
Questa volta a sposarsi è Stu e vuole assolutamente evitare un altro disastroso addio al celibato. Invece tutto si ripete, e peggio di prima. I tre si risvegliano in un sordido alberghetto di Bangkok senza avere la più pallida idea di come siano finiti lì e senza alcuna memoria di cosa abbiano compiuto la notte prima. Ancora una volta c’è una persona scomparsa da cercare e dovranno sfidare Bangkok per ritrovarla, mentre affiorano episodi sempre più rocamboleschi e folli della loro “notte da leoni”.
Si ride, e si ride molto nel film di Todd Phillips. L’obiettivo è centrato, tanto da perdonargli le improvvise (e frequenti) cadute di gusto, grossolanità chiassose e qualche volgarità di troppo. Perché Phillips conosce i tempi giusti della comicità, ne mescola gli ingredienti con astuzia e mestiere e gioca sul sicuro con il collaudato terzetto Bradley Cooper (il bello e il leader), Ed Helms (il riluttante) e l’irresistibile Zach Galifianakis (lo stralunato, motore di tutti gli incidenti).
Tutto si svolge in parallelo rispetto al capitolo precedente, perché squadra vincente non cambia: metti la tentacolare Bangkok al posto di Las Vegas, a dare anche un tocco di esotismo, ripeti le azioni con la stessa cadenza pur cambiando i contorni (le scoperte si riecheggiano con continui richiami alla prima notte da leoni, come un destino persecutore), compreso il cameo finale di Mike Tyson. Tra scimmiette spacciatrici, corpi nascosti nella ghiacciaia, monaci rapiti e altro ancora, i tre si fanno largo nel caos rimettendo insieme i tasselli del puzzle. Al cast si aggiunge un divertente Paul Giamatti. Et voilà: la risata è servita, senza pretendere di più.
Voto: 6
Gabriella Aguzzi