Non aver paura del buio
16/01/2012
di Troy Nixey
con: Guy Pierce, Katie Holmes, Bailee Madison, Jack Thompson
La presenza di Guillermo Del Toro dietro il film “Non aver paura del buio” si avverte in modo inequivocabile. Produttore e sceneggiatore del film, pur avendone affidata la regia al giovane fumettista ed emergente regista horror Troy Nixey, Del Toro impone la sua impronta tanto che viene spontaneo giudicare la pellicola in buona parte come fosse sua. Sua l’eredità di paure derivate dall’omonima serie televisiva, sua l’inquietante idea delle maligne “fatine dei denti”, creature suadenti e malvagie che tramutano la fiaba in horror trascinando i bambini nell’oscurità della loro dimora. Suo, soprattutto, quel disagio infantile che porta a rifugiarsi in un mondo fantastico per fuggire al malessere e all’incomprensione, ma così facendo scoperchia nuovi orrori e scatena i mostri che lo abitano.
Eppure, nonostante queste premesse, siamo lontani dalle angosce, e anche dalla tragica poesia, del Labirinto del Fauno, o anche della Spina del Diavolo. Tutta la frustrazione della piccola Sally si concretizza nell’essere spedita da un padre indifferente preso più dal suo lavoro di architetto e nel trovare estranea la sua nuova, gentile, compagna. Così, aggirandosi per la casa vittoriana appartenuta ad un celebre illustratore scomparso, la bambina libera incautamente le stesse demoniache creature che lo avevano rapito. Le ci vuole un po’, a questo punto, perché gli adulti le credano riguardo l’incombente pericolo. E proprio la matrigna buona si schiera dalla sua parte, lottando per aiutarla. Ma siccome un horror non potrebbe procedere se i suoi protagonisti non si comportassero in modo stupido e inconsulto, dopo che tutti gli avvertimenti sono di portare la bambina lontano il più possibile da quella casa, dopo che la bambina stessa ha riportato le prove dell’esistenza degli infidi mostriciattoli ed è scampata all’ultima aggressione, qual’è la prossima mossa? Metterla a riposare nella casa maledetta con le fatine malevole nuovamente in agguato!
Nel complesso, dunque, un horror mediocre, non scevro da alcune suggestioni, soprattutto scenografiche, ma nemmeno da comuni stereotipi. Lo stesso sacrificio della giovane matrigna, che potrebbe essere paragonato a quello della madre di Dark Water, non è accompagnato da un background psicologico. Si suppone che riveda in Sally la sua stessa infanzia e le sue stesse paure, ma il film non approfondisce a dovere lasciando tutto, dopo le prime inquietudini, ad una fase più epidermica.
Voto: 6
Gabriella Aguzzi