Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
13/12/2012
di Peter Jackson
con: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, James Nesbitt, Andy Serkis, Christopher Lee, Cate Blanchett, Ian Holm, Hugo Weaving, Elijah Wood
Dopo lunga attesa ecco finalmente arrivare sugli schermi la nuova trilogia di Peter Jackson, quel “Lo Hobbit” che Tolkien scrisse come introduzione al suo mondo fantastico prima di giungere al capolavoro del Signore degli Anelli e che al Cinema figura come prequel della Trilogia dell’Anello. Troppa attesa potremmo dire (11 anni separano Lo Hobbit dall’uscita della Compagnia dell’Anello, 9 dal capitolo conclusivo, anni di ripensamenti e vicissitudini, e prima che Peter Jackson ne riassumesse la regia l’incarico era stato affidato a Guillermo Del Toro, presente tra gli sceneggiatori) tanto che agli affezionati sembra di compiere un tuffo nel passato ritrovando nomi, luoghi e personaggi cari, ma compiendo uno sforzo per ritrovare climi e atmosfere e la passione di allora. Pur se la vicenda è tutta attorno ad un giovane Bilbo strappato a forza dalla vita tranquilla nella Contea verso mirabolanti avventure e sui tredici nani alla riconquista del perduto regno di Erebor presidiato dal temibile Drago Smaug, Jackson si diverte a far riapparire tutti i personaggi della prima Trilogia, perfino Frodo/Elijah Wood a cui l’ormai invecchiato Bilbo/Ian Holm consegna la storia all’inizio del film e Saruman/Christopher Lee non ancora servo di Sauron, con la sola esclusione di Aragorn che al tempo in cui Lo Hobbit si svolge sarebbe stato un ragazzo, dando quindi al tutto un sapore di prologo e di ritrovamento affettivo e creando un parallelismo tra i due film. Quello che era dunque nato come un breve romanzo per ragazzi viene qui gonfiato a trilogia, con tanto di prologo leggendario, proprio come iniziava La Compagnia dell’Anello, col sapore epico del cammino avventuroso e delle battaglie, e attingendo anche ad altre fonti come l’Appendice del Signore degli Anelli e i Racconti Incompiuti, aggiungendovi parentesi quali l’apparizione dello Stregone bucolico Radagast su una slitta trainata da conigli giganti.
Tutto ciò premesso, Lo Hobbit -Un Viaggio Inaspettato paga l’attesa con una grandiosa spettacolarità. 173 minuti che scorrono rapidi in un avvincente ed incessante caleidoscopio di avventure, con l’emozione di un gigantesco ottovolante, tra sorprendenti effetti speciali, un 3D che ricrea la profondità di paesaggi fiabeschi e sequenze mozzafiato come il salvataggio delle aquile, fino alla scena clou: l’incontro col Gollum, viscido e inquietante nella paludosa oscurità. Come il pacifico Bilbo trascinato a forza in quel viaggio inaspettato che lo trasformerà in un piccolo eroe, anche gli spettatori sono trascinati in un incalzare di incontri con Troll, Orchi, Goblin, Mannari, tra avventure che si susseguono senza sosta nell’attesa di giungere alla Montagna Solitaria, porta del Regno Nanico sorvegliata da Smaug. Il tutto con un buon dosaggio di ironia (forse qualche siparietto di troppo) che diverte senza attenuare la tensione e lo stupore, mancano però la poesia (i Nani, ad eccezione do Thorin, non hanno il sufficiente spessore drammatico) e proprio quel senso epico di cui il film vorrebbe impregnarsi, ma che non riesce ad eguagliare quello raggiunto nel Signore degli Anelli.
Dei cameo dei “vecchi” interpreti si è detto. Qui i protagonisti sono il giovane Bilbo Baggins, ovvero il dottor Watson della serie BBC Martin Freeman, il carismatico e leggendario capo dei nani Thorin Oakenshield/ Richard Armitage, ma tutte le simpatie sono per il ritrovato Ian McKellen nel ruolo di Gandalf. Non è ancora il combattente Gandalf il Bianco, ma il benevolo ed ironico Gandalf il Grigio, un deus ex machina che non disdegna attardarsi e con la sua pipa e i suoi anelli di fumo e che sia Peter Jackson che Ian McKellen preferiscono. E lo dimostrano.
Voto: 7,5
Gabriella Aguzzi