Lincoln

17/01/2013

di Steven Spielberg
con: Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Tommy Lee Jones

Steven Spielberg presenta il ritratto del sedicesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, nel periodo più importante della sua vita: siamo nel 1865, la guerra di secessione americana sta per finire, e Abraham Lincoln, nei suoi ultimi mesi di mandato, deve, e vuole, affrontare, all’interno del  suo Gabinetto, dove in fondo ci sono anche oppositori, il problema dell’abolizione della schiavitù. Sono mesi di tumulti, sono mesi di preoccupazioni, sono mesi in cui l’impegno del Presidente nella ratifica del Tredicesimo Emendamento porterà un enorme cambiamento negli Stati Uniti, nelle generazioni future (dove sarebbe ora Obama, se non ci fosse stato Lincoln?). La sua abilità di oratore, che viene ricordata da soldati bianchi e neri quando in battaglia pronunciano intere frasi del Discorso di Gettysburg, noto ancor oggi, la sua generosità, la sua ironia, che nonostante il film sia tutto meno che comico, più e più volte fa ridere lo spettatore, il suo coraggio morale, la sua determinazione nell’avere successo, in questo momento critico, proprio ora, e non successivamente, lo renderanno uno dei presidenti più popolari e amati dagli Stati Uniti. Daniel Day- Lewis (due volte premio Oscar, per “Il mio piede sinistro” e per “Il petroliere”) esprime con una sottigliezza, una minuziosità di particolari, la fisionomia del carattere del protagonista, che passa dall’interesse per un figlio, al simulato (seriamente simulato, e assolutamente non reale) disinteresse nei confronti dell’altro (Joseph Gordon-Levitt), che vuole servire la patria, vuole rendersi utile in quella guerra che tutti vogliono finisca. Passa dall’attenzione per l’uguaglianza legale dei negri ad una forma – seppur rappresentata in modo molto leggero e divertente nel film - di corruzione politica, necessaria per raggiungere il traguardo. E nella sua corsa viene accompagnato dalla sua First Lady, dal suo amore che tanto lo fa penare, quanto lo aiuta nel suo compito, da una Sally Field, tanto sublime da vincere, insieme allo stesso Lewis, e allo sceneggiatore Tony Kushner, il premio della critica “New York Film Critics Circle”.
Tratto dal romanzo “Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln” di Doris Kearns Goodwin, uscito nel 2005, il film è uno squarcio più che storico, biografico, fa luce sugli aspetti più intimi dell’uomo che ha mutato il destino di una nazione, ma anche sul suo partito, Repubblicano (per la prima volta partito del Presidente), di cui notiamo senz’altro il ruolo non indifferente di Tommy Lee Jones, nei panni del Repubblicano Conservatore Thaddeus Stevens, aspro e deciso soldato in questa lotta contro la schiavitù. Impeccabile ricostruzione storica, scenografica, fotografica, e soprattutto dei costumi (meravigliosi gli abiti di Mary Todd Lincoln). Nonostante tutti noi conosciamo la storia di questo Presidente e di quest’America, nuovi particolari vengono alla luce, particolari insoliti, che ci lasciano, seppur con il peso del dramma, anche con un po’ di leggerezza, con una grande simpatia nei confronti di quest’uomo che, prima di essere Presidente, era prima di tutto un divertente cantastorie, che faceva sentire tutti parte di una grande famiglia, era prima di qualsiasi altra cosa, un marito, un padre.
In fondo, non ci dispiace nemmeno il doppiaggio italiano, in cui Pierfrancesco Favino, con una voce quasi irriconoscibile, ci delizia con le parole del Presidente, interpretato da un inglese che per questo film ha vinto il Golden Globe come miglior attore in un film drammatico. Assolutamente da vedere, in sala  il 24 gennaio.

Voto: 8,5

Lavinia Torti

Candidato a ben 12 Oscar il nuovo titanico film dell’ex enfant-prodige di Hollywood, Steven Spielberg è essenzialmente un trattato di storia americana.
Il grande regista mette in scena gli ultimi quattro mesi di vita del Presidente Abraham Lincoln, il pieno spessore dell’uomo, con la passione e l’umanità che gli erano propri, nella sua battaglia più determinante: tracciare un nuovo percorso per una nazione devastata, a dispetto di circostanze quanto mai avverse e di pressioni estreme sia nella vita pubblica sia nella sfera privata. Il film si concentra precisamente sulla laboriosa accettazione del 13° emendamento, l’abolizione della schiavitù e di conseguenza la fine della devastante guerra di Secessione. Abraham Lincoln, per questa sua battaglia politica e civile non ebbe vita facile nemmeno all’interno della sua famiglia, ma lo statista non esitò un istante poiché il suo obbiettivo era quello di far crescere un popolo americano migliore che sarebbe stato il faro di tutta l’umanità…
Ci riuscì ma a caro prezzo poiché dopo pochi mesi dall’approvazione morì in un attentato per mano di un ribelle che paradossalmente era di colore…
Steven Spielberg ed il premio Pulitzer Tony Kushner hanno preparato la sceneggiatura di  questo sontuoso ed elegante film storico per ben 13 anni in maniera minuziosa e precisa ispirandosi parzialmente dal libro Team of rivals, The political genius of Lincoln di Doris Kearns Goodwin.
Il protagonista ha il volto e le movenze di un Daniel Day-Lewis semplicemente perfetto, il quale ha già ipotecato l’ennesimo Oscar della sua carriera; il resto del cast è composto da attori tutti perfettamente calati nel ruolo che sono Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook e Tommy Lee Jones.
Personalmente preferisco altri titoli spielberghiani come Lo Squalo, E.T L’estraterrestre, Jurassik Park, Indiana Jones,  senza dimenticare Salvate il soldato Ryan, ma non si può non ammettere che Lincoln sia un gran film, inevitabilmente teatrale per un’opera che vuole raccontare il Presidente degli Stati Uniti che abolì la schiavitù. Da non perdere.

Voto: 7

Ettore Calvello