Anna Karenina

20/02/2013

di Joe Wright
con: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen

La storia di Anna Karenina si conosce. E chi non ha letto il libro, può solo avere la fortuna di doverlo ancora fare. Siamo nella Russia Imperiale del 1874. Anna è moglie di un ufficiale governativo di alto rango (Jude Law), che le conferisce, a San Pietroburgo, una posizione sociale altissima (in un’epoca in cui, come sappiamo, la posizione sociale era fondamentale). Anna si reca a Mosca dopo aver ricevuto una lettera dal fratello (Matthew McFaiden), che le chiede di raggiungerlo per aiutarlo a salvare il suo matrimonio con Dolly (Kelly McDonald). Alla stazione incontrerà Vronsky (Aaron Taylor- Johnson, apprezzato, oltre che qui, in “Nowhere Boy”), ufficiale di cavalleria con cui scoppierà immediatamente la scintilla. Scintilla che, nonostante i tentativi di Anna di ricondurre la situazione all’equilibrio preesistente, non vuole scomparire, anzi si fa più viva, e la porterà ad intraprendere una relazione appassionata con il conte. Tratto dal capolavoro di Tolstoj, il film di Joe Wright, (regista di “Orgoglio e Pregiudizio” e “Espiazione”, dove abbiamo già ampiamente ammirato la splendida Keira Knightley), scritto da Tom Stoppard (“Shakespeare in love”), rende in maniera sorprendente ogni personaggio, nessuno sembra rappresentare un semplice espediente per l’andamento della storia, storia che nel romanzo risulta, ovviamente, molto più ricca di dettagli, sfaccettature e splendidi momenti di riflessione che in 130 minuti di film, purtroppo ma inevitabilmente, non possono essere considerati. Il film racconta di una delle più grandi storie d’amore mai raccontate, racconta della passione a cui non si può resistere, del vero amore a cui non si può resistere, del fortissimo ruolo che nella Russia dell’epoca aveva l’apparenza, della società che, ossessionata, badava esclusivamente ai balli, alle corse, alle cene, alle “soireé” all’Opera, di donne che non avevano nessun ruolo (Anna dirà : “le leggi le fanno i mariti e i padri”), di persone che passavano la loro intera vita a fingere di essere ciò che non sono – la Russia infatti ha sempre vissuto una sorta di crisi d’identità, non sapendo veramente se è parte dell’Oriente o dell’Occidente, e nel periodo dell’Impero, i Russi avevano deciso di essere assolutamente parte dell’Europa Occidentale, assimilandosi totalmente ai Francesi, alla loro letteratura e a tutte le loro arti, all’etichetta, al loro costume e al loro comportamento-.  Anche se meno del romanzo, anche il film, in maniera non indifferente, riesce ad abbracciare alcuni temi e riflessioni diverse sulle complessità di classe sociale, politica, sul comportamento morale e sull’amore, in tutte le sue tonalità,un amore filiale, fraterno e sensuale. Un amore più che attuale, che spinge l’uomo a ribellarsi conto le regole e i tabù sociali, portando se stesso alla rovina, prima sociale, poi totale. Come la società della Russia Imperiale si corrode al suo interno, così il film “in costume” – i costumi sono una delle cose più sorprendenti e immaginifiche dell’intero lungometraggio – è ambientato in un teatro in rovina, onnipresente, che descrive i circoli rarefatti di San Pietroburgo e Mosca intorno al 1870 in tutta la loro, appunto, teatralità, e che rappresenta il “contenitore” di questi “attori permanenti”. Oltre ai costumi, splendide le musiche e incantevoli le coreografie, la luce teatrale dà il giusto focus ai momenti e ai personaggi che hanno tutti, nessuno escluso, una loro importanza: la storia d’amore di Levin (Domhnall Gleeson) e Kitty (Alicia Vikander), infatti, viene inserita tra quella di Anna e Vronsky in maniera esemplare, dando ad un legame semplice e intenso lo stesso (o poco minore) rilievo dato dall’autore del romanzo. Spettacolare l’interpretazione di Keira Knightley, che con le sua capacità espressiva e la sua pura bellezza, ben si presta al ruolo, prima della moglie di Aleksej Aleksandrovich Karenin, interpretato da un Jude Law ineccepibile, poi dell’amante del conte Vronsky. Da vedere, assolutamente. In sala dal 21 febbraio.

Voto: 8,5

Lavinia Torti