle mura e quei corridoi senza colore si insegna a crescere in attesa di compiere il proprio mandato, in un mondo diverso dove molte malattie saranno sconfitte. Ma i cloni hanno un’anima, è la domanda discreta e repressa, la certezza che emerge frugando nella loro fragile sensibilità ferita.
Le belle pagine di Kazuo Ishiguro sono trasferite al Cinema da Mark Romanek con grazia struggente, raccontando la storia di un triangolo amoroso tra due amiche e un ragazzo con la delicatezza di chi sfiora una preziosa cristalleria, come si raccontasse una storia comune su cui pesa l’ombra di un inevitabile destino di morte. Che i tre siano cloni lo si percepisce gradualmente da segnali inquietanti e dalla rappresentazione di una realtà che stride allo spettatore, in un crescendo di soffusa malinconia, perché umane sono le loro pulsioni, la gelosia, la solitudine, il distacco. E se la parte centrale un poco ristagna, perdendo alcuni spunti per via, in altre passaggi tocca momenti di pura poesia.
Scandito a capitoli (gli anni della scuola, l’adolescenza ai cottage, il completamento del ciclo), segue le speranze di un amore sincero che vorrebbe allontanare il traguardo che l’aspetta, l’anelito all’arte e a una felicità negata, il tutto immerso nei colori lividi e freddi di un’Inghilterra invernale e anch’essa dolente, sulle note struggenti della canzone che accompagna il cammino del loro sentimento. Fino al bellissimo finale. Non sono forse le vite dei cloni simili a quelle che devono salvare, tutte in attesa di completare un ciclo, di una fine solamente rinviata, anime sofferenti per una morte che arriverà a separarle?

Voto: 7

Gabriella Aguzzi