Cloud Atlas

14/01/2013

di Lana Wachowski, Andy Wachowski, Tom Tykwer
con: Tom Hanks, Halle Berry , Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, James D’Arcy, Susan Sarandon, Hugh Grant

Se siete rimasti in sala per tutti i 172 minuti di Cloud Atlas restate anche fino alla fine dei titoli di coda: vi sveleranno sotto quanti e quali volti si nascondono gli interpreti del film, che tornano in più ruoli in ognuna delle sei storie narrate. Non vi è solo il divertimento di riconoscerli dietro trucchi e sessi diversi, ma la simbologia di quell’ “eterno ritorno” che è il senso del film. Peccato però che la poderosa opera di Lana (ex Larry) ed Andy Wachowsky con l’aggiunta del tedesco Tom Tykwer (i Wachowsky e Tykwer hanno girato i diversi episodi in contemporanea, su set separati, per poi unire il tutto), con ambientazione nell’arco di 5 secoli dallo schiavismo di metà Ottocento a un futuro post apocalittico, sia più interessante a livello potenziale che in pratica e si risolva poi in elucubrante e francamente un po’ tedioso calderone che si sforza ripetutamente di mostrare la sua tesi di fondo. Intendiamoci, lo spunto è intrigante (Cloud Atlas è il complesso adattamento cinematografico del romanzo di David Mitchell), ma anche pretenzioso e il legame tra le sei vicende lascia l’impressione di una forzatura voluta, con virtuosismi condotti all’eccesso.
Partiamo dalle Isole del Pacifico, dove un avvocato porge aiuto a uno schiavo. E’ il 1849. Nella Scozia degli Anni Trenta un compositore bisessuale è rovinato dal musicista per cui lavora, nel 1973 a San Francisco una giornalista lotta contro il complotto per la realizzazione di un reattore nucleare, oggi un editore cerca la fuga da una casa di cura in cui è stato rinchiuso. Si è quindi sbalzati nel futuro dove nel 2144 la Neo Seul emerge dalle acque che seppelliscono la vecchia capitale della Corea e una clone-schiava diventa icona della ribellione, e poi ancora nel 2321, in un un’umanità primitiva e devastata sopravvissuta ad un’apocalisse, dove un pastore entra in contatto con chi proviene da un mondo tecnologicamente avanzato. Tutto è connesso, dice Cloud Atlas. Passato, presente e futuro coesistono, la morte è solo una porta che si chiude e un’altra che si apre, chi in una vita si ritrova codardo in un’altra può essere eroe, una ribellione spirituale ne genera altre, ogni gesto, ogni decisione ha ripercussioni nel futuro, su altri individui, su altre storie che verranno. Ma tutto questo è teorizzato, enfatizzato, proclamato più che effettivamente mostrato.
Le sei vicende si svolgono in parallelo come a comporre un’unica storia, con un montaggio che ci lascia indugiare a volte più a lungo su un personaggio, a volte si fa più rapido e frenetico quasi a mostrare una contemporaneità degli eventi, con una struttura a mosaico. Legati tra loro nel corso del tempo, i personaggi portano a compimento azioni iniziate da altri, o ispirano azioni che saranno compiute in futuro, gettandone le basi. Da qui nasce l’idea di fare interpretare diversi ruoli ad ogni attore e il cast composto da Tom Hanks, Halle Berry , Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, James D’Arcy, Susan Sarandon, Hugh Grant si sdoppia ripetutamente. La mano dei registi di Matrix si avverte nella visionarietà dei due episodi ambientati nel futuro, ma anche dietro la laboriosità di una narrazione fitta di simboli.

Voto: 5,5

Gabriella Aguzzi