Moonrise Kingdom
04/01/2013
di Wes Anderson
con: Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Jared Gilman, Kara Hayward, Jason Schwartzman,

Leggi l'elenco del cast, Bruce Willis, Edward Norton, e pensi: questo è sicuramente un thriller, un film d'azione, sparatorie, qualche morto. Poi vedi: Bill Murray, ok, allora forse si ride.
Poi guardi la locandina e vedi più bambini sconosciuti che attori famosi e soprattutto vedi Edward Norton vestito con una divisa da scout giallo canarino. E' questo il punto in cui ti stai chiedendo di che razza di film si tratti. Poi leggi il nome del regista: Wes Anderson, ti torna alla mente "Il Treno per il Darjeeling" e "Fantastic Mr. Fox", e forse un po' di curiosità ti viene.
La storia è semplice: siamo nell'estate del 1965. Su un'isola del New England vive la dodicenne Suzy (Kara Hayward), preadolescente incompresa dai genitori, e allo stesso tempo, il dodicenne Sam (Jared Gilman),che si trova nel campeggio scout, preadolescente incompreso dai genitori adottivi a cui è stato affidato alla morte di quelli biologici, talmente tanto incompreso che viene abbandonato, appena si presentata l'occasione, perchè considerato troppo "complicato". I due si conoscono per caso, si innamorano, e decidono di fuggire insieme, seguendo un antico sentiero tracciato dai nativi indiani Cich-chaw nei boschi. Gli adulti, tra cui lo sceriffo Sharp (Bruce Willis), si mettono alla loro ricerca anche perché è in arrivo una devastante tempesta. Sam, esperto di cartografia, Suzy di libri di fantascienza e di musica. La fuga d'amore sembra quella di due adulti, se non fosse che in mezzo non c'è nulla di artefatto. Sono sentimenti puri, sono immagini pure, seppur riprese da una stravagante angolazione, quella di due bimbi cha giocano a fare i grandi, anche se riescono ad essere molto più adulti degli over 30 che li circondano. C'è una grande poesia in "Moonrise Kingdom", la poesia di un bacio, meglio se alla francese, la poesia di una notte sotto le stelle, in una tenda montata sul bagnasciuga, la poesia di due buchi alle orecchie fatti con un amo da pesca, che seppur fanno male, comunque piacciono perchè fatti dall'"uomo che si ama", la poesia di un ritratto fatto da un Jack ad una Rose, la poesia di una promessa, che il seno crescerà. La poesia di una fuga, dal mondo a cui non si appartiene, perchè troppo indifferente, come quello della famiglia di Suzy, o perchè troppo appeso a regole precise ma spesso poco produttive, come quello del campeggio scout dove si trova Sam. E' alla fine che viene fuori il vero amore, che viene fuori l'autenticità del sentimento della dedizione, del rispetto, e della deferenza. Una bambina con un superpotere, quello di guardare tutto attraverso un binocolo per vedere più vicine le cose già vicinissime, per sentire la protezione di una lente di ingrandimento che scavi in profondità; un bambino con un superpotere, quello di riuscire a voler bene con una dolcezza straordinaria. Anderson ci chiede se possiamo riuscire a tornare bambini, se possiamo tornare ad essere così veri, se possiamo ancora sorprenderci di qualcosa. Ce lo chiede con un film pieno di colori, pieno di natura, pieno di anni 60, ma soprattutto pieno di musica: la colonna sonora è composta da Alexandre Desplat, ma si ascoltano con grandissimo piacere sia estratti dell'Orchestra di Benjamin Britten durante il Prologo del film, sia l'opera "L'Arca di Noè", del suddetto compositore britannico, che si sente per la prima volta al momento dell'incontro, del colpo di fulmine tra i due protagonisti, ovvero durante una recita del diluvio nella Chiesa, e poi durante tutto il film. Sono strumenti di tutti i tipi, sono sfaccettature, sono elementi di un'orchestra che creano il mondo, che però, spesso e volentieri, non è armonico come la musica.
Voto: 7,5
Lavinia Torti