Di nuovo in gioco
06/12/2012
di Robert Lorenz
con: Clint Eastwood, Amy Adams, Justin Timberlake, John Goodman

Il baseball è da sempre favola e metafora di vita nel Cinema Americano. Ed in questa linea si inserisce anche l’ultimo film che vede giganteggiare Clint Eastwood nel ruolo di un vecchio scout del baseball che più giovani e rampanti manager vogliono mettere fuori gioco considerandolo superato per età e metodi. Ma il ruvido e vecchio orso ha dalla sua l’esperienza di una vita passata a fiutare i bordi dei campi da gioco, quel lavoro gli è entrato nelle ossa e non può vivere senza. Sembra invece aver potuto fare a meno di una figlia, la cui vita si è indirizzata in una direzione diametralmente opposta, ma nel cui sangue pulsa la stessa passione ed ha ereditato i suoi stessi istinti e che ora gli è stata mandata al seguito da un amico ansioso per la sua salute e la sua sorte. Il rapporto tra i due prosegue nella lunga trasferta tra tensioni e riavvicinamenti, per comprendere il perché di un distacco, e per rimettersi di nuovo in gioco.
Così narrato il film appare un condensato di prevedibili luoghi comuni ed in effetti per buona parte lo è, tanto che si direbbe che la strizzata d’occhio ai sentimenti ed ai risvolti positivi sia voluta. E se non ci fosse a reggerlo sulle spalle il vecchio Clint, al quale tutto si perdona e tutto ci fa apprezzare, scivolerebbe pericolosamente nel melenso. Prodotto dalla sua Malpaso, non solo ruota attorno a lui ma si rivela per molti aspetti un film di Clint Eastwood, come nel mettere al centro il mancato rapporto padre-figlia, tema ricorrente in molte sue pellicole. Eppure non c’è Clint Eastwood alla regia e questo si avverte subito. Se il Clint Eastwood regista resta ai confini del melodramma, ma con potenza e calore, toccando corde segrete e tingendosi di nero, il film di Robert Lorenz rimane invece su binari prevedibili come il colpo del battitore che i due scout stanno osservando e suscita rare emozioni. Certo la scelta è quella di mantenersi nei confini leggeri della commedia, ma la sensazione è di voler riprendere momenti di gloria quali lo scontroso personaggio di Gran Torino o il rapporto paterno tra coach e allieva di Million Dollar Baby restando però ben lontani da quella passata forza. E se fa piacere rivedere Clint di nuovo in gioco, come recita il titolo italiano, è anche vero che dopo la monumentale uscita di scena alla fine di Gran Torino tutto ha il sapore di una replica
Il vero centro del film è l’alchimia tra i due protagonisti, anche se Amy Adams è sempre troppo piangente, ai quali, per un gioco di equilibri narrativi, si aggiunge la simpatia di Justin Timberlake. Film gradevole, ma niente di più, e al di sotto delle aspettative.
Voto: 6
Gabriella Aguzzi