Habemus Papam
20/04/2011
di Nanni Moretti
con: Michel Piccoli, Nanni Moretti, Renato Scarpa, Jerzy Stuhr, Franco Graziosi, Margherita Buy

Moretti di nuovo psicanalista, e questa volta del Papa. Un Papa umano e fragile che non riesce ad addossarsi sulle spalle il grave peso delle responsabilità di cui è investito e va in crisi, non riuscendo ad affrontare la folla di fedeli che lo attende. Il Conclave non può dirsi concluso, i Cardinali sono in panico, il segreto non deve uscire dalle mura del Vaticano, e mentre il miglior psicanalista in circolazione, convocato d’urgenza, si ingegna a far passare il tempo ai Cardinali durante l’attesa, il Papa vaga per Roma alla ricerca del proprio passato e dei suoi sogni incompiuti e di una soluzione alle proprie confuse incertezze.
Uno spunto brillante che consente a Nanni Moretti, con originalità assoluta e sprazzi geniali, di tornare al sano umorismo delle origini, che regala strepitosi momenti esilaranti, combinandolo ai dubbi già apparsi con “La Messa è finita” (dubbi umani dell’uomo di Chiesa e, si badi bene, Moretti ha il buon gusto di non scivolare in un discorso di crisi religiosa), e di rivisitare i propri tic ed ossessioni senza però “guardarsi nell’ombelico”, ma proiettandoli in un universo più ampio per le tematiche che va a toccare (il contatto della Chiesa col mondo esterno, un Pontefice in crisi proprio perché umile). Immerso in un clima paradossale, gioca ad attribuirsi i tratti più egocentrici ed arroganti, mentre un grande Michel Piccoli è un Pontefice smarrito.
Con intelligenza e garbo, Moretti mantiene il tutto nella sfera dell’ironia, sempre conservando il rispetto e senza addentrarsi in campi che non gli competono, per questo polemiche e critiche che gli sono state mosse sono infondate. Semmai rimane una lieve incompiutezza nel plot narrativo, che separa la storia del Papa e quella dello psicanalista privandoci di sviluppi che si prospettavano ancor più scoppiettanti. Memorabile il torneo di pallavolo.
Voto: 7
Gabriella Aguzzi

Habemus Papam di Nanni Moretti è un’opera geniale, ricca di sfaccettature, come in fondo è tutto il suo cinema. È geniale perché mostra il lato umano di un ipotetico neo eletto Papa, preso da una profonda crisi depressiva e dal panico per la grave responsabilità di cui è stato investito. Condivido pienamente quanto ipotizza Mauro Gervasini, in un pezzo genialmente fulminante su Film TV, cioè che il film potrebbe esser interpretato come un sogno o incubo del nuovo Papa Melville (un cognome cinematograficamente importante che riempie il cuore del cinefilo duro e puro poiché il Vate del Polar francese di qualità è Jean-Pierre Melville…grande Nanni a ricordacelo!).
Da sottolineare la prova attoriale, ricca di sfumature e intensità di un monumentale Michel Piccoli nel ruolo del tormentato nuovo Papa in crisi depressiva; indimenticabile la sequenza in cui lo psichiatra ateo Nanni cerca d’analizzare il neo Papa-Michel Piccoli.
Come sempre nei film morettiani il cast è curato con minuzia ed intelligenza, rafforzando l’efficacia dell’intero cast composto tra gli altri da Margherita Buy, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Roberto Nobile, Massimo Dobrovic, Franco Graziosi, Leonardo Della Bianca. Un plauso particolare va a Renato Scarpa e a Jerzy Stuhr.
Perfetta la ricostruzione degli interni del Vaticano. Il film è prodotto dalla Sacher Film e da Fandango di Domenico Procacci.
Durante la visione del film, da cattolico, m’interrogavo sulle motivazioni che hanno animato in un laico convinto, come lo è Nanni, l’urgenza di realizzare un film su un Papa in crisi esistenziale. Un film così lo si poteva forse aspettare dal Maestro Olmi, ma non da Moretti; intendo dire che sembra un’opera di un credente che con rispetto e delicatezza si pone delle domande, ma le vie del Signore sono infinite… spero tanto che un giorno potrò porre questa domanda allo stesso regista.
Habemus Papam sarà in concorso all’imminente Festival di Cannes assieme a Questo deve essere il posto, la nuova fatica registica di un altro talento del nostro miglior cinema di qualità, Paolo Sorrentino, protagonista Sean Penn, erede artistico di Al Pacino e Bob De Niro. All’Italia la Palma d’oro di Cannes 2011? Speriamo… ma io ritengo che un festival cinematografico non è un campionato di calcio nel quale è obbligatorio vincere a tutti i costi, è bensì il luogo in cui si deve incontrare il bel Cinema e con questi Autori siamo tranquilli che ciò avverrà.
Voto: 7,5
Ettore Calvello