
L’asteroide Matilda, si annuncia alla radio nella prima scena del film, tra tre settimane impatterà con la Terra. Porterà alla sua distruzione. Dodge (Steve Carrell), un assicuratore abbandonato dalla moglie (che viene impersonata dalla stessa moglie dell’attore protagonista), ha un unico desiderio: rivedere Olivia, il suo amore di gioventù. Mentre l'umanità va verso la catastrofe, si rivolta, saccheggia abitazioni e negozi, Dodge incontra Penny, una vicina di casa, con cui “condivide”, per errore del postino, lettere anche confidenziali, ma con cui non ha mai parlato nonostante vivano nello stesso palazzo, da tre anni. Penny (Keira Knightley) è disperata perché ormai non potrà più raggiungere la sua famiglia in Gran Bretagna, dato che tutti i voli sono stati annullati. I due si mettono in viaggio con una reciproca promessa: lei lo accompagnerà da Olivia e lui la porterà da qualcuno che possiede un aereo privato. L’accoppiata Carrell-Knightley vince in questo “on the road movie”, che però è anche una “romantic comedy”, con l’aggiunta della distruzione totale della Terra e dell’umanità (molto pertinente in questo periodo come contesto, data la rimembranza dello spettatore del deludente 21/12/12). Carrell, comico, interpreta un ruolo drammatico, impersonando l’uomo che nei suoi ultimi 20 giorni di vita vuole “creare” la vita che avrebbe voluto, e potuto, costruirsi nei suoi 40 anni; la Knightley, sempre vista in ruoli storici, Elizabeth Bennett di “Orgoglio e Pregiudizio”, Cecilia Tallis in “Espiazione” e la vedremo in “Anna Karenina”, questa volta interpreta il ruolo della ventottenne ribelle, amante dei dischi in vinile, con le scarpe da ginnastica e uno spinello sempre pronto dietro l’orecchio. Il senso di colpa di aver abbandonato la sua famiglia e di non poterla più rivedere perché per l’ennesima volta è arrivata tardi “di un quarto d’ora” – lei stessa lo dirà piangendo – la porta a fare gesti estremi, come abbandonare il suo fidanzato e partire con uno sconosciuto. È il gesto estremo di una persona che sa che l’apocalisse incomberà su di lei, come estremi sono i gesti di altri personaggi del film, alcuni dei quali in realtà, come la colf di Dodge o il poliziotto di provincia, anziché il suicidio, l’abbandono della famiglia, le orge, le sommosse, compiono atti piuttosto insoliti, perché fin troppo normali, come se volessero evitare, non accettare il problema, sperare in una fantasia, in uno scherzo delle autorità.
Nel viaggio verso la fine, o forse sarebbe meglio dire l’inizio, di tutto, i due amici, come dovrebbero essere secondo il titolo originale “Seeking a friend for the end of the world”, sono accompagnati dai dischi di lei, che tiene tra le braccia come fossero il tesoro più prezioso (e forse per lei lo sono), e che contengono musica straordinaria, da un furgone giallo, preso in prestito da un contadino che ha fatto anche lui una scelta piuttosto estrema per la fine della sua vita, e da un cagnolino, adottato da Dodge, di nome Sorry, che fa il ruolo del cane, e niente di più, offre calore ai due umani. Nel cammino verso la distruzione della loro vita, inevitabile,i due protagonisti impareranno che cosa vuol dire vivere veramente. Forse troppo tardi, ma meglio tardi che mai. Lorene Scafaria ci lascia con un film divertente, seppur sempre con l’impronta di una “romantic comedy”, e un po’ amaro: ci fa bene, di questi tempi, tale contrasto.
Voto: 7
Lavinia Torti