London Boulevard

16/06/2011

di William Monahan
con: Colin Farrell, Keira Knightley, David Thewlis, Anna Friel, Ben Chaplin, Ray Winstone

C’è chi ha definito London Boulevard “una rilettura di Viale del Tramonto”. Ma la sola affinità tra i due film sta nella parola Boulevard o, se proprio vogliamo, la figura di un’attrice relegata in una grande casa, ma qui giovane e bella ed assediata dai fotografi e dalla troppa notorietà da cui fugge. Se dunque vogliamo restare nella sfera dei rimandi cinematografici questo interessante gangster movie sui generis può vagamente ricordare Carlito’s way, per la vicenda di un ex delinquente alla vana ricerca di un’impossibile redenzione, condannato dal suo passato e dall’unico gesto di clemenza (o debolezza).
Interessante, abbiamo detto, per l’insolito procedere di una narrazione che sfiora personaggi torbidi e dannati lasciandoci solo intravedere nella disperazione delle loro anime e in squarci del loro passato, e per lo sfondo di una Londra nera eppure bellissima. Lo sceneggiatore William Monahan, che della malavita ha già tracciato potenti ritratti (“The Departed”), così come del conflitto tra bene e male, passa alla regia con mano sicura, detonando un taglio stilistico tutto personale, ma pecca solo delle ambizioni e dell’autocompiacimento di chi si mette dietro la macchina da presa venendo dalla scrittura.
Un potente attore come Colin Farrell, che dà il suo meglio in film insoliti e preziosi come “In Bruges” e in ruoli di criminali dolenti, non poteva che calarsi con naturale passione in questo personaggio di piccolo gangster uscito di galera e intrappolato dal passato, e renderlo memorabile come tutto il film. Se infatti London Boulevard lascia un segno è soprattutto per la sua presenza e per quella di David Thewlis mentre la protagonista femminile interpretata da Keira Knightley, su cui sembrerebbe in un primo momento concentrarsi la storia, si eclissa sullo sfondo sciupando un po’ l’affascinante spunto del personaggio di una Diva alla ricerca dell’ombra, anche lei condannata alla fuga. A far vera la sentenza che la sceneggiatura le fa pronunciare: “le donne nei film servono solo a far svelare i segreti al protagonista maschile”.

Voto: 7

Gabriella Aguzzi