John Carter

10/03/2012

di Andrew Stanton
con: Taylor Kitsch, Lynn Collins, Willem Dafoe, Dominic West, Mark Strong

Avventura, amore, effetti speciali mozzafiato, dagli spettacolari combattimenti, ai paesaggi in un lussureggiante 3D, al sorprendente uso del motion capture. Ma ci sono anche altre sottigliezze al di là dei roboanti effetti scenici nella vicenda dell’insubordinato soldato sudista catapultato su Marte dove diviene un eroe e conquista la fiducia dei nativi, i quali lo eleggono leader, nonché il cuore della principessa. Qualcosa che da film per ragazzi, pur di ottimo confezionamento, tende ad elevarlo di rango. Innanzitutto il ribaltamento di ruoli, per cui è l’Umano l’alieno in un mondo sconosciuto di mostri e di sorprese, e poi il doloroso segreto che porta, si veda l’emozionante montaggio della scena della battaglia in cui il protagonista rivede la morte della moglie nel suo terrestre passato. C’è il romanticismo dell’amore su due pianeti diversi, separato a forza, il senso di non appartenenza e un tocco giallo finale.
Non c’è da meravigliarsi. Alla base di “John Carter” c’è il capostipite del genere avventuroso-fantascientifico “Le Lune di Marte” di Edgar Rice Burroughs, padre indiretto, per fonte ispiratrice, di Star Wars, Avatar, Superman... E alla regia c’è Andrew Stanton, fan appassionato di tutti gli 11 romanzi del “ciclo di Marte”, il regista di Wall-E (non siamo forse anche qui, fatte le debite proporzioni a livello poetico, in un mondo estraneo dove amare una creatura diversa?) passato dall’animazione al suo primo lungometraggio con un cast di attori, applicando il metodo Pixar a un film in live action. Stanton traduce l’avventura in un trionfo di colori, abbondando in scene d’azione, certo, poiché tale doveva essere il primo requisito del film, ma conferendo al prodotto un’alta dignità professionale.
Dà il volto a John Carter l’atletico e carismatico canadese Taylor Kitsch che balza tra mostri e macchine volanti quale supereroe ante litteram, pronto a balzare nel kolossal Battleship e presto anche in Le Belve di Oliver Stone.

Voto: 6,5

Gabriella Aguzzi